• Home
  • Redazione
  • Manifesto
  • Cenni Storici
  • Contatti
  • login Or Create an account
corriere_dello_spettacolo_logo
  • Home Page
  • Le Nostre Rubriche
    • Viaggio attraverso l’impossibile
    • La Bustina di Dioniso
    • Rispettiamo l’Italiano
    • Creativity Talk from London by Katya Marletta
    • La rubrica di Rovirò
  • Interviste
  • Recensioni
    • Arte e Cinema
    • Libri
    • Musica
    • Teatro
    • Opera e Musical
    • Danza
  • Da sapere…
  • Occhio a…
    • Poesia dello Sport
    • Cortona e Dintorni
    • Feuilleton
    • Filosofia
    • Moda&Tendenza
  • Premio di Poesia

Notizie Live

  • TRIESTE FILM FESTIVAL. I film vincitori
  • Domenica 29 gennaio alle ore 18:00 il “Don Chisciotte” di Cervantes Saavedra con Alessio Boni e Serra Ylmaz fa tappa al Teatro Maria Caniglia di Sulmona
  • Un’altra vita. Record di vendite. Divenuto best Seller in soli due mesi dall’uscita
  • LE TURBE PSICHICHE ED IL DISAGIO ESISTENZIALE DELLA PROGENIE DELLE COPPIE SEPARATE AL PARIOLI. IL DRAMMATICO EPILOGO DEL DURO SCONTRO GENERAZIONALE IN “IL FIGLIO” CON C. BOCCI E G. RANZ
  • Un nuovo successo per l’evento XmasFashion by Team ArtÉS

Sei qui:

Home/ Recensioni / Arte e Cinema / “Manchester by the sea”, un avvicinamento al dolore lento e straziante

Feb

20

“Manchester by the sea”, un avvicinamento al dolore lento e straziante

  • 20 Febbraio 2017
  • Arte e Cinema
  • Cinema, Simone Santi Amantini

Un logorio interiore, lento, incessante e inevitabile. Manchester by the sea ti lavora dentro, ma prendendosi tutto il tempo necessario, con calma e tanta pazienza. Lee Chandler è un corpo morto che cammina, lavora, dorme, e ogni tanto fa a cazzotti. Parla poco, non dispensa sorrisi. Fa il custode/tuttofare a Boston, in tre palazzi, e dorme in un seminterrato. La vita non gli ha risparmiato nulla: il lutto, la perdita, le separazioni, dalla moglie (un’intensa Michelle Williams), dai figli, dalla famiglia, hanno scavato nel suo animo profonde ferite che faticano a rimarginarsi e cicatrizzarsi. Costretto a tornare nelle sua città natale, Manchester, per la morte del fratello maggiore Joe (Kyle Chandler), dovrà provvedere a curare tutte le conseguenti fasi, legali ed umane, che vedono coinvolte in particolar modo suo nipote Patrick (Lucas Hedges), rimasto solo. Nel loro rapporto sono racchiusi i sensi, tematici e stilistici, del film di Kenneth Lonergan: l’andatura lenta e il ritmo controllato, le esplosioni e i contrasti, la possibilità di ripartire e di dare nuovo respiro ad una vita abbandonata e trascinata, soffocata; e i continui ripensamenti, i ripiegamenti su stesso, l’affidamento, paradossale, ad un vuoto che ti fa galleggiare, ma ti impedisce di nuotare.

