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Carla D’Addato, la fotografia sensuale…

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A Carla D’Addato piace raccontarsi, ed è forse per quello che di lei si scoprono all’improvviso così tante “facce” da restarne stupiti. Carla è al tempo stesso una fotomodella, una persona che crede nella filosofia buddhista, una donna che ha superato nella sua vita una malattia crudele e uno spirito libero che ha scelto sempre e comunque di credere in se stessa. Ed ecco perché “Candymou”, a 43 anni, fieramente nata a Bisceglie e ormai da un po’ di anni trasferitasi a Parma, ha spiccato il volo nel campo della fotografia trasmettendo un’immagine fresca, solare, sorridente e sensuale. Il sorriso sulle labbra non manca mai, un paio di shorts e un tacco 14 sono il giusto contorno per unire un corpo delizioso ad un cervello che parla da solo. Era una ragazzina ribelle, oggi è un trionfo di intelligente erotismo davanti alla macchina fotografica. Tutto il resto, lasciatelo dire a lei…

Estroversa e solare, quindi spetta a te il compito di descriverti…

Caratterialmente, ero come sono adesso. Sognavo di fare la ballerina come Heather Parisi, a mio modo era destino che prima o poi entrassi in questo mondo. Anzi, avrei voluto fare la modella, ma la mia altezza mi ha… fregato!

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Foto Luca Marenda

A parte quello, non ti manca nulla…

Diciamo che le mie misure, 88-62-92, mi hanno aiutata a emergere. Ma la differenza la fa la testa, la maturità che una donna ha acquisito a 43 anni. Certo, senza essere ipocriti, il fisico conta. Io, ad esempio, sono in perenne conflitto col mio seno ma lo porto avanti e lo mostro con fierezza. Non sono contro la chirurgia estetica anzi se il difetto o l’imperfezione è fonte di forte disagio e infelicità allora… perché no? Ma allo stesso tempo  penso che  il coraggio di una donna stia anche  nello sfruttare al meglio ciò che ha. Possiamo piacere e non piacere, il gioco lo prevede e a volte una critica alla foto è meglio di una lode falsa o interessata perché quella critica formulata nel giusto modo senza alcun offesa e fatta da una persona competente può solo contribuire a farti crescere fotograficamente. Umiltà sempre!

Partiamo proprio dal tuo fisico per parlare di un argomento serio.

Fino a 36 anni ero una donna… qualunque. Poi, all’improvviso, scopro di avere un tumore maligno al seno. Mi sono ritrovata costretta a guardare la morte, ho capito le priorità che esistono nella vita. La mia vita, superata la malattia, ha avuto tutto un altro senso e anche per quello mi sono avvicinata al Buddismo. Ci tengo a sottolineare il mio intento di dare valore alla fotografia attraverso la mia esperienza. Vorrei trasmettere la convinzione che a quarant’anni e dopo esperienze di questo tipo si riesce ad essere belle, sensuali e con tanto da dire ancora al mondo in particolar modo a quello maschile spesso distratto e assente nei confronti di noi fanciulle! Eleganza chiama eleganza! Sono seria nell’aggiungere che la vita di ognuno di noi è preziosa per cui non va sprecata, piuttosto mordetela e vivetela con gioia in ogni secondo.

Ritorniamo al Buddismo. Che per te rappresenta…

Un dono datomi da Lucia Ostuni, la mia sorella di sangue. La filosofia del Nichiren Daishonin e le parole del presidente Ikeda mi hanno fatto scoprire la sensibilità e la positività verso il mondo. Ma, soprattutto, ho capito che potevo e volevo  prendere in  mano la mia vita, direzionandola e portandola alla raggiungimento di obiettivi dai più piccoli ai più grandi come l’essere felice  dando la possibilità anche ad altri essere umani di esserlo altrettanto.

E qui entra in gioco anche la tua nuova avventura sotto i riflettori…

Inizia tutto per caso una sera di due anni fa, quando durante un concerto vengo notata da un fotografo professionista, Luca marenda. Luca ha dato il là a questo gioco meraviglioso e lasciandomi  il suo biglietto da visita mi ha chiesto se volevo fargli da modella. Ero incuriosita ma rinunciai. Poco dopo, nella mia scuola di danza, una fotografa mi propone un book: stavolta accetto perché ormai avevo la pulce nell’orecchio!

