Conosciamo Giin

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GIIN nasce dall’intersezione tra i miti dell’alternative rock anni 90 e il dream pop più recente. esprime un insaziabile voglia di cambiamento e novità, una continua ricerca di chi sogna mondi diversi attraverso ambiguità, caos, dubbio e nostalgia che non vengono trattati come ostacoli o elementi negativi ma esaltati come protagonisti del viaggio. sapersi perdere, cambiare idea e contraddirsi, GIIN è ritrovarsi in un ambiente rarefatto accompagnati da chitarre distorte e melodie sognanti, è indossare benzina e aspettare lincendio.

Di recente, l’abbiamo vista allo Spring Attitude di Roma, e non potevamo che farle qualche domanda a riguardo.

Come hai saputo che avresti suonato in un contesto importante come quello dello Spring Attitude a Roma?

Il mio manager me l’aveva accennato qualche mese fa, ma non mi voleva ancora dare false speranze quindi si teneva sul vago. Poi quest’estate mi ha dato la conferma e ovviamente ricevere un messaggio di genere è stata una botta di euforia pura.

E, avendo pubblicato un solo singolo sinora, come hai costruito il live e la scaletta? Pensi sia difficile suonare davanti a persone che non ti conoscono affatto?

Anche se di singolo fuori ne ho solo uno sono molte le canzoni che ho scritto ed ho a portata di mano. In più stiamo preparando un ep, quindi il palco di Spring Attitude non sarà solo un mezzo per lanciare il mio singolo ma anche per dare un assaggio di quello che farò uscire prossimamente. Sicuramente sarà una sfida non solo attirare ma anche mantenere l’attenzione con canzoni che nessuno ha mai sentito, ma sono fiduciosa, dopotutto secondo me i live sono il modo migliore per conoscere nuova musica e nuovi artisti.

Cosa puoi raccontarci del tuo singolo di debutto “Everytime I feel you cry” e del periodo in cui l’hai scritto?

L’ho scritto qualche anno fa quando avevo intorno ai 17 anni, e avere 17 anni non è mai facile per nessuno. È l’età dove si cambia di più perché inizi a uscire dall’adolescenza ma in realtà ne sei ancora completamente sommerso. Tutti si iniziano ad aspettare che tu sappia già chi vuoi diventare, ma in realtà non ti sei ancora fatto le ossa e sei malleabile a tutto quello che ti circonda. A me è capitato di vivere questa situazione che mi ha completamente rivoltato, perché cambiato sarebbe dire poco. È un po’ come se fosse stata il mio giorno 0 e da la fossi rinata. In Everytime I Feel You Cry la racconto per filo e per segno, in tutta la sua confusione e contraddittorietà. Più nello specifico parla di un amore condannato a mai fiorire, di un desiderio che brucia e che rimarrà sempre là perché non sarà mai soddisfatto. A volte è più facile scappare e fare finta di niente che affrontare i propri sentimenti e i propri difetti, e Everytime I Feel You Cry parla di questo, di come a volte volersi non basta.

Come sei entrata in contatto con Giungla Dischi? E quale pensi possa essere il ruolo di un’etichetta discografica nel 2023?

Conosco Andrea Rapino da quando sono piccola, poi l’anno scorso ho deciso di mandargli una canzone, la prima in italiano che io abbia mai scritto e che probabilmente mai pubblicherò. E fortunatamente non solo gli è piaciuta, ma si è gasato, così abbiamo iniziato a lavorare insieme.

Hai già dei programmi per Capodanno?

Ancora niente, probabilmente verrà organizzato all’ultimo come ogni anno, ma sicuramente faremo un po’ di panico.

Morgana Grancia

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