La trasmissione natalizia, occasione per rincontrarsi tra “Ginger e Fred” al Quirino

Data:

Il cinema e la rappresentazione teatrale sono molto amate come essenziali espressioni della cultura di cui l’individuo non può assolutamente fare a meno, se non desidera essere solamente un organismo biologico, ma pure un soggetto pensante che, a partire dall’età adolescenziale e successivamente giovanile con il “romanzo di formazione” cresce e s’arricchisce sempre più razionalmente, come sostenevano gli Illuministi del Settecento, con le Arti ed i mezzi di qualificazione e progressivo sviluppo intellettuale che la società gli mette a disposizione, secondo l’articolo 3 della Costituzione. A questo si devono aggiungere le qualità e risorse umane individuali dello spirito, che i filologi medievalisti individuavano in un quadrivio :matematica, medicina, musica ed astronomia, già studiate dalle civiltà classiche assiro – babilonese e greca, che ne fecero poi dono a Roma con l’espansione dell’Impero Romano delineato nelle Carte scolpite alla fine di via dei Fori Imperiali sulla destra vicino al Colosseo, od Anfiteatro Flavio . A tali 4 scienze si sommavano quelle del trivio letterarie ed ecco che siffatte ora vengono più o meno genialmente esplicate con le sceneggiature ed i soggetti, i copioni, cinematografici e teatrali che si supportano, incrociano ed ispirano spesso tra loro. Qualche tempo fa, dopo l’allestimento per la scena del film “Il Sorpasso” con Vittorio Gassman nella scorsa stagione, avevamo osservato sempre nello spazio culturale di “via delle Vergini” “Anna Karenina” dal famoso romanzo ed adattamento cinematografico di Tolstoj, mentre ora è la volta di essere portata sul palcoscenico una straordinaria pellicola di Federico Fellini riminese intitolata “Ginger e Fred” in cui due stupendi ballerini degli anni quaranta, che si calavano nei danzatori d’oltre Oceano Fred Astaire e Ginger Rogers con lusingata bravura, venivano richiamati da una televisione privata per riproporre quell’esibizione coreografica che aveva loro fruttato notorietà e fama. Da allora, Pippo Botticella lasciato dalla moglie ed affetto da patologia cronica con una vita piuttosto misera, per sopperire alla quale ci sono ora i vitalizi per gli artisti, nonché Amelia Bonetti, pensionata e che ora è al Nord, s’erano persi di vista sia pur con reciproco rimpianto. Siffatta pellicola romantica e sentimentalmente pietosa sulla terza età era stata realizzata dal sommo intelletto di Federico Fellini nel 1986 rimanendo impressa lucidamente nella mente di coloro che l’avevano visionata, ma altri distratti o nati dopo tale fausto evento non avevano avuto modo di vederla ammirandola. Per codesto motivo la brava ed ingegnosa donna di grandi facoltà artistiche quale Monica Guerritore s’è impegnata a riportarla in scena apprendendo anche passi di danza. Tuttavia la gestazione prima dell’ascesa sul palcoscenico in questo inizio d’anno è stata piuttosto sofferta e laboriosa in quanto il suo naturale partner Pietro Bontempo s’è infortunato e lei, che ne ha curato pure l’adattamento e la regia, ha dovuto moltiplicare i suoi sforzi per trovare un valido e disponibile sostituto, rintracciato poi in Massimiliano Vado che con alacrità e grintosa determinazione di riuscire, sotto la guida della preziosa Monica, ha imparato la parte e studiato le giuste posture con la precisa recitazione per non far rimpiangere insieme i memorabili interpreti di quel colossale film: Marcello Mastroianni e Giulietta Masini, scoperta e quindi sposata dal geniale Federico. Siamo alla giornata antecedente il Natale sulla riviera romagnola davanti ala vetrata d’un albergo in disarmo e l’insegna luminosa dell’”Eden Rock” una discoteca di fine XX secolo con la scintillante dicitura “Ed ecco a Voi lo Show di Natale” che un’emittente vuole registrare per i suoi telespettatori, come fa Mediaset con il “Concerto di Natale” dalla Sala Nervi del Vaticano, riscuotendo enorme “share” di teleutenti. Si osservano avanzare personaggi qualunque di varia estrazione : dilettanti, giovani, anziani, imitatori ed esibizionisti, stravaganti e bizzarri al punto che qualcuno porta con sé i mezzi per il travestimento da maggior effetto visivo :chi la parrucca, altri l’abito di scena ed il frac per camuffarsi sotto i riflettori ed in guisa di ospiti della sala di ripresa concretizzata sulla pedana della