Venezia Mestre, Teatro Toniolo, dal 7 all’11 dicembre 2016
Al pari delle altre commedie shakespeariane, abbondano in Come vi piace il ricorso alla funzione meta-teatrale e grandi temi che l’autore consegna al pubblico esortandolo, tramite epilogo proto-applausometro, a recepirli “as you like it”. Lontani dal maligno Duca usurpatore, i personaggi catalizzano incontri e inquietudini nella foresta di Arden, locus amoenus dove si vive liberi e le differenze sociali svaniscono. Dalla selva si esce arricchiti in consapevolezza, identità e giudizio, una volta sciolti i nodi avviluppati degli equivoci. Ne basti uno, Rosalind in vesti virili. Il Bardo complica, divertendosi, il gioco dell’amore e del caso: consci della prassi elisabettiana, abbiamo un attore che si finge donna che si finge maschio per farsi corteggiare come femmina da Orlando e come uomo da Febe. E poi il misterioso leone, il malinconico Jaques e i pastorelli sospiranti.
Leo Muscato, noto regista d’opera e di prosa, firma il curioso allestimento dello Stabile di Torino. Adatta il testo fornendone un’interpretazione particolare, tutto sommato fedele allo spirito originale, pur nell’assurdità di certe situazioni. Per Muscato la contraddizione regna armonicamente in Arden e lo dimostra un coro di pecore gelose a inizio secondo atto. Il potere è un mostro a tre teste; il vecchio Duca un hippie; Jaques, l’unico a comprendere il forte legame tra vita e teatro, il solo a non andarsene dalla foresta, si trascina dietro un albero. Se da un lato Muscato parla a menti giovani, la mia ci scorge atmosfere da Melevisione, dall’altro si rivolge a chi i mitici anni Sessanta gli ha vissuti, complici il gusto lieve per la trasgressione e i costumi coloratissimi di Vera Pierantoni Giua. Tra pop e psichedelia, il regista ci invita a tornare in un mondo puro, agreste, dove i sentimenti trovano respiro lontano dai preconcetti e dalle regole. La scena di Federica Parolini è fissa, brandelli di stoffa che, grazie alle luci efficaci di Alessandro Verazzi, ricreano una natura ora misteriosa, ora bucolica.
Si distinguono la Rosalind di Beatrice Vecchione e la Celia di Silvia Giulia Mendola, attrice già apprezzata in Gli innamorati di Ruth Shammah e, tempo addietro, Tutto su mia madre di Muscato. Il buffone Touchstone di Eugenio Allegri è pura energia comica controllata con eleganza, pur nello straripante e malizioso eloquio. Impareggiabile Michele Di Mauro, Jaques dark che sfoggia quali punti di forza lo sguardo penetrante e la voce. Poliedrico Giulio Baraldi in ben sette ruoli. Unisco in un plauso comune i rimanenti interpreti. Al lato del proscenio, Dario Buccino commenta l’azione tramite quattro temi principali (Orlando, Amore, Foresta e Jacques) per chitarra e violino, a sottolineare la coralità della commedia.
Teatro poco affollato alla recita dell’8 dicembre.
Luca Benvenuti