Senza confini. Tra musica e tradizione, il ritratto di Antonio Onorato

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«La Musica sicuramente ha tanti idiomi ed accenti diversi, ma ovunque ti trovi, è la lingua più comprensibile» from Naples to Belo Horizonte, come da titolo di una sua raccolta di sinfonie, composte e suonate assieme al collega brasiliano Toninho Hortha, quel viaggio inquieto ed articolato che è la sua biografia si perde tra sonorità antiche, sciamaniche, alla ricerca di una Sapere, una pratica comunitaria: la Musica, «linguaggio universale».

Sempre accompagnato dalla sua inseparabile Yamaha G10:  «breath guitar, o chitarra a fiato, come io amo definirla. È da oltre vent’anni anni che la suono e la esploro ed è sempre attuale. Non tutti hanno capito bene di cosa si tratta. È una chitarra che ha un livello di espressività inimmaginabile, è uno strumento rivoluzionario….è avanti» – “prodotta dalla Yamaha nei primi anni ’90 e poi andò fuori mercato perché non compresa dalla maggior parte dei chitarristi” come è possibile leggere sul suo sito ufficiale:  http://www.antonioonorato.com  – «quando la suono e soffio nel breath controller, si avverte ancor di più il soffio della mia anima, del mio spirito». Senza sosta, da Napoli al tempio del jazz, il leggendario Blue Note di Manhattan, in oltre vent’anni di ricerca e sperimentazione, Antonio Onorato ha avuto l’onore ed il merito di incontrare e dividere il palcoscenico con titani quali John Scofield, George Benson, Bob Geldof, Pat Metheny, per fare qualche nome, e senza confini ha fatto conoscere la sua musica in giro per il mondo: tra i Nativi Americani, le tribù d’Africa, alla scoperta delle sonorità mediorentali «per essere autentici, e quindi per essere apprezzati, non bisogna mai perdere le proprie origini, anche se si é cittadini del mondo: Napoli di cultura ne ha da vendere, e sempre da italiano, mai da italiota, io sono fiero delle mie origini».

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“Bella Jurnata”, “Todo Azul”, “Mater Lucania”,“Rainbow warriors”, sonorità peculiari, ciascuna delle sue oltre venti raccolte richiama già nel titolo un ambiente specifico, sonorità peculiari da tradizioni diverse, integrate magistralmente in un’unica pratica, l’arte di Antonio, che alla sua ultima raccolta (“Antonio Onorato&Franco Cerri”) ha scelto di dare il suo nome, affiancandolo a quello di un’altra leggenda milanese, il decano del jazz Franco Cerri: «sono molto felice di aver realizzato questo album con Franco, che sancisce una collaborazione artistica che va avanti da oltre 15 anni, con tanti concerti fatti in tutta Italia. Franco è il più grande musicista jazz che abbiamo: ha suonato con i più grandi jazzisti del mondo, i più grandi di tutti i tempi… Billie Holiday, Django Reinhardt, Dizzy Gillespie, giusto per citarne alcuni. Per me è un onore dividere il palco con lui e in questo caso, ancor di più, un cd a nome di tutti e due. E devo dire che nonostante tra me e Franco intercorrano 40 anni, grazie alla musica e in particolare al jazz, quando suoniamo insieme ci divertiamo come due ragazzini coetanei, e questa è una cosa meravigliosa, che non ha prezzo: la differenza di età è praticamente annullata… e poi, tranne rarissime eccezioni, i grandi musicisti sono anche grandi persone….persone molto evolute. Perché chi ha veramente a che fare con la Musica, ogni santo giorno ha a che fare anche con i propri limiti e più avanti ti spingi più saprai di non sapere, socraticamente parlando. Etica e pratica sono per me inscindibili: l’evoluzione artistica deve essere paritetica a quella spirituale, altrimenti non c’ è autenticità. È una bella sfida e a me piacciono le sfide che ti fanno crescere ed evolvere sempre di più.».

Al rigore della tecnica, la dolcezza composita dell’improvvisazione: «uno degli aspetti più stimolanti, seppur possa sembrare poco pregnante, poco sostanziosa… una cosa “improvvisata”, fatta alla buona… è invece uno degli aspetti più consistenti e vivi nella Musica, e non solo nel jazz… Bach, Mozart, Chopin erano dei grandi improvvisatori. Per me è fondamentale, è creatività allo stato puro, una sorta di composizione in tempo reale».

 Bernardo Tafuri

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