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Sicura personalità con grinta e raccomandazioni a Matteo in “Bollicine”

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L’inclinazione naturale e la vera genuina passione non si dimenticano mai, non si possono mettere da parte, tradire, perché indubbiamente tendono sempre a risorgere e farsi sentire dentro di noi,per cui altri esperimenti artistici o prove alternative e sempre di successo restano una sfida con cui ci siamo cimentati, tuttavia destinati ad essere un bel ricordo altrettanto lusinghiero della nostra carriera artistica. Lo stesso può dirsi per quel brillante, funambolico, salace ed istrionico , attore che è Max Giusti, tifosissimo della Lazio con i suoi 50 anni ben portati, che reduce dal trionfo con il personaggio altolocato quirite de “Il Marchese del Grillo” magistralmente diretto da Massimo Romeo Piparo, anfitrione del magnifico teatro musicale e di prosa del Sistina, torna al suo abituale ruolo di protagonista assoluto del palcoscenico intrattenendo sfiziosamente quale “vip” della risata goliardica ed arguta , sottile, riflessione umoristica il pubblico, che non è venuto solo dalle varie zone e quartieri di Roma, bensì pure dall’hinterland della nostra Regione come dimostrato per la prima del suo nuovo efficace spettacolo di frizzante e sarcastico, surreale, divertimento intitolato “Bollicine”. Per l’occasione erano presenti personalità della politica, quali il senatore Lotito presidente della Lazio che non se la passa bene nemmeno con Tudor e rappresentante a Palazzo Madama per Forza Italia di Tajani del Molise, il ministro della cultura, con lo scambio di Londra per New York , di Fratelli d’Italia Sangiuliano, ex direttore del TG2,la conduttrice Caterina Balivo, con anche la famiglia dell’attore comico dalla madre alla moglie Benedetta Bellini, al figlio Matteo , mancando la sorella Caterina. Inizialmente ha interagito con gli spettatori in sala per rendersi conto della loro provenienza ed estrazione così da definire il contesto, poi ha spiegato che il titolo significa il fatto che intende “stapparsi”, mettersi a nudo, rivelare tutto di se stesso per fare i conti con il passato ed aprirsi ad una fulgida avventura di prestigio anche per il futuro, avvertendo ancora una dinamica vitalità. Il suo è stato un denudarsi caratteriale e psicologico, rivendicando il meglio della sua figura e giustificando la sua superiorità etica e caratura razionale rispetto ai giovani di oggi , che spesso si perdono sui “social net work”, si lasciano andare a rap senza alcun senso e smarriscono la loro onestà e sincerità di fronte alle prime difficoltà della vita, diventando pericolosi e criminali per sé e gli altri con le pistole e le sostanze stupefacenti che ti “sballano” e non ti fanno più controllare i tuoi gesti, come gli uccisori di Willy, della ragazza di Aosta da parte del giovane francese arrestato a Lione e tanti altri femminicidi e regolamento di conti. Senza farsi pregare e temere nulla denuncia tutto ciò che non gli va a genio, come il fatto che prenderebbe a botte questi “bamboccioni” di ragazzi poiché si sente ancora tutte le fresche energie oppure ricorrerebbe alla cintura del dottor Gibbò. Ecco perciò che spuntano fuori tutti i i suoi credo a partire dalla lotta al fumo e perfino alle sigarette elettroniche che appesantiscono e rendono nauseabondo un ambiente, pur se le persone gentili le spengono educatamente, mentre certe signore insolenti, arroganti ed indifferenti le tengono in mano con gelosa passione ed affettazione quasi fosse un fallo maschile, simbolicamente espresso dal pennello del pittore Andrea Sperelli nell’opera romana de “Il Piacere “ del “Vate “ ed “Immaginifico” G. D’Annunzio. Il suo è stato un “flusso di coscienza” inarrestabile alla James Joyce ed è stato avviato dalla ricostruzione dell’ironia graffiante del teatro classico occidentale da Aristofanea Menandro , Plauto e Terenzio, in quanto la cultura latina discende da quella greca. L’amore è