Un amore a primo flash…

Ho scoperto un mondo super, mi sono iscritta ai siti specializzati ed ho iniziato a lanciarmi in questa esperienza. Tutto magico, ma col rispetto del mio lavoro… vero: la fotografia non ruba mai tempo a quelle che sono le mie priorità, al tempo stesso la interpreto con massima professionalità.

E ogni scatto per te resta un’emozione.

Quando scatto voglio raccontare un’emozione, voglio che dietro una semplice fotografia si possa leggere una storia di pianti, abbandoni, sogni, viaggi, determinazione, decisioni. Ecco, voglio che ci sia sempre parte di me in uno scatto e che un occhio attento possa leggerla.

Lo hai già fatto intuire, tu nella fotografia sei bipolare.

Ho forza erotica da sprigionare e sono al tempo stesso una cucciola con le mie fragilità. Sono molto eclettica, mi piace essere versatile.

Ovvero?

Ho una dimensione mia dettata da un vissuto di 43 anni, ho consapevolezza e padronanza del mio corpo. A livello fotografico ormai ho all’attivo una quarantina di set in cui ho sempre associato il lavoro del fotografo a quello che è la mia figura. Uno sguardo malizioso spesso è più sensuale di un seno scoperto, è questo che alcune ragazze non capiscono. Ciò che ripeto spesso è questo: se hai grinta e carattere emergi, ma prima che sul set é nella vita che bisogna emergere e vincere.

E farsi fotografare a 43 anni non è da tutte…

Ho avuto l’onore di essere immortalata in giro per l’Italia, al mare e in Montagna, di essere scattata a Monaco di Baviera. So che questo gioco finirà sia per l’età che per evitare di diventare patetica. Scatterò finché avrò qualcosa da dire, questo è certo. E, dopo, mi piacerebbe comunque coltivare la mia innata vena artistica con progetti interessanti. E poi  c’è sempre il burlesque, e lì non conta il fisico o l’età. Lì conti tu come donna, sensualità, gioco e studio: sono queste le componenti più importanti e ancor di più conta la voglia di mettersi in gioco.

D'Addato_Corriere_dello_SpettacoloInsomma, CandyMou ha ancora molto da dire…

E pensare che quel soprannome me lo ha dato un mio amico dicendomi che avevo una voce caramellosa, un aggettivo che si adatta anche al mio corpo. Ma la mia immagine fotografica è la stessa che ho al lavoro, dove mi piace vestire con un tacco, con qualcosa che valorizzi il mio corpo. In fin dei conti sono una esteta, innamorata del bello, anche se sono  convinta che nella vita si emerga solo se si ha personalità e cervello. Altrimenti si è solo una statua vuota.

Non a caso ti definisci in un momento introspettivo della tua vita.

È vero, mi piace guardare dentro di me, lasciar fuoriuscire le emozioni, far emergere attraverso le mani, le labbra o il corpo ciò che vuoi far capire.

E se ci fosse una canzone…

“Comunque andare” racconterebbe alla perfezione quel che ho dentro! La mia voglia di restare nel mondo artistico, di essere un esempio per altre ragazze, di trovare piacere nell’esibirmi davanti alla macchina fotografica, nel burlesque e perché no sul palco di un teatro. Ho già partecipato a un cortometraggio e mi piacerebbe proseguire su questa strada e realizzarmi come donna e come artista.

Il tutto, sempre con intelligenza.

Quella non può mai mancare, la mia immagine è di una sensualità che si guarda bene dal trascendere verso il volgare. Devo dire grazie a tutti i fotografi che mi hanno scattato, ma  in particolar modo sento di dover dire una parola in più nei confronti di Luca Marenda, un professionista e una ottima persona, serio ma anche capace di farti abbandonare a emozioni belle e forti. I suoi consigli mi hanno permesso di crescere professionalmente e di scoprire l’arte della fotografia. Inoltre ringrazio Gianluca Festinese, un maestro della fotografia e un amico, per avermi fatto l’onore di scattarmi. E infine, ma non per ultima, ringrazio me stessa, perché il coraggio e la determinazione nel raggiungere un obiettivo dipende solo da noi. Noi siamo esseri perfettamente dotati, capaci di realizzare sogni facendoli diventare realtà grazie a sforzi continui e determinati. Mai mollare!

Alberto T.

Foto di copertina Maurilio, http:/wwwmodelshoot.net/user/maurilio

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