I traumi onirici di un impenitente corteggiatore in “La strana cotta” con D. De Santis

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L’aspirazione della maggior parte del genere umano è quella di trovare la propria anima gemella, la dolce metà della mela, lo yang dello ying, in quanto come disse il Creatore all’atto di plasmare per il Suo incontenibile Amore l’essere umano a Sua immagine e somiglianza “Non è bene che l’uomo sia solo” e dunque da una sua costola, secondo la Genesi, foggiò la femmina perché i due si realizzassero pienamente e si moltiplicassero, dominando il mondo. Perciò senza l’Amore vocazionale, precipuo di alcune anime scelte da Dio con la sua voce interiore di “chiamata “ particolare, non si può vivere e pertanto bisogna ricercare il proprio partner ideale con cui dialogare, scambiare esperienze e consigliarsi, vivere le piene gioie e talora pure gli immancabili dolori e dissapori della relazione o vita matrimoniale civile o sacramentale. Naturalmente il primo passo è saper valutare , come nello Stilnovo con Guinizzelli ed il circolo fiorentino di Dante, Cavalcanti e Lapo Gianni, quale donna colpisce il nostro sguardo estasiandolo così da toglierci la parola mirandola e facendo sospirare il nostro cuore; poi, se la ragione supporta con il giusto pensare il sentimento istintivo e l’alimenta, occorre passare alla fase del corteggiamento con dolcezza, perseveranza e comprendendo che cosa gradisce la figura femminile che c’interessa e per il qual fine il poeta “novus” latino del circolo di Mecenate alla corte del primo imperatore Augusto compose il “De Arte amatoria” tratteggiandone con geniale maestria pedagogica i progressivi passaggi più o meno lunghi, con amarezze alternate a sospirate illusioni prima di giungere alla meta desiderata. Su siffatte considerazioni Andrea Maia e Vincenzo Sinopoli hanno scritto il brioso testo comico “La strana cotta” con venature psichiche che il duo Francesca Nunzi e Danilo De Santis sta portando in scena in questi giorni al Golden dal palcoscenico senza la “quarta parete” e con gli specchi che fanno da schermi televisivi riproduttivi. La pièce è studiata sia per far ammirare in sommo grado la mirabile grinta e forza recitativa della brava Francesca che, con uno straordinario fregolismo di mutamento di personaggio con sofisticate modalità fonetiche e rapidi cambi d’abito, trascina lo spettatore in un vortice incontenibile di risate, mentre De Santis è il frastornato, timido e sospettoso spasimante a cui ne accadono di tutti i colori dopoché la sua colf dell’Est, in imbarazzo con la lingua italiana che non afferra nella sua valenza semantica, l’ha risvegliato ai piaceri esistenziali ed ha conosciuto pertanto la sera al pub l’accattivante Stefania di seducente presenza con la multiforme Francesca, che s’è sdoppiata anche nei panni della cameriera di borgata che si permette di giudicare i clienti e consigliare i drink, non essendo certa dei gusti di Stefania che intanto è al bagno a rifarsi il trucco. Negli appuntamenti di approccio non bisogna parlare dei propri ex, dimostrando di avere la mente indebolita dalla nostalgia e dai rimpianti del passato con le altre compagne che si sono avute. L’impacciato Danilo tuttavia queste regole non le conosce e pertanto la prima sera  il suo incontro con Stefania finisce male e lui cade in uno svenimento prolungato, in cui sogna la persona di Stefania sotto false tipologie che lo spaventano terribilmente: Stefania assume i panni della vendicatrice assoldata dalle ex di Danilo che vorrebbero fargli pagare il disturbo arrecato senza concretizzare nulla. Sono state le sue fiamme di amore disilluse e tradite per non essere del tutto libere : la prima infatti non aveva dimenticato il suo ex, la seconda era gelosa possessiva all’ennesima potenza e la terza completamente devota al suo lavoro di manager. Stefania sa tutto del passato di Danilo e per incarico delle tre deluse clienti deve vendicarsi  della loro umiliante disavventura, mentre Danilo scopre casualmente il ruolo di Stefania in siffatta composizione grottesca e ludica, dove l’amante alla fine ha dei coltelli affilati in mano e  non vi diciamo che ci dovrà fare. Che sorte spetterà a Danilo per il tradimento sensuale delle tre ex fidanzate vanamente corteggiate? Essendo una commedia romantica a tinte fosche psico – oniriche non ve lo sveliamo e lo scoprirete se andrete al Golden di via Taranto fino a domenica prossima, ricordando che il corteggiamento toglie la serenità, fa soffrire e provoca turbe mentali o dell’inconscio poi somatizzate. Ci vuole tempo per costruire, se ci si riesce, un rapporto stabile, ma poi s’è doppiamente appagati e gratificati. Lo spettacolo s’avvicina a Stephen King come noir e thriller giallo con una dose di turbamento neurologico, alla borghesia di fortuna e veloce ascesa sociale di Neil Simon con il sovvenire del lavoro analogo “La strana coppia”, infine al giocoso e spassoso spirito libero, paradossale e stravagante della risata, costituito dal fanciullesco Mel Brooks.

Giancarlo Lungarini  

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