sempre più qualcosa di precario, passeggero e provvisorio, non saldo con i principi fondamentali e garantiti dalla ferrea educazione dei nostri nonni, mentre il “patriarcato” ha fatto male pure agli uomini giacché non li ha abituati a cucinare ed oggi, se abbandonati dalle mogli e compagne, stanche di fare le massaie davanti ai fornelli, devono frequentare i corsi di “Master Chef” facendosi trattare male dai Cannavacciolo e Gracco che li guardano con sfida supponente, giudicandoli dall’alto in basso, senza che i tirocinanti abbiano la benché minima reazione d’orgoglio di fronte all’ordine di stravaganti ed impensabili pietanze da preparare. Non gli va che i figli vengano cresciuti con modelli superati e che perfino le donne di anni 80 anni senza più i mariti deceduti si mettano libidinosamente in cerca di seduzioni amorose di spasimanti anziani, come la gagliarda e rimpianta Sandra Milo che a quasi 90 desiderava ancora l’amore; questo nostalgicamente determinato dal fatto che i motivi canori di ieri erano tutti sentimentali : da “Perdono, Perdono” di Caterina Caselli, ai Pooh, Patty Pravo con 5 matrimoni alle spalle, Califano e Zero con il nuovo album a 70 anni appena compiuti per i suoi “Sorcini”. Le donne nei rioni si conoscono tutte e quando una esce il giorno delle nozze dal palazzo per sposarsi con l’abito bianco fioriscono satirici commenti insinuanti sul suo conto, con l’invidia delle vedove che aspirerebbero ad altri amori libidinosi, mentre gli anziani si fanno abbindolare dalle giovanili voci di seducenti e persuasive ragazze dell’Est che dai “ call center” telefonano tutti i giorni alla stessa ora facendo credere ai senili uomini che lei è solo per loro come le truffe ai danni dell’ingenua fiducia dei vecchi. Si lamenta del fatto che il televisione v’è troppa pubblicità e che la “tecnocrazia “ con l’immagine video non assicura più fama e successo in quanto oggi la maggior parte della gente ed i giovani specialmente seguono le serie su Netflix e le diverse piattaforme, colloquiando per scambio d’esperienze a più riprese con una Loretta o con il figlio Matteo a cui raccomanda che se si trova davanti a qualcuno più forte o superiore a lui, non deve avere paura se ha la coscienza, voce dello Spirito dentro di noi, pulita. Prende di petto Baglioni affermando che con le sue canzoni, spesso con gli stessi argomenti e non proprio originali, come sostenuto dal mago Casanova su “Striscia la notizia” s’è costruito un ingente capitale con numerosi appartamenti e vorrebbe vedere come se la passerebbero i nostri cantanti e cantautori ad eseguire in inglese le loro canzoni, regalandoci una carrellata di voci canore nostrane dalla diversa intonazione in albionico. Invita tutti a mantenere la gentilezza, il sentimento con l’affetto e la cortesia, che uniti al perdono di cuore, sono anche per lui i perni essenziali di una vita retta ed ammirevole. In chiusura tra le ovazioni di tripudio grato del pubblico del Sistina ed i cellulari accesi è stato intonato coralmente “I Figli delle Stelle”, che ha fatto seguito all’altro notevole successo di “Strada facendo” eseguito durante la performance esilarante. Ha rammentato che preferisce abitare nel quartiere popolare della Pisana e che lì al bar il pomeriggio non puoi prendere il party con le patatine dato che il cestino delle medesime è stato toccato da troppe mani nel corso del giorno e non è lindo e puro come quelli esclusivi del centro, di Piazza del Popolo e Pantheon. La serata è stata allietata da una reattiva splendida orchestra ed ha ringraziato non solo Piparo, ma anche Giuliano Rinaldi che ha impiegato 5 anni di riflessioni, congetture e meditazioni suppositive per comporre con lui questo spettacolo di idee progettuali per il futuro, confidenze sociali e familiari di sfogo, confessioni catartiche sul suo passato di ormai mezzo secolo dall’infanzia alla maturità. Un lavoro di plauso eccelso con indice alto di “share”.

Giancarlo Lungarini

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