Notice: A non well formed numeric value encountered in /web/htdocs/www.corrieredellospettacolo.net/home/wp-content/plugins/td-social-counter/shortcode/td_block_social_counter.php on line 1176

Zio Vanja. La seconda tappa del Progetto Čechov di Leonardo Lidi

Data:

 

In scena dal 21 al 26 novembre 2023 al Teatro Carignano

Zio Vanja scritta nel 1890 da Anton Čechov ed ambientata nello stesso periodo è considerata un universale capolavoro teatrale. Leonardo Lidi con Zio Vanja prosegue il suo progetto su Čechov iniziato nel 2022 con Il gabbiano. Il suo studio si concluderà nel 2024 con Il giardino dei ciliegi. I personaggi seguono le orme delle narrazioni più importanti dello scrittore russo. I protagonisti della drammaturgia sono: Aleksandr Vladimirovic Serebrjakov, professore in pensione, Elena Andreevna , Serebrijakov sua moglie, Sofja Aleksandrovna (Sonja), figlia nata dal primo matrimonio del professor Serebrijakov. Marija Vasileevna Vojnickaij, vedova, madre della prima moglie del professor Serebrijakov. Vanja Vojnickij (Zio Vanja), suo figlio, fratello della prima moglie del professore. Michail L’vovic Astrov, un medico. Il’ja Il’ic Telegin, il fattore, possidente decaduto. Marina, l’anziana balia. Efim, il garzone. Ed ora la trama:

“ Ivan Vojnickij detto “Zio Vanja“, amministra da anni la tenuta  agricola di Serebrijakov con l’aiuto della nipote Sonja. La tranquillità della loro vita di campagna è turbata dall’arrivo del proprietario. L’anziano Serebrijakov, è un noto professore che da poco ha sposato in seconde nozze la giovane e bellissima Elena Andreevna. Vanja è l’ex cognato di Serebrijakov perché l’accademico, in prime nozze aveva sposato sua sorella. Vanja disprezza intimamente il professore perché si sente sfruttato non solo per il lavoro in azienda poco gratificante ma anche perché lo sosteneva economicamente. Vanja alla vista di Elena si sente turbato ma allo stesso tempo la biasima per il fatto che ha sposato un uomo molto più vecchio di lei. Nella tenuta è stato chiamato anche Astrov un medico di campagna. Il dottore deve prendersi cura della salute del signor Serebrjiakov, ma anche lui rimane infatuato dallo sguardo della giovane sposa. Elena però non solo è insensibile ai corteggiamenti ma è annoiata dalla monotona vita campagna. Sonja, la graziosa nipote di Vanja è invece segretamente innamorata di Astrov ma lui non se ne cura. Un giorno il professore raduna tutta la famiglia per un annuncio importante. Il suo progetto è quello di vendere la tenuta e con il ricavato affittare una villa in Finlandia per lui e sua moglie. Vanja nel sentire tutto ciò va su tutte le furie. L’amministratore rinfaccia a Serebrjiakov tutti i sacrifici che ha fatto per quella terra dove ha lasciato tutte le sue ambizioni e tutta la sua vita. La situazione degenera quando lo zio Vanja prende una pistola e spara al professore mancandolo. Elena sconvolta dagli avvenimenti decide di lasciare la casa il giorno dopo con il marito.  Vanja disperato cerca il suicidio con una fiala di morfina trafugata dalla valigetta del medico ma l’insano gesto viene impedito da Sonja e dal dottor Astrov. Il dramma si conclude con Sonja che lavorando su un libro contabile cerca di consolare lo zio.”

Il Regista Leonardo Lidi dice del suo progetto:

“La seconda tappa del Progetto Čechov abbandona il gioco e si imbruttisce col tempo. Spazza via i contadini che citano Dante a memoria per consentire un abuso edilizio ambizioso e muscolare. C’era un grande prato verde dove nascono speranze e noi ci abbiamo costruito una casa asfissiante con troppe inutili stanze ad occupare ogni spazio vitale. Avevamo sfumature e ora c’è un chirurgico bianco e nero che strizza l’occhio allo spettatore intelligente. Avevamo donne e uomini che cercavano la vita attraverso l’amore ma abbiamo preferito prenderne le distanze. Quando? Quando è diventato “troppo poco” parlare d’amore? Come se poi ci fosse qualcos’altro di interessante. Se nel Gabbiano sprecavamo carta e tempo nel ragionare sulla forma più̀ corretta con il quale passare emozioni al pubblico, divisi tra realismo e simbolismo, tra poesia e prosa, tra registi, scrittori e attrici, e ci bastava una panchina per tormentarci dei dolori del cuore (Quanto amore, lago incantatore!) in Zio Vanja l’arte è relegata a concetto museale, roba da opuscoli aristocratici, uno sterile intellettualismo che non pensa più̀ al suo popolo, che annoia la passione (…) E allora che questa strana famiglia cantata da Čechov abbia la faccia di Gaber. La sua maschera irriverente. O meglio ancora di Freak Antoni. Che sia stonata e sgrammaticata. Sconfitta dai propri fantasmi.”(…)   Zio Vanja racconta le vicende di una famiglia sconfitta dai propri fantasmi. La drammaturgia è  la narrazione delle occasioni mancate, delle rinunce e dei rimpianti: una commedia domestica che pare quasi costruita sull’inerzia. In questo dramma i protagonisti sono bloccati nell’immobilismo della provincia russa e si crogiolano nella noia e nel tormento per i propri fallimenti, ospiti di una grande dacia in decadenza. La loro stasi è solo apparente e restituisce ancora più forza allo specchio sfacciato che riflette le nostre debolezze.”

Lo spettacolo ben diretto da un ispirato Leonardo Lidi è magistralmente interpretato da Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini, Angela Malfitano, Francesca Mazza, Mario Pirrello, Tino Rossi, Massimiliano Speziani, Giuliana Vigogna. Le scene e le luci sono di Nicolas Bovey, i costumi di Aurora Damanti e il suono di Franco Visioli.

Giuliano Angeletti

 

Zio Vanja

di Anton Čechov
con Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Ilaria Falini,

Angela Malfitano, Francesca Mazza, Mario Pirrello,

Tino Rossi, Massimiliano Speziani, Giuliana Vigogna
regia Leonardo Lidi
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
suono Franco Visioli
Teatro Stabile dell’Umbria
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Spoleto Festival dei Due Mondi

Seguici

11,409FansMi Piace

Condividi post:

spot_imgspot_img

I più letti

Potrebbero piacerti
Correlati