Il Premio FERSEN alla drammaturgia e alla regia italiana contemporanea, XVII ed. Piccolo Teatro di Milano, Chiostro ‘Nina Vinchi’. 20 Aprile 2023. Cronaca di una serata nata sotto pessimi auspici

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Il programma non prevedeva, né poteva, ciò che è in realtà successo: il blocco totale della circolazione ferroviaria per un grave incidente sulla linea Roma-Milano.
La drammatica notizia mi arriva verso le nove del mattino e bisogna correre ai ripari in quanto gli Autori e i Registi provenienti da Roma non possono raggiungerci al Chiostro ‘Nina Vinchi ‘ del Piccolo Teatro, a Milano. Come fare? Qui il mestiere di teatrante ha aiutato me, Fabrizio Caleffi e i due attori casualmente presenti, Domitilla Colombo e Sergio Scorzillo, a creare ‘all’impronta’, come si diceva una volta, sia la presentazione degli incolpevoli assenti e sia le letture delle sinossi delle loro opere. E così, dopo i doverosi ringraziamenti al COMUNE di MILANO e a Andrea BARBATO, Direttore Responsabile degli Eventi Speciali del Piccolo Teatro, ho aperto la serata ricordando brevemente al pubblico che il Premio fu creato da me nel lontano 2004 con la collaborazione di Ugo Ronfani, Andrea Bisicchia, fabrizio Caleffi e Anna Ceravolo, con il duplice obiettivo di rendere omaggio alla memoria di Alessandro FERSEN, uno dei più innovativi drammaturghi del XX secolo, e di offrire ad un pubblico di addetti e non addetti ai lavori, uno sguardo d’insieme, una mini-vetrina, non certo esaustiva ma significativa, sullo stato dell’arte della nostra drammaturgia di qualità. Una Drammaturgia che, occorre ricordare, da noi viene praticata nei diversi settori esclusivamente per amore del Teatro, come ho ampiamente dimostrato nel mio ultimo manuale dedicato alla scrittura teatrale. E’ infatti noto che, contrariamente a ciò che accade in Europa, il ‘fare teatro’ in Italia era ed è tuttora considerato più un hobby che un vero lavoro .
Ho inoltre ringraziato per la loro collaborazione: la UILT, la SIAD, il CENDIC, Ariela FAJRAJZEN, figlia del Maestro, che, giungendo da Israele per l’occasione, ha partecipato più volte al nostro evento, e infine Fabio GALADINI, Direttore del ROMA FRINGE FESTIVAL, che ci ha inviato un comunicato che con piacere ho letto al pubblico milanese e che qui riporto in sintesi: “ …. Il Roma Fringe Festival ha con il vostro Premio un rapporto di sintonia teatrale, per questo motivo da alcuni anni abbiamo deciso di inserire di diritto, superando dunque la fase della selezione, uno fra gli spettacoli che verranno da voi premiati nella lista dei 21 spettacoli che andranno in concorso nell’edizione di quest’anno. Il Roma Fringe Festival 2023 continua a crescere in numeri e in collaborazioni. Per questa edizione il Festival si svolgerà oltre che nella sua casa naturale, cioè il Teatro Vascello, anche al Teatro Sala Umberto e al Teatro Parioli offrendo una maggiore visibilità alle compagnie che partecipano. Ma anche un quarto Teatro sarà protagonista di questa edizione, il Teatro Trastevere che ospiterà una serie di incontri e che dunque sarà il luogo del dibattito, del confronto e delle relazioni. Ma ora veniamo alla nostra decisione. La Commissione di selezione ha scelto, fra gli spettacoli proposti al Premio Fersen 2023 da inserire di diritto fra i 21 spettacoli in concorso: “CELESTE” della Compagnia LIBERAIMAGO, ritenendolo un progetto di forte impatto emotivo che consente ancora una volta e in modo efficace di comprendere che la memoria non è solo un ricordo ma che, soprattutto oggi, deve essere un’immagine viva e manifestata con forza per superare l’abominio e l’abisso …”.
Venendo ora al nucleo della serata, cioè alla Premiazione delle Opere in assenza degli Autori, ho idealmente invitato sul palco Fabrizio Ansaldo, autore di “La signora degli scarafaggi”, un monologo in cui vediamo una giovane donna, priva di mezzi, tentare di sopravvivere in una città da molti agognata: New York. La realtà le si rivela però molto dura, perseguitata com’è da amori infelici e soprattutto dagli scarafaggi che invadono la sua misera abitazione. In un crescendo di allucinazioni che rasentano la follia, lei trova persino il modo di renderseli amici. Un monologo che sembra voler sottendere come il ‘mito americano’ sia non solo tramontato ma, forse, che non sia mai esistito. Ne ha letto un brano Domitilla Colombo.
