Preljocaj al Teatro Regio, eccellenze contemporanee

Data:

Al Teatro Regio di Parma il 20 Aprile Febbraio 2024

Il prestigioso e storico Teatro Regio di Parma chiude la sua rassegna Parma Danza del 2024 con una delle migliori realtà di danza contemporanea, il Ballet Preljočaj.

Angelin Preljočaj, danzarore e coreografo francese di origine albanese, classe 1957, fonda nel 1996 la sua compagnia, il Ballet Preljočaj appunto, Centre Chorégraphique National de la Région Provence-Alpes-Côte d’Azur, du Département des Bouches du-Rhône, de la Communauté du Pays d’Aix, de la cité du Aix-en-Provence.

La serata parmense prevede un trittico che porta in scena una prima nazionale Torpeur, la nuova creazione di Preljočaj, oltre ad altre due divenute iconiche, Annonciation e Noces.

Proprio uno dei suoi cult, Annonciation, su musica di Stéphane Roy e Antonio Vivaldi, apre la serata: creazione del 1995 ispirata ad uno dei temi più ricorrenti dell’iconografia cristiana, quello dell’Annunciazione, è un capolavoro fatto a passo a due per due danzatrici. La scena si apre con Maria, seduta su una panca ed illuminata da un fascio di luce, che vede stupefatta entrare l’Angelo Gabriele, interpretato sempre da una ragazza, il che lo rende molto particolare. Con i costumi molto minimal di Nathalie Sanson, come si usa nella danza contemporanea, le due interpreti portano in scena magnificamente il momento della rivelazione dell’Angelo che sconvolge Maria: tecnicamente impressionanti, interpretativamente meno, ma il pezzo è talmente bello, ben fatto e profondo che tutto il resto è silenzio.

Evocare corpi, spazio e tempo, dare una forma all’indolenza, trovare un ritmo alla lentezza: così dice il coreografo di Torpeur, creazione del 2023 per dodici danzatori con le musiche di 79D. Il torpore è uno stato del corpo tra stupore, prostrazione, nonchalance, sconforto e abbandono, uno stato che evoca una rinuncia, provoca una sospensione nel tempo e nello spazio che mette in discussione l’urgenza di muoversi, respingendola via, verso un futuro indefinito. Questo stato del corpo può generare anche una forma di sensualità o addirittura una grazia languida. Crollare diventa allora un’epifania, un delizioso languore. Senza una narrazione, come è tipico della danza contemporanea, solo movimento puro, è un bel pezzo, fatto bene e danzato ancora meglio, con i semplicissimi costumi di Eleonora Peronetti: parte veloce, ricordando infatti la contemporanea americana alla Alvin Ailey o David Parsons, e gradualmente sfuma fino a portare lo spettatore in una specie di trance dovuta ai movimenti lenti ed al rallentatore, insomma, fa prendere dal Torpeur anche il pubblico.

Conclude la serata uno dei lavori più iconici della compagnia: Noces, creazione del 1989 per dieci ballerini, versione personale di Preljočaj de Le Sacre du Printemps di Stravinskij. Tra folclore russo e suggestioni legate alla sua terra natale, l’Albania, cinque coppie di danzatori danno vita a un rito feroce che rappresenta la barbarie dei matrimoni forzati. Anche qui presenti le panche, elemento coreografico molto amato da Preljočaj, che ricorre in molte sue opere, che alla fine vengono posizionate in verticale per far appendere delle grandi bambole di pezza vestite da sposa, simbolo inquietante ma molto significativo di una delle situazioni peggiori nella vita di una donna. Le coppie a momenti sono insieme, in altri sono trascinate in un turbinio di prese, lifts, lanci, passaggi tutti diversi, tanto che non si sa chi guardare.

Una realtà importante, di grande qualità, che è sempre piacevole vedere perché nessuno meglio dei danzatori del Ballet Preljočaj può sapere interpretare il pensiero del suo fondatore.

Chiara Pedretti

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