Torino (Italia), giovedì 30 giugno 2016
L’apertura tanto attesa su quello che si presume sia il ritorno della Moda a Torino sarà decretata a fine settimana, quando le luci sulla passerella si spegneranno e gli organizzatori tireranno la summa di questa kermesse pregna di novità viste durante le sue sfilate da parte degli atelier partecipanti. A parte questo, anche questi ultimi, mettendosi in gioco con le loro creazioni di abbigliamento, accessori e bijoux, dovranno farsi un’auto critica, valutandosi in base ai rumor sentiti. Altrettanto vale agli studenti dello IAAD del corso di laurea in fashion che hanno proposto il tema “Contaminazione nel Tempo e nella Materia” presentando lavori eleganti, impiegando unioni di materiali per stare nel tema proposto, scelta non sempre condivisa dagli invitati. Il Torino Fashion Week si potrebbe definire un insieme di sinergie che nasce per dare una ventata di aria fresca sulla nostra città, infatti ha trovato nel luogo espositivo terreno fertile per un evento simile.
La scenografia è naturale post-industriale (non dimentichiamo che è stato allestito dentro un capannone in disuso della Fiat) con grande impatto scenico, con le modelle che “escono da container” sorprendendo il pubblico con i défilé. Abiti e creazioni che si susseguono nello sfilare insieme agli accessori degli Atelier di moda, o presunti tali, mettendo in luce le loro creazioni, cercando l’assenso dei presenti per dare il massimo risvolto contribuendo a consolidare l’evento come appuntamento annuale, facendo ritornare “a casa la moda” a Torino. Alle volte sembra più facile a dirsi che nel farlo. Comunque sia le premesse ci sono, da questo punto di partenza si vedranno gli sviluppi futuri, anche se il percorso sarà lungo, come lo è l’obiettivo da raggiungere, ma la caparbietà darà ragione ai tre ideatori: Claudio Azzolini, Luigi Silvesto e Luciano Zagarrigo, che insieme hanno creduto in primis in questo meraviglioso progetto, seguiti dagli sponsor. Ritornando alle proposte vedute, troviamo Beatrice Biacotti, la quale presenta la linea “Le Dee della Morte” e a rendere ancor più incisivo il messaggio sono proiettate come sfondo immagini sul terrorismo di fatti accaduti in diversi Stati: è sconvolgente rivedere quelle immagini, che chiudono la sfilata con la figura di Anubi, “Signore degli Occidentali”, protettore delle necropoli e del mondo dei morti, un monito per non dimenticare forse. Antonino Salemi Garigliano (ASG), a differenza della precedente, sebbene prediliga le tinte forti come il rosso e nero, i contrasti del nero e bianco, la sua collezione non suscita un interesse sui capi. Non si può dire invece la stessa cosa di Torino Havana, visto che i suoi pezzi particolari trovano il giusto equilibrio tra pubblico e creatività. Seguendo le giornate di moda, ci viene spontaneo da fare un commento su alcuni < stilisti partecipanti > cui manca sia la raffinatezza sia il buon gusto del design, forse pensano che per essere un abito, basti tagliare e unire un lembo di stoffa < et voilà les jeux son fait >, noi crediamo che non sia proprio così. Di questo, loro si accorgeranno nel tempo. Dovendo recensire è giusto che il lettore sia informato su quanto accade tra questo singolare Spazio MRF… Urban Couture fa sfilare le modelle in ciabatte, forse era meglio farlo da scalze… beh, non ci sono parole da aggiungere. A risollevare il livello ci ha pensato Fashion/Graphic Design di Marina Nekhaeva con la sua ricerca nello scegliere le materie prime per esprimere la sua estrosa linea, facendo della sua uscita un carismatico momento adatto a unire design e ricerca. A questo punto il mercurio del termometro s’impenna, sfilano le creazioni dell’apprezzata stilista Manuela Gomez, la quale propone scarpe, stivali di estrema eleganza, impreziositi da cristalli di alta qualità, rendendoli “pezzi unici” decorati con garbo, basta solo lo sguardo per apprendere tutta l’essenza dello charme nell’indossare i suoi elaborati. Peccato che alcune modelle sfilando non hanno compreso appieno la rilevanza di ciò che stavano mostrando al pubblico. Il giro della passerella continua, pronta per la prossima proposta, questa è offerta da Elle Ignis/Back in Black, una linea molto apprezzata dal pubblico per i suoi dettagli di stile. La prossima linea è suggerita “leggermente rivoluzionata” sui jeans, aperture su tutta la gamba, si propone racchiudendo in una striscia di “ragnatela” decorando il denim dalla caviglia sino al bacino, sul davanti due “punte quasi fossero un brand riconoscibilissimo” a firma di Camurria by Aura, insieme a short hot pants borse da portare in distinte occasioni: è piaciuta agli spettatori. L’evolversi della tecnologia è invadente, in alcuni casi non se ne può fare a meno… a differenza di altri! Il sistema 3D ha rivoluzionato il modo di concepire la nostra “visuale del virtuale o delle tre dimensioni, c’è poi chi su questa innovazione si è specializzata creando autentici bijoux come accessori. Stiamo parlando del brand Trixia, qualificata nel creare spille, orecchini, collane, borse e quant’altro si possa ideare su questo semplice e magnifico materiale, è solo questione di creatività. Il solo pensare di unire la propria linea accorpandola ad abiti sartoriali, trova un risultato fantastico. E poi ancora, le borse del marchio G.BAAGS. Sorprendente è stata l’uscita dei Poncio/Scialli o delle Casacche, lavorate con gusto raffinato, ricercatezza nell’accostamento dei tessuti presentati da Novarese. Per chiudere questa serata troviamo Nina Tauro e i raffinati copricapi, oggi tornati di moda per grandi occasioni. I suoi modelli, portati a conoscenza del pubblico, hanno aperto una “breccia temporale” riscoprendo un retrò rivisitato e molto applaudito, segno di un percorso stabile che ha varcato lo spazio del tempo sino a noi!
Daniele Giordano