Con “Il sole e gli sguardi” Luigi Lo Cascio ritrae Pier Paolo Pasolini attraverso i suoi versi

Data:

Trieste, Il Rossetti, teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Bartoli, dal 22 al 27 novembre 2016

Bianco e nero, soprattutto nero; luci ed ombre, lettura e recitazione; arte pittorica che qui, come la parola espressa verbalmente, viene creata al momento e poco dopo scompare. La scenografia di Alice Mangano è data da pannelli bianchi e neri che si incontrano e allontanano creando angoli o spazi nuovi. Sugli elementi chiari, siano essi verticali od orizzontali, Nicola Console dipinge con grossi pennelli intinti nel colore nero, liquido al punto da lasciare schizzi a volte inquietanti; mentre Luigi Lo Cascio recita o legge brani tratti dall’enorme opera di Pier Paolo Pasolini, l’immediatezza della sua improvvisazione ricorda nel  tratto un cupo graphic novel. Poeta in tutte le sue creazioni, siano esse state pensate per il teatro od il cinema, in forma di  romanzo o di saggio, di articolo politico o di analisi di costume, Il sole e gli sguardi tralascia tutto questo per concentrarsi sui versi, partendo dall’immagine di un sosia che veda, altro da sé, la propria stessa morte; da lì prosegue sfiorando tanti temi ricorrenti nella vita artistica di Pasolini, specchio rifrangente la sua posizione di eretico nella quotidianità, sempre ricercata con violenza e provocazione estrema,  o di sfidante senza tregua, prima di tutto contro se stesso. Un’anima colma del bruciante desiderio di comunicare, che vorrebbe levarsi per volare, ma si  nutre della certezza disperante di non poter mai essere compresa e, appesantita da ciò, si sente votata a morte certa ancor prima di incarnarsi per nascere. “Un amore troppo grande per il mondo” non riesce con queste premesse a far altro che agire attraverso lo scandalo, a  testimoniarlo costantemente con determinazione estrema in una storia che procede in modo circolare lungo una spirale che si involve senza dare scampo. È uno spettacolo dotto, non semplice né agevole, che fa dialogare sulla scena arte pittorica e poesia accompagnate dalla musica siderale di Andrea Rocca sulla quale in alcuni momenti suggestivi Lo Cascio appoggia i versi quasi cantando. Per questo e per il continuo ritorno alla ricerca di un modo di vivere così assolutizzante da contenere inevitabilmente l’annientamento di sé, autoinflitto o provocato che sia, non si può non pensare a Carlo Michelstaedter, il poeta e scrittore goriziano morto suicida a 23 anni. In entrambi non c’è soluzione alternativa, dal momento che si rifiutano le soluzioni di compromesso e si vuole invece ricercare ad ogni costo una vita “vera”, pura per coerenza, impossibile da realizzare. Ecco delinearsi, tra parole ed immagini, la figura fondamentale della madre, ma anche la presenza fisica dei luoghi che più di altri sono stati pregnanti per Pasolini, Casarsa e Roma soprattutto; appare il richiamo a Narciso e al suo mito accanto alla verità e all’autenticità ricercate in modo troppo spesso “contro”. L’acutezza e la profondità di analisi erano presenti in lui in modo fortissimo, lo si voglia ricordare come un “santo laico” o un provocatore ad oltranza. L’esasperazione era la sua caratteristica predominante, espressa in questo spettacolo con una delicatezza estrema. Il pubblico in sala applaude convinto e a lungo alla fine dello spettacolo.

Paola Pini

Trieste, Il Rossetti, teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Sala Bartoli
Dal 22 al 27 novembre 2016
Il sole e gli sguardi – La poesia di Pier Paolo Pasolini in forma di autoritratto
Scritto e diretto da Luigi Lo Cascio
Con Luigi Lo Cascio e Nicola Console
Scene e art direction di Alice Mangano
Scene e disegni di Nicola Console
Musiche originali di Andrea Rocca
Disegno luci di Alberto Bevilacqua
Coproduzione CSS Teatro Stabile di innovazione FVG/Teatro Metastasio Stabile della Toscana

 

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