Scrivere, parlare di canzoni e di musica per me è sempre una grande gioia, soprattutto quando parlo di artisti a cui sono legato. Questo è stato sempre un sogno, un desiderio della mia vita che ho potuto realizzare grazie al Corriere dello Spettacolo. Oggi la mia gioia di scrivere è grande, perché finalmente scrivo per parlare di un’artista a cui sono molto legato, non solo perché amo la sua voce e le sue canzoni ma anche perché insieme condividiamo l’amore per la nostra terra, la nostra Sicilia, che l’artista ha cantato (ricordo “Sicilia Antica”). Lo ha fatto onorando questa terra meravigliosa intitolando un suo brano, “l’Etnea”, presente nel suo nuovo album“Etnea”. Naturalmente, sto parlando di Marcella Bella.
Sinceramente, era tanto tempo che volevo fare un omaggio a Marcella, ma aspettavo un momento speciale che mi conducesse a dire “è ora di farlo”. Prima non mi era possibile perché le cose vanno fatte con il cuore e l’anima, proprio come mi insegnano gli artisti come Marcella Bella. Ma soprattutto bisogna scrivere quando viviamo dei momenti che ci colpiscono molto, che ci emozionano in modo speciale. Pensando a Marcella Bella, posso dire che non sono mai mancati questi momenti speciali in cui mi sono detto di scrivere qualcosa su di lei, ma aspettavo qualcosa di nuovo, un’altra emozione da parte dell’artista, sentendo che questa grande emozione sarebbe arrivata presto. Infatti, essa è arrivata con l’arrivo del nuovo album “Etnea”. Un album che è un capolavoro, un’opera d’arte come tutte le canzoni di Marcella. Nello stesso l’artista manifesta sempre la sua autenticità, quella di artista sempre elegante, molto fine nel suo stile di cantare canzoni. Canzoni che sono sentimenti profondi, poesie, messaggi e amore. Canzoni che ti emozionano, donano gioia. Ma c’è anche – in Etnea – una Marcella del nostro tempo, che non perde la sua eleganza, la sua finitezza in questa contemporaneità in cui sembra che parlare d’amore sia fuori tempo, ma con Marcella non è così. Marcella canta la vita, quello che proviamo, l’amore che sentiamo e che forse in questo tempo nascondiamo o di cui evitiamo di parlare. “Etnea” è un album di grande entusiasmo, un inno a vivere, sorridere e amare nella nostra unica possibilità, ossia di essere liberi di scegliere, di essere quello che vogliamo, di costruire, ritrovare la serenità, l’amore che abbiamo accantonato. Tutto dipende dalla nostra volontà che può tutto di fronte alla nostra libertà. Marcella ci insegna, ci comunica quanto sia importante avere coraggio, che non dobbiamo avere paura della fragilità. Ma c’è anche di più, Marcella ci insegna quanto sia importante l’amore, avere una persona vicina a noi, ma soprattutto ascoltando questo album l’artista ci insegna quanto è importante essere uomini, donare un uomo vero alla donna. Marcella ci insegna che la vita di una donna senza un compagno è deserta ma allo stesso tempo per un uomo è un inferno vivere senza una compagna di vita. C’è nell’album amore, invito a vivere, amare, comprensione e incontrarsi, prendersi per mano, incontrarsi nell’anima.
Nello stesso album c’è Marcella, che si racconta, che si identifica con l’Etna, che è femmina. Marcella racconta la donna siciliana e racconta le donne in generale. Le donne che sono forti, possedenti una forza della natura unica.
Quanto detto finora è ciò che “Etnea”, nuovo album di Marcella Bella, mi trasmette. Lo stesso è composto da 10 bellissimi brani. Il primo singolo estratto è “Tacchi a Spillo”, si tratta di una metafora della vita, che rappresenta la fragilità, la forza, la tenacia che servono per affrontare le sfide che la vita ci presenta. Ascoltando il brano, può apparire un metafora che parla delle donne, di come esse sono fatte, ma nella realtà la fragilità, la tenacia e la forza appartengono a tutti, anche a noi uomini. Con la differenza che forse noi uomini non riusciamo a dare un giusto valore, direzione, equilibrio alla forza, alla tenacia, alla fragilità. In un tutt’uno in cui abbiamo tutti bisogno di un equilibrio che si può costruire e realizzare. In tutt’uno in cui non dobbiamo avere paura di soffrire e di provare dolore. Perché tutto fa parte della vita. Non dobbiamo avere mai paura di cadere, di perdere. Un altro brano dello stesso album è “Soffri, soffri”, un testo che evidenza la fragilità dell’uomo. L’uomo che ha paura di perdere la donna che ama, l’uomo geloso, l’uomo possessivo, l’uomo che vuole far sentire in colpa la donna. Ma allo stesso tempo la donna stanca, che ama ma che ha bisogno di andare via. Questa canzone dell’artista ci fa capire molto bene che spesso è il nostro comportamento a farci perdere la donna che amiamo, la nostra fragilità. Ma allo stesso tempo quello che manca nella coppia, il dialogo, la capacità di dire quello che si prova. C’è una Marcella che è molto vicina all’anima dell’uomo. Una Marcella che tocca i sentimenti di un uomo, c’è comprensione e un’unica verità: l’amore non è crearsi delle paure, farsi rapire dalla fragilità. Inoltre, il brano ci comunica che amare non significa essere possessivi, egoisti ma rispettare e accettare il cambiamento.
Nello stesso album c’è presente un duetto con un’altra grande donna della musica italiana, naturalmente sto parlando di Loredana Bertè, che con Marcella interpreta “Mi rubi l’anima”. E qui mi fermo, perché voglio invitare il pubblico ad ascoltare questo meraviglioso album di Marcella Bella.
Concludo questo omaggio ringraziando Marcella Bella delle sue belle canzoni. Il mio ringraziamento lo voglio estendere anche ai suoi fratelli che collaborano e sono vicini a Marcella e in particolare un grande grazie va a Gianni Bella, un grande cantautore. Sono felice di avere vissuto un tempo in cui sono presenti dei grandi artisti come appunto Marcella e Gianni.
Giuseppe Sanfilippo