Les fleurs du Baroque alla Galleria Nicolaci di Noto

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“La Natura è un tempio dove incerte parole

mormorano pilastri che son vivi,

una foresta di simboli che l’uomo

attraversa nel raggio dei loro sguardi familiari.

Come echi che a lungo e da lontano

tendono a un’unità profonda e buia

grande come le tenebre o la luce

i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi.

Profumi freschi come la pelle d’un bambino,

vellutati come l’oboe e verdi come prati,

altri d’una corrotta, trionfante ricchezza

che tende a propagarsi senza fine – così

l’ambra e il muschio, l’incenso e il benzoino

a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi”.

(“Corrispondenze”, Charles Baudelaire)

 

Dal 22 aprile al 21 maggio 2023 le sale della Galleria Palazzo Nicolaci a Noto ospitano l’ampia monografica di Luca Bellandi, artista livornese tra i più rappresentativi e poliedrici del panorama figurativo contemporaneo. Ecclettico, curioso e attento sperimentatore di diversi linguaggi espressivi: pittura, scenografia, design, grafica e fotografia, Luca Bellandi conquista l’ammirazione di collezionisti, pubblico e critica sviluppando in senso barocco un’arte estrosa e comunicativa attraverso un linguaggio personalissimo legato al medium pittorico che ben evidenzia le direttrici della sua ricerca figurativa e concettuale. L’esposizione dal titolo “Les Fleurs du Baroque” riunisce una selezione di circa quaranta dipinti su tela, a tecnica mista, di medie e grandi dimensioni, realizzati tra il 2022 e il 2023, includendo una serie di lavori inediti, per così dire “site specific”, appositamente eseguiti per l’occasione. Il titolo della rassegna, tratto da una delle opere inedite in mostra, sottolinea non soltanto la correlazione tra gli elementi iconografici ricorrenti nel suo linguaggio e il contesto storico della città barocca, teatro, nella stessa data, della 44^ edizione dell’Infiorata all’interno della quale la personale si innesta, ma la fascinazione del pittore per i fiori e per la stagione tardo barocca che li predilesse come soggetti per la loro duplice valenza decorativa e simbolica.

La mostra immerge lo spettatore nell’universo onirico e straniante dell’artista, in cui manichini stilizzati e acefali o busti sartoriali, immoti e silenti, di de chirichiana memoria, insieme a calchi in gesso, presi in prestito dall’antichità classica, e una natura composta da fiori, pesci, farfalle, pappagalli, levrieri e altri animali, abitano una nuova poetica dello spazio, una realtà altra, in una tensione metafisica proiettata verso l’ineffabile e l’assenza. Sono opere che trasmettono un senso di magica sospensione silenziosa, di misteriosa realtà cristallizzata al di fuori del tempo, in cui soggetti abbozzati con tocchi di colore denso e vibrante, emergono da sfondi monocromi neri, bianchi, azzurri e ocra, che diventano spartiti manoscritti di parole e pensieri criptici. La commistione tra figurazione e astrazione permea tutta la sua pittura, che muove dall’anima e all’anima, parlando attraverso segni e simboli combinati come baudelairiane “Corrispondenze” tra suoni, colori e profumi, legati reciprocamente, in una magia sinestetica d’incantamento. La pittura di Bellandi incarna quell’incontrovertibile pensiero estetico dell’“Ut pictura poesis” (come nella pittura così nella poesia).

Le sue composizioni sono il manifesto di una poetica simbolista, in cui associazioni, enjambement e sinestesie riannodano i fili della storia e della tradizione figurativa classica, in un presente contrassegnato dalla bellezza dell’effimero. Il suo ideale estetico si fonda sull’equilibrio e sulla moderazione, sull’espressione moralmente controllata dei sentimenti e sull’adesione all’eleganza formale del linguaggio classico. Un classicismo evocativo che non si traduce in una fredda citazione erudita, ma acquista un’aura di mistero e suggestione. L’elemento naturalistico non è accessorio alla scena, ma finisce col prevalere sull’elemento narrativo e figurativo: si tratta di un naturalismo lirico in cui il sentimento della natura e quello della storia sono indissolubilmente legati in un’unica immagine di grande seduzione poetica. Osservando i suoi lavori, sembra quasi di sentire il suono dei colori, i colori dei profumi, il gusto delle forme, l’eco della storia negli scenografici abiti moulage di gusto barocco, che prendono vita su busti sartoriali con i loro ampi drappeggi, studiati per creare linee sinuose tridimensionali, esattamente come fa il sarto di una maison francese.

“Moda”, dunque, musa ispiratrice immortalata nelle sue opere tra righe poetiche, coloratissimi fiori sparsi e in composizioni cuoriforme, che racchiude tutti i principi fondanti della sua poetica, basata su forme concettuali e che diventa il vero tratto distintivo del pittore toscano. Luca Bellandi ha creato un linguaggio visivo inconfondibile: semplice, preciso, incisivo, armonico e in anticipo su tutti. Un universo vivace e creativo costellato da antichi panier, crinoline, corsetti, bustini fascianti e ampie gonne dai colori sgargianti, che sono i “pilastri parlanti” della sua natura non morta ma vivente, che accendono e sollecitano, nello spettatore, una sinfonia polifonica di risonanze interiori, emozioni, elementi spirituali e sensoriali: afflati di un pop surrealismo rivisitato.

Paoletta Ruffino

 

a cura di Paoletta Ruffino

22 aprile – 21 maggio 2023

NOTO, Galleria Palazzo Nicolaci,
Via Corrado Nicolaci 18
Inaugurazione sabato 22 Aprile alle ore 19,00

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