Interviene ora, sempre idealmente, Antimo Casertano, con il suo “Mare di ruggine”, un dramma famigliare in cui descrive, con accenti commoventi e dolenti, la storia di ben cinque generazioni di una famiglia nata come appartenente alla ‘’classe operaia’ e rimasta tale nonostante i rivolgimenti sociali succedutisi nel tempo. L’autore sembra così voler alludere ad una ‘ruggine’ metaforica nel senso che esprime visivamente l’indubitabile verità del famoso detto, agìto da ogni Potere, il quale opera da sempre in modo che ‘tutto cambi perché nulla cambi’. Legge la sinossi Sergio Scorzillo.
A seguire, Domitilla Colombo legge la sinossi di “Le Talebane”, una pièce brillante e paradossale scritta da Elisabetta Fiorito. Qui l’autrice immagina, come in un gioco di specchi, che il Potere finora esercitato dagli Uomini, sia passato alle Donne con un risultato decisamente insospettabile. Infatti Fiorito demolisce la mai tramontata mistica femminile che vede la Donna come ‘angelo’ tout court, e le attribuisce atti e comportamenti non identici bensì peggiori di quelli dell’Uomo. Ci appare quindi una Donna spietata, oppressiva e crudele. Solo immaginazione a tinte misogine dell’Autrice? Forse ma chissà? Il dubbio si è insinuato.
Ora è Fabrizio Caleffi a presentare, con un breve excursus storico, la pièce “GUERNICA , Dora, il Maestro e l’attentato”, scritta da Federico Latini che sembra avere casualmente attinenza con la pièce precedente. Qui un’altra donna, Dora Maar, una delle ultime amanti di Pablo Picasso, dopo la morte del Maestro, si toglie un sassolino dalla scarpa, ossia racconta il Picasso-mostro, il minotauro, che commette bassezze e imbrogli in merito al trasporto della sua famosa tela. Legge la sinossi Domitilla Colombo.
A seguire Gabriele Marcelli presenta il suo “Sciabbadai”, una coinvolgente pièce che racconta la storia di un attore affermato che, nel 1943, è costretto a diventare invisibile in quanto ebreo. Ciò lo porta a rifugiarsi in una chiesa dove incontra un parroco con cui stabilisce un rapporto conflittuale risolto infine dall’arrivo di un bambino. Legge la sinossi Sergio Scorzillo.
L’ultima pièce premiata per la sezione Drammaturgia è il monologo “Anita al Buio” scritto da Matteo Scarfo’ e da Priscilla Muscat. Qui il tema è la ricerca dell’identità sessuale e coglie in pieno lo Zeitgeist, ovvero ‘ lo spirito dell’epoca’, in quanto l’attrice e autrice, Priscilla Muscat, ci parla di una giovane donna che si interroga, con felice vena briosa e ironica, su un argomento che la tormenta: le piacciono di più gli uomini o le donne? Ne legge un brano Domitilla Colombo.
Passando alla sezione Regia, introdotta da Fabrizio Caleffi, la fortuna arride alla nostra serata in quanto ora possono salire sul palco ‘in carne ed ossa’ due dei Registi premiati: Caroline Pagani e Marco M. Pernich.
Caroline Pagani ci presenta un gustoso trailer tratto dal suo spettacolo “Mobbing Dick”, un show dal titolo malizioso alludente all’organo maschile (Dick nello slang inglese) in cui mette in scena l’Attrice che cerca di avere una parte dal Regista, entrando in conflitto con Lui. Il conflitto sembra ruotare intorno al sesso ma in realtà va oltre e sottolinea la diversa angolazione con cui Uomini e Donne vivono le cose del mondo. E dunque un riuscito esempio di teatro contemporaneo costruito volutamente e abilmente citando i classici.
A seguire Marco M. Pernich sale sul palco a presentare il suggestivo trailer dello spettacolo intitolato “Fantastica ed autentica storia del famoso Maestro e della sua amante Margherita” Pernich ci racconta che si tratta di un lungo lavoro di ricerca, complesso e articolato che dal famoso romanzo di Bulgakov trae ispirazione per andare oltre, ovvero condurre il pubblico attraverso una sorta di “rito iniziatico” in cui sia effettivamente possibile riconoscere il Bene dal Male, gli eterni dilemmi etici che oggi si presentano in forme sempre più insidiose nei vischiosi meandri del vivere sociale. Infine, con una qualche casuale attinenza al predetto dilemma, ecco il regista e autore Fabio Pisano che presenta, idealmente, il già citato spettacolo “Celeste”. Qui si narra la storia raccapricciante della ‘Pantera nera’ , cioè di Celeste di Porto, una giovane donna ebrea che non esita a denunciare per denaro ai nazisti la sua stessa gente con un semplice cenno del capo: donne, uomini, vecchi e bambini da inviare alle camere a gas. Perché l’avrà fatto? Solo per danaro o potrebbe esserci dell’altro? Una storia vera che il regista inscena con abilità, realizzando in modo ineccepibile la regola aurea del teatro di tutti i tempi: offrire domande e non risposte.
La nostra serata ‘accidentata’ si è così conclusa fra gli applausi del pubblico e a dispetto delle avversità e con nostra intima soddisfazione per aver dato comunque voce agli incolpevoli assenti.

Ombretta De Biase

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