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Suoni e canti a gloria del Signore e del Creato per finire la religiosità natalizia

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Pure questo nuovo anno bisestile s’è chiuso nel tempio romano della Musica ,ovvero l‘Auditorium, con l’omaggio dell’Orchestra Popolare di Ambrogio Sparagna alle meraviglie che ha compiuto il Padre Onnipotente, Onnisciente e Signore di Tutto , che per l’incontenibile Suo Amore non solo ci creò, ma ci salvò quando eravamo ancora peccatori e schiavi della Legge, mentre ora nel corso della nostra vita, se crediamo in Lui, ci santifica attraverso lo Spirito Santo. Dunque per l’Epifania del 2024il pontino di Lenola, ricercatore di tradizioni locali e folklore, ha fatto uno straordinario “collage” di canti ed inni ispirati alle festività appena trascorse per rendere onore al Signore e lodare le Sue opere, partendo dal “Cantico delle Creature “ di san Francesco ed arrivando all’Enciclica di Papa Francesco “ Laudato Sii”. Nella presente atmosfera per le atrocità della guerra in Palestina ed in Ucraina, che sta seminando un enorme numero di vittime per lo più innocenti, a parte i capi dei terroristi, con il concerto,  che ha spaziato dall’Oriente ove sorge il Sole all’Occidente su cui tramonta, ha auspicato il tanto atteso ritorno alla Pace, che discende dalla Giustizia e dal rispetto integrale delle differenti religioni monoteiste e delle varie civiltà culturali corrispondenti, in nome del Dio unico, pur se chiamato con nomi distinti, che è Amore infinito. Ecco quindi che ha voluto con sé due musicisti d’estrazione etnica africana e greca : il primo era il tunisino Ziad Trabelsi ed il secondo il greco Theodoro Melissinopulos. Naturalmente il cardine è stata la celebrazione terminale dell’ottavo centenario del primo presepio vivente di San Francesci nella valle sabina a Greccio, con l’iniziale esecuzione da parte di Sparagna e della moglie Anna Rita Colaianni direttrice del coro del “Cantico delle Creature” principe espressivo delle Laudi Medievali, che potevano essere dedicate pure alla Passione come quella di Jacopone da Todi; a rappresentare l’Ordine Minore Francescano c’era padre Fedele Mattera con la sua zampogna. Dagli ordini religiosi infatti sono nati molti canti della sacralità liturgica orale e non per nulla da qui sono venute le raccolte ottocentesche tipiche dei monasteri e delle abbazie. Tra questi ricordiamo quelli oratoriani di San Filippo Neri che giunse da Firenze a Roma nella prima metà del ‘500 e destinò le sue maggiore cure alle formazione pedagogica e scolastica dei giovani con gli oratori, facendosi parecchi proseliti alla maniera del Poverello di Assisi e tra questi padre Maurizio Botta che con la sua splendida tonalità vocale era presente sul palcoscenico. Infine il terzo Santo da cui Sparagna s’è lasciato ispirare è stato Sant’Alfonso Maria de’Liguori che compose nenie e melodie partenopee classiche, tra le quali “Oggi è nata na nennella”e “ Quanne nascette Ninno” che Peppe Servillo ha cantato in partenopeo insieme alla Colaianni, ruotando Erasmo Treglia, che aveva intonato in sardo  la lirica “Custu pizzineddu”, la ghironda.Il carattere semplice, umile e mistico di codesto repertorio ci rimanda alla spiritualità ortodossa ed islamica risuonata con i cantori ospitati, che hanno   proposto delle questue, come la “Pasquella” nei Castelli Romani per gli auguri di casa in casa al fine di ottenere denari o dolci oppure le “Kalande” dell’Epifania, dopo la benedizione delle acque con la Croce che viene gettata dal Pope ortodosso e poi ripescata dai nuotatori. La Madonna benedice chi li canta nella tradizione ortodossa bizantina, come quella di Lugro in Calabria e Piana degli Albanesi in Sicilia; siffatta ritualità è tipica della Cappadocia Trapezunda in Asia Minore, con la Turchia di Erdogan in particolare. Con i suoni della zampogna e la pastorale strumentale degli organetti in platea, l’ud tunisino di Trabelsi,gli organetti, la fisarmonica e zampogna d’uno scatenato Sparagna saltellante sul palcoscenico, i tamburelli della Salvucci, le ciaramelle e la ghironda appunto, il violino, la mandola, la chitarra e il bouzouki rispettivamente di Erasmo Treglia, Raffaello Simeoni e Cristiano Califano , la sana e spensierata gioia, il ritmo frenetico e l’allegria del senso religioso manifestato, sono esplosi nella Sala Sinopoli, mentre la seconda parte della serata è stata caratterizzata dal canto del coro popolare della Colaianni più imponente come numero relativamente anche a quello precedente la pandemia del Covid 19 Adesso l’appuntamento con l’Orchestra Popolare di Sparagna è fissato all’11 febbraio per l’ultima domenica di Re Carnevale sempre in Sala Sinopoli alle 11.Ancora Buon Anno a tutti, dopo quello trasmessoci  tra l’altro dall’Orchestra Filarmonica di Vienna diretta dal Maestro Thillemann con l’immancabile concerto di Capodanno sulle musiche polke e valzer di Johan e Joseph Strauss, arricchite dalle suggestive coreografie dei ballerini con i duo o l’ensemble nelle stanze dei Palazzi Imperiali.

Giancarlo Lungarini

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