Notice: A non well formed numeric value encountered in /web/htdocs/www.corrieredellospettacolo.net/home/wp-content/plugins/td-social-counter/shortcode/td_block_social_counter.php on line 1176

La luna a un metro (La lune à un mètre)

Data:

FRANCIA 1898 3′ B/N
REGIA: GEORGES MELIES
INTERPRETI: GEORGES MELIES, JEANNE D’ALCY
VERSIONE DVD: SI’, edizione ERMITAGE CINEMA

Un astronomo (Méliès), che forse sta sognando, ne passa di tutti i colori all’interno del suo osservatorio: un diavoletto appare improvvisamente a disturbarlo, per venir poi scacciato da una dea (D’Alcy, attrice preferita dal regista e sua futura seconda moglie); uno schema che ha disegnato sulla lavagna si anima improvvisamente; mentre i mobili della stanza scompaiono e riappaiono, la luna piena si avvicina al balcone, si mangia il telescopio e fa uscire dalla sua bocca due bambini vestiti da Pierrot, che l’astronomo rimanda indietro; quando l’uomo cerca di colpirla, la luna si allontana, si trasforma in spicchio con una donna sopra, ritorna luna piena e si fa di nuovo enorme, mangia anche l’astronomo per poi risputarlo a pezzetti; torna la dea e rimette insieme i frammenti del povero scienziato che, una volta ristabilitasi la calma, riprende i propri studi, un po’ frastornato…

Il “Mago del cinema”: così è giustamente passato alla storia il grande Georges Méliès (Parigi 1861-1938), uno dei pionieri della Settima Arte, nonché padre riconosciuto del cinema di fantascienza. Affascinato dalla prima proiezione pubblica dei fratelli Lumière, si è gettato a capofitto nell’allora nascente cinematografo, allontanandosi però dagli intenti realistici dei suoi inventori per esplorarne il lato fantastico e immaginifico, mettendo a frutto i suoi trascorsi da illusionista e prestigiatore. Fondata la propria casa di produzione, la Star Film, e dotatosi di un apposito teatro di posa in cui fabbricare i propri sogni, Méliès ha realizzato oltre cinquecento opere (perlopiù cortometraggi) tra la fine dell’Ottocento e gli anni Dieci del Novecento, periodo di massimo splendore prima della crisi, sopraggiunta con l’arrivo della Grande Guerra, preludio a un rapido declino che lo ha visto cadere nell’oblio e terminare la sua attività lavorativa come giocattolaio.

Dopo gli esordi realistici in “stile Lumière” (come Partie de cartes, molto probabilmente il suo primo film), il cinema di Méliès vira rapidamente verso l’immaginario e il fantastico, puntando tutto sulla ricerca dell’effetto meraviglia e dello stupore. Ogni suo film è un collage di giochi di prestigio ed effetti speciali (come quello della “sostituzione” o quello della “sovrimpressione”) finalizzati a sorprendere lo spettatore, invitandolo a quella “sospensione dell’incredulità” che è un concetto cardine della narrazione fantastica (sia essa letteraria, teatrale o cinematografica). Nelle sue storie si assiste a un allegro sovvertimento delle leggi della fisica e dell’ordine razionale delle cose, in favore di una logica onirica e dal sapore anarchico: un’anticipazione degli elementi costitutivi del Surrealismo che, non a caso, rivaluterà l’opera del regista, dedicandogli un’apposita retrospettiva cinematografica – la prima della storia – all’inizio degli anni Trenta del secolo scorso, quando Méliès era già finito nel dimenticatoio.

La lune à un mètre è un’opera di grande importanza nel percorso cinematografico di Méliès, sia a livello artistico, per via dell’ambiziosa realizzazione tecnica in cui l’autore fa sfoggio di tutti i trucchi a sua disposizione fino a quel momento, che filologico: rappresenta infatti un’anticipazione del celebre Viaggio nella luna (1902) grazie al quale Méliès, omaggiando Jules Verne, ci ha portato sul nostro satellite quasi settant’anni prima dell’equipaggio della missione ”Apollo 11”. Due anni dopo, con Il viaggio attraverso l’impossibile – film da cui prende il nome questa rubrica -, Méliès si spingerà addirittura oltre, raggiungendo il sole. Volendo, invece, individuare un’opera ispiratrice per La lune à un mètre, si potrebbe citare Le cauchemar (1896) dello stesso Méliès, in cui è presente una grande luna di cartone simile a quella del presente cortometraggio.

Il pianista Danilo Rea ha realizzato un bell’accompagnamento sonoro dell’opera per il dvd dedicato a Méliès La magia del cinema, uscito nel 2011 e curato da Ermitage Cinema: dieci tra i migliori cortometraggi dell’autore musicati da vari artisti italiani, tra cui Nicola Piovani, Stefano Bollani e Jovanotti. Sempre nel 2011 è uscito Hugo Cabret di Martin Scorsese: l’omaggio più sentito e toccante rivolto dal mondo del cinema a Georges Méliès, un film semplicemente imperdibile.

Francesco Vignaroli

Seguici

11,409FansMi Piace

Condividi post:

spot_imgspot_img

I più letti

Potrebbero piacerti
Correlati