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La sicurezza del repertorio: La Traviata a Venezia

Data:

Teatro La Fenice, Venezia, fino all’8 ottobre 2016

Dopo tanti allestimenti anche nuovi, talora d’una bruttezza disarmante, visti in questi anni al Teatro La Fenice, La Traviata di Carsen, in repertorio ad ogni stagione, continua a confermarsi spettacolo geniale sotto ogni punto di vista. Le monumentali scene di Patrick Kinmonth, impostate su diverse tonalità di verde, trasudano imponenza e le masse vi si muovono secondo una costante orizzontalità. All’interno della meditazione sul denaro portata avanti dal regista, l’incontro tra Violetta e Germont non può che avvenire in una foresta ove le banconote volteggiano nell’aria come effimere farfalle sino a scendere copiose mentre Amami, Alfredo strazia il cuore delle anime sensibili. Altra conferma la si trova nell’erotismo comprato del balletto chez Bervoix, ove cowgirls in perizoma e cowboys in chaps diventano prede e cacciatori d’un far West non proprio lontano. Nella stanza 1206 ormai disadorna, solo una televisione non sintonizzata, simbolo d’una bellezza ormai spenta, chiude la riflessione sulla riproducibilità dell’immagine, quanto le fotografie dell’Alfredo reporter. Il light design curato da Carsen e da Peter Van Praet ammanta le atmosfere di luci cupe e confondenti in un progressivo mancar di forze.

Francesco Ivan Ciampa dirige con grande respiro l’Orchestra lagunare. La lettura della partitura verdiana esce dagli schemi, spingendola verso paradisi sinfonici assai godibili. Il rapporto tra buca e palcoscenico è sempre vigile e Ciampa segue personalmente gli artisti con un bel gesto espressivo.

Francesca Dotto sostituisce la prevista Ekaterina Bakanova. E’ la quinta volta che ascolto il giovane soprano trevigiano nei panni di Violetta. Dotto continua a coltivare il ruolo con viva passione, rivelando sempre più mature doti d’attrice. Il personaggio è studiato infatti in ogni minimo dettaglio, caricandosi di tragico spessore man mano che gli eventi precipitano. Rimango dell’idea che Dotto si trovi più a suo agio nel secondo e terzo atto, dove la voce disvela l’autentica predisposizione al drammatico, facendosi importante e pastosa, mentre alcune asperità inficiano a tratti l’acuto nel canto d’agilità. Conservano intatta tutta la bellezza i piani di Dite alla giovine, l’Addio del passato e lo sdegno di Gran Dio! Morir si giovane.

Shalva Mukeria è Alfredo dalla vocalità desueta, di scuola vecchia, ancora ricca di colori e sicura nell’acuto, ma dal fraseggio poco attraente.

Marcello Rosiello è Germont tonante, convincente nella reprimenda del secondo atto e nella rampogna al figlio infedele. Rosiello si distingue per voce ricca in volume, mai sovrastata dalla massa orchestrale.

Bene si disimpegnano Armando Gabba (Douphol), Matteo Ferrara (d’Obigny), Mattia Denti (Grenvil) e Emanuele Giannino (Gastone). Flora corretta quella di Elisabetta Martorana. Meglio del solito l’Annina di Sabrina Vianello.

Il Coro, diretto da Claudio Marino Moretti, palesa ormai i limiti di voci non più fresche, soprattutto tra le sezioni maschili.

Applausi convinti con standing ovation per Dotto, Mukeria, Rosiello e Ciampa alla recita del 25 settembre.

Luca Benvenuti

La Traviata
Melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, dal dramma La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio.
Personaggi e interpreti:
Violetta Valéry: Francesca Dotto
Alfredo Germont: Shalva Mukeria
Giorgio Germont: Marcello Rosiello
Flora Bervoix: Elisabetta Martorana
Annina: Sabrina Vianello
Gastone: Emanuele Giannino
Il barone Douphol: Armando Gabba
Il marchese d’Obigny: Matteo Ferrara
Il dottor Grenvil: Mattia Denti
Maestro concertatore e direttore: Francesco Ivan Ciampa
Regia: Robert Carsen
Scene e costumi: Patrick Kinmonth
Light designer: Robert Carsen e Peter Van Praet
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Maestro del Coro: Claudio Marino Moretti
Allestimento Teatro La Fenice
Crediti Foto Marco Impallomeni

 

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