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Spiaggia accessibile ai disabili: miraggio o possibilità? Gravili: ‘Eliminare le barriere marine’

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Turismo accessibile: miraggio o possibilità? Questo si chiedono affranti molti diversamente abili che in questi giorni stanno prenotando le proprie vacanze e che già si sono trovati dinanzi allo stesso problema lo scorso anno e negli anni passati. Possibile che le spiagge continuino a non essere idonee e accessibili, possibile che si debba per forza andare, qualora si desiderasse andare al mare e fare un bagno, in una spiaggia per disabili?
Come ogni anno, di questi periodi, inizia la stagione estiva e balneare che tutti tanto attendiamo, ma che, purtroppo non permette a tutti di essere vissuta in piena serenità.
Se molti cercano spiagge esclusive e aperitivo gourmet sotto l’ombrellone, c’è chi vorrebbe solo avere la possibilità di arrivarci e di poter respirare l’aria marina. Nella nostra Italia, infatti, i lidi accessibili veramente a tutti, comprese le persone con disabilità, si contano sul palmo della mano.
Ad oggi abbiamo le spiagge classificate in: disabili con disabili e normodotati con i normodotati, divisione che veniva fatta nei lager quasi un secolo fa, a questo punto a breve andremo a creare le spiagge per ogni etnia, categorizzando le persone in base al colore della pelle o a quello degli occhi. Noi come ‘Associazione Nodi D’amore’ proponiamo al vaglio del Governo alcuni semplici suggerimenti che se trasformati in legge andrebbero a risolvere molti dei problemi oggi vigenti negli stabilimenti balneari così come nelle Spa e nelle piscine pubbliche. In ordine:

• Per gli stabilimenti balneari oltre alle considerazioni su fatte, si richiede che ogni 100 posti per i normodotati così come è previsto per legge un bagno per i disabili sia prevista 1 postazione adibita ad uso per i disabili, affinché gli stessi si sentano parte di un tutto in ogni spiaggia.
• Nelle piscine pubbliche va imposto per legge il sollevatore per le persone con disabilità, non è possibile che ad oggi siano tenute ad averlo solo quello dove avvengono pratiche sportive.
• Nelle SPA, è previsto il bagno disabili e l’accesso al bar, ma un disabile alla SPA va per quello o per potersi godere una giornata di relax, esattamente come gli altri?
Perché, qui siamo al paradosso, un disabile nell’epoca in cui un iPhone ti fa quasi il caffè, non può permettersi un tuffo senza sentirsi un peso.
E’ tempo di agire e che la politica diventi parte attiva nel risolvere il problema, essere spettatori passivi di tali mancanze nel 2023, è come contribuire ad alimentare il problema. Basta parole e promesse, ora il mondo della disabilità, pretende fatti!

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