Massimo Ghini: “Napoli e Roma come patrimoni nel mondo. La coscienza di questo dovrebbe farci crescere”

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Sin da adolescente, due passioni lo animano: la politica, ereditata dal padre partigiano, e la recitazione. Per mettere a frutto la seconda, intraprende una lunga gavetta cercando, invano, di accedere all’Accademia di Arte Drammatica. Tuttavia, pur dividendosi tra il mestiere di doppiatore e speaker radiofonico, comincia a muovere i suoi primi passi sul palcoscenico diretto da grandi nomi, quali Franco Zeffirelli, Giorgio Strehler, Giuseppe Patroni Griffi e Gabriele Lavia. Approda al grande schermo con “Speed Cross”(1979), di Stelvio Massi, ma la carriera successiva, per molto tempo, è prettamente televisiva. Il primo vero successo come attore cinematografico arriva nel 1990 con “Italia-Germania 4-3”, diretto da Andrea Barzini, in cui veste i panni del protagonista riscuotendo il favore della critica e del grande pubblico. Particolarmente significative sono anche le sue interpretazioni sotto la guida di Alessandro D’Alatri in “Senza pelle”, di Claudio Virzì in “La bella vita”, pellicole entrambe del 1994, e di Francesco Rosi in “La tregua”(1996). Degli anni Duemila, si ricorda “Il pranzo della domenica”(2003), per la regia di Carlo Vanzina, e l’approdo al genere dei cinepanettoni. L’intesa con Christian De Sica si rivela perfetta, tanto che sarà Ghini a rimpiazzare, definitivamente, Massimo Boldi. Nel 2007, poi, recita in “Tutta la vita davanti”, sempre di Virzì, che gli vale una candidatura al Nastro d’argento come miglior attore non protagonista e, nel 2012, partecipa alla serie TV “Titanic”, diretta da Ciaran Donnelly, coproduzione internazionale realizzata in occasione del centenario del naufragio. Non ha mai abbandonato la passione politica, tanto da esser stato il Presidente del PDS di Roma per dieci anni, e rivestire attualmente il ruolo di Segretario generale del Sindacato Attori Italiani-CGIL. Ha avuto una relazione con Sabrina Ferilli e si è sposato tre volte, anche con la famosa attrice Nancy Brilli. Fin dall’adolescenza, è un grande amico di Fabrizio Bentivoglio e Armando De Razza con i quali ha convissuto per un periodo e condiviso l’aspirazione di diventare attore.

C’è da poco stata la festa della liberazione. Ad oggi quanto sono importanti i lavori di liberazione e resistenza?

E’ proprio la resistenza è una frase che da sola racchiude tutto il concetto.  La democrazia è difficile da ottenere essendo un bene comune, ma se si pensa a quei giorni bisogna ricordare della gente che ha combattuto tanto e in alcuni casi ha perso anche la vita per ottenere quella libertà.

Anni fa, hai dichiarato: << Il pubblico è la nostra ghigliottina>> per quanto riguarda il mondo della raccomandazioni nel mondo dello spettacolo. Ad oggi la pensi ancora cosi? Sono stati  mesi molto particolari questi per il mondo del cinema e tu da uomo molto sensibile e attento ai diritti cosa senti di dire a riguardo?

Queste violenze vanno sempre condannate e denunciate, ho solo paura che su questa vicenda si siano pronunciate altre persone che poco ci avevano a che fare, al solo scopo di trarne popolarità.

Cosa pensi della rinascita non solo artistica, ma generale, che Napoli sta vivendo in questo momento? In contrapposizione con quella che sta vivendo invece la città di Roma.

Roma e Napoli sono patrimoni del mondo e noi abbiamo una grande responsabilità ad avere un tesoro che ci è riconosciuto nel mondo, queste due città da sole hanno una storia incredibile e quando le si pronunciano non basta aggiungere altro eppure io ho paura che stiamo sottovalutando questa responsabilità che abbiamo, la coscienza di questo dovrebbe farci crescere.

Marco Assante

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