Ylenia Politano è una personalità multipla, come l’ho definita in una mia domanda. Giornalista, sceneggiatrice, regista, riconosce che la sua passione più grande è quella per il cinema e poco tempo fa è uscita la sua opera prima “L’Appuntamento”…
Ciao Ylenia, iniziamo fin da subito entrando nel merito dell’intervista. “L’appuntamento”, cosa ti dice questo nome?
“L’Appuntamento” è il mio debutto alla regia dopo qualche anno di studio di sceneggiatura e regia alla scuola di cinema Tracce (Roma), dove ho studiato con professionisti del cinema e ho potuto mettermi alla prova con gruppi di lavoro stimolanti e motivanti. È la mia prima, e di sicuro non ultima, esperienza da sceneggiatrice e regista. Una specie di quarto figlio!
Tra l’altro nel cast si trovano nomi di diverse giovani personalità emergenti molto interessanti, come Antonio Castaldo e Laura Catalano, per non parlare poi del cast attoriale, molto ben congegnato…
Antonio e Laura erano entrambi miei compagni di corso a Tracce. Ci siamo conosciuti e tra noi è scattata un’empatia umana e professionale che ci ha portati a lavorare insieme. Antonio ha prodotto “L’Appuntamento”, con il supporto di Laura che ha fondato 8Production. La sceneggiatura, tratta da un mio racconto inedito, è stata scritta a quattro mani con Ilenia Amoruso, altra compagna di corso. In produzione anche il giovanissimo Giuseppe Patroni Griffi. Stiamo creando delle sinergie molto produttive tutti insieme. Gli attori mi hanno fatto un regalo bellissimo. Alessio Di Clemente e Paola Rinaldi hanno anni di palcoscenico alle spalle e sono sempre in tournée, sono attori maturi e generosi. Miguel Angel Gobbo Diaz è un attore emergente che sono sicura farà molta strada. Ho poi avuto una troupe di professionisti che si sono messi in gioco e si sono fidati di me, primo fra tutti il DOP Patrizio Patrizi, che mi ha onorata della sua esperienza e mi ha insegnato tanto. Luca Parma alla color correction mi ha permesso di giocare con le sfumature del racconto. La musica originale invece è del compositore e violinista Pierluigi Pietroniro, che ha messo in note esattamente cosa desideravo. Ognuno di loro mi ha arricchito come persona e come regista.
Come è nata l’idea per questa opera?
È nata appunto da un mio racconto mai pubblicato. Osservando un uomo e una donna in un bar, ho iniziato a fantasticare su quale poteva essere la loro relazione umana, mai chiara né dichiarata. Ho sempre amato immaginare le vite delle persone, sui tram, nei bar, guardando dentro una finestra socchiusa.
Giornalista, sceneggiatrice, regista… sei un personaggio multiplo. Questo per passione o per necessità lavorative?
Per passione. Ho sempre amato scrivere, fin da bambina. E sono sempre stata estremamente curiosa. Ho unito queste mie propensioni all’amore per il cinema, ed eccomi qui. Ho fatto e faccio molti lavori inerenti la comunicazione, ma a 39 anni, girando il corto “L’appuntamento”, ho capito che da grande voglio fare la regista, e l’ho comunicato in famiglia, a mio marito e ai miei tre bambini, che ne sono entusiasti.
Da quello che dici si capisce dunque che la tua vera passione è quella per il cinema…
Sì. Seguo molti festival da appassionata e giornalista, vado al cinema spessissimo e i periodi più duri della mia vita sono stati quelli dei tre allattamenti dei miei bimbi – ora cresciuti!-, perché appunto non potevo andare in sala. Il cinema per me è quello in sala. Mio padre ha iniziato a portarmici a quattro anni. Quando ancora si fumava e si poteva entrare a film iniziato e rivedere l’inizio dopo, una follia! Spesso ci vado sola, perché il mio rapporto con le opere è totalizzante.
T’ispiri a qualche regista in particolare?
No. Ne amo molti. Ognuno per motivi diversi. Adoro Jim Jarmush e Wes Anderson. Poi ovvio, i vari Scorsese, De Palma, Coppola. Ma ne potrei dire altri trenta! Tra le donne Susanne Bier, Sofia Coppola, Jane Campion…ma davvero non mi ispiro ad uno in particolare. Credo che tutti i film che amo mi lascino qualcosa che diventa mia e uscirà tra le righe delle mie sceneggiature.
Adesso è stata la volta de “L’Appuntamento”, presentato tra l’altro a Siena pochi giorni fa… ma hai già qualche altra idea per il futuro che vuoi svelarci?
Terra di Siena Film Festival ha selezionato il nostro corto e ne sono stata davvero felice. È stato emozionante vederlo in sala con il pubblico, non vedo l’ora che ricapiti. Sono sempre stata “timida” con i miei prodotti artistici, ho racconti sparsi che avranno letto tre persone in tutto. Ma ora ho capito che tenerli per me è come non avergli mai dato vita. Quindi voglio condividere, confrontarmi, crescere. Quindi sì! Sto lavorando al secondo corto che sarà molto diverso e molto irriverente, e al soggetto del lungometraggio.
Stefano Duranti Poccetti