discoteca. Con la loro valigia arrivano pure Amelia e Pippo che si presentano al conduttore della trasmissione, in guisa di Amadeus da Crotone del trascorso Capodanno, riconoscendosi a stento a distanza e sarà la più sveglia e solerte, intraprendente, Ginger impersonata dalla sobria, misurata, discreta ed ancora piacente Monica, malgrado qualche ruga segni ormai il suo viso, a ricordare la fisionomia di Pippo che, affetto da un incipiente Alzheimer malattia tremenda del tempo, sembra averla dimenticata del tutto. I due cominciano ad eseguire passi d’uno scatenato e risuonante tip – tap per la loro indomita passione ed esuberante senescente frenesia, mentre quasi fossimo in un circo il domatore tiene in riga, a bada, quella fauna umana, in parte pavida e disciplinata, bensì pure effervescente e spinta a mettersi in mostra per l’inaspettata e gratuita occasione loro offerta per una volta d’uscire dal grigio anonimato. Sono in effetti disperate solitudini, anime mosse da minute aspirazioni, desolate e tristi per la semplice sopravvivenza, tra comiche menzogne e costernate esternazioni. Sul più bello c’è un improvviso “blackout” e il consapevole Pippo capisce che la loro prestazione è giunta al capolinea, non sono più quelli del tempo che fu ed allora è meglio approfittare del buio provvisorio per fuggire dalla discoteca ed evitare la figuraccia patetica cui stanno illusoriamente andando incontro, ma Monica alias Ginger non vuole affatto accontentare il suo anziano compagno tersicoreo e d’amore d’un tempo, che adesso l’elegante, affabile ed impeccabile Vado, è riuscito in pochi giorni ad imparare la discrezione del suo personaggio, le sta facendo rivivere, per cui resta al suo posto ed al riaccendersi degli intensi riflettori riprendono a danzare con splendidi e teneri, dolci , balli lisci stretti e roteanti su se stessi, con le sfavillanti volute e spalline degli sfolgoranti abiti da gran sera; gli altri ospiti non possono che sottolineare con scroscianti applausi il gran ballo che hanno apprezzato tra una pubblicità e l’altra, mentre il venir meno temporaneo delle luci ha metaforicamente simboleggiato il lasso cronologico intercorso tra l’essersi separati un dì e la gratificante rimpatriata di questa circostanza per incentivare le spese a favore della catena commerciale. Non c’è un ritorno di fiamma giacché Pippo accompagnerà Amelia alla stazione di Rimini e poi la saluterà dato che il creatore del soggetto e trama Federico Fellini così ha voluto, forse per l’amaro destino che sovente è riservato alle grandi passioni e noi lo sappiamo per esperienza, dovendo poi vivere la senescenza da soli come tanti nella stessa situazione ed occorre forza d’animo. Quella che rimane intatta ed anzi viene rafforzata è la solidarietà umana che non tramonta negli animi nobili ed anzi talora cresce per emotiva empatia e compartecipazione forte al dramma, com’è stato nell’attuale caso della povera Anna Pedretti di Sant’Angelo Lodigiano distrutta dall’onta dei giustizieri sui social, quei “mass media” di cui molti abusano elevandosi a giudici arbitrari non rammentando il detto evangelico “non giudicate e non sarete giudicati dalla Divina Misericordia” sempre raccomandata al clero quirite dal suo Vescovo : Papa Francesco. La borghese scenografia del sofisticato ambiente trascolorato e fatiscente è di Maria Grazia Iovine, l ‘eccelse coreografie dei principali balli moderni, in cui i due attori protagonisti si sono meravigliosamente esercitati, portano la firma di Alberto Canestro, i costumi di scena di differente foggia e luccichio a seconda dei parametri sociali del campionario tipologico del cast sono stati creati da Walter Azzini , le luci soffuse e che vanno incontro al tilt, con il dialettico ed amletico ripensamento del duo di coppia, per poi esplodere incandescenti nell’ultima parte sono di Pietro Sperduti. Lo spettacolo rielaborato per il teatro dalla Guerritore ,dirigendo l’allestimento Andrea Sorbera, resterà purtroppo al Gassman fino a domenica prossima con tutta la sua malinconica e profonda nostalgia, essendosi persa una settimana a causa dell’incidente fisico occorso a Pietro Bontempo e non potendosi saltare o rivedere le date della tournée prestabilita nelle principali “piazze” d’Italia.

Giancarlo Lungarini

Seguici

11,409FansMi Piace

Condividi post:

spot_imgspot_img

I più letti

Potrebbero piacerti
Correlati