Lonergan dipinge il New England con un tratto metodico e accorato, tra barche e casette dai tetti colorati, che pare di essere in un Paese del Nord Europa, aiutato anche dalla delicata fotografia di Jody Lee Lipes. Tangibile ma tenue, feroce ma poetico, il flusso narrativo è disinibito e ondeggia tra il presente e il passato, attraverso un montaggio sincopato, ma talmente fluido da creare un’unica unità di tempo ed un’unica linea temporale, come se i fatti di ieri fossero miracolosamente impastati con quelli dell’oggi: è proprio il montaggio l’energia dinamica di un film che trova invece in una tensione statica e in una composizione asciutta, le sue cifre stilistiche più rilevanti. Manchester by the sea allora si abbandona a questo movimento, facendosi cullare, mentre all’interno delle sue inquadrature trattenute e mai veloci il dramma latente emerge in modo spontaneo e involontario, talvolta irrigato con sferzanti battute e momenti comici, ma lo fa maggiormente e con più efficacia nei silenzi, quelli che abitano l’animo di Lee, ma che ammantano complessivamente il film, soprattutto nella sua parte iniziale. Di fatto le parole, sebbene poche, quando arrivano invadono un terreno di confronto che è più visivo che uditivo, più gestuale che parlato, e spesso non riescono a restituire la forza della tragedia vissuta. Quella sofferenza stampata sul volto asettico e insostenibile di Casey Affleck, con i lineamenti decisi ma malinconici di chi si porta appresso un peso enorme, e con il buio negli occhi di chi non riesce nemmeno più a reggere certi sguardi.

Un dramma cadenzato e rarefatto, disturbante perché anche volutamente freddo e alienante, che nel somministrare emozioni ed empatia ad uso personale dello spettatore, talvolta presta il fianco a forzature narrative, esibite in una giustapposizione non troppo accidentale degli eventi: per esempio in un approccio alla morte orchestrato tra stucchevole superficialità e improvvise cadute depressive. È quando si lascia andare, in momenti così liberi e spontanei quasi da risultare improvvisati e fuori sceneggiatura, che l’opera di Lonergan trova i suoi picchi. Perché diventa l’impasto perfetto, dove i sapori di una rinascita, di un’apertura, sono da ricercare tra una parola e un’altra, tra uno sguardo e un altro, tra un addio e un arrivederci, tra una pallina lanciata e ricevuta. Tra l’inizio e la fine di un film.

Voto 7 su 10

Simone Santi Amantini

<h2>Leave a Comment</h2> Annulla risposta

  • Ricerca

    Ultimi Articoli

    • Una vita per il Ja...

      Published OnGennaio 26, 2023

    • Daniele Giordano i...

      Published OnGennaio 23, 2023

    • MIRIAM FRASCARI: M...

      Published OnGennaio 23, 2023

    Parole di Ricerca

    Arezzo Arte Chiara Pedretti Cinema Claudia Vincenzino Clementina Leone Cortona e Dintorni Daniela Di Genova Daniele Giordano Danza Daria D. Festival Feuilleton Fotografia Francesco Vignaroli Giancarlo Lungarini Gianluigi Barbieri Giuliano Angeletti Giuseppe Sanfilippo Interviste Katya Marletta Libri Luca Fina Marco Assante Martina Naccarato Milano moda Musica Napoli Opera ox4d Paola Pini Paolo Leone Poesia Poesia dello Sport Renata Marzeda Rispettiamo l'Italiano Roma Stefano Duranti Poccetti Susanna Donatelli Teatro Torino Trieste Tv Venezia
    • Pino Caruso , Il teatro è una forma di felicità interrotta dall’esistenza.

    • Orson Welles , Il teatro resiste come un divino anacronismo.

    • Giorgio Albertazzi , Teatro è guardare vedendo.

    • Louis Jouvet , Niente di più futile, di più falso, di più vano, niente di più necessario del teatro.

    • Arthur Miller , Il teatro è così infinitamente affascinante perché è così casuale. E’ come la vita.

    • Joël Jouanneau , Scrivere, è annerire una pagina bianca; fare teatro, è illuminare una scatola nera.

    • Federico Garcia Lorca , Il teatro è poesia che esce da un libro per farsi umana.

    • Terrence Mann , Il cinema vi renderà famosi; la televisione vi renderà ricchi; ma il teatro vi farà bene.

    • Eduardo De Filippo , Il teatro non è altro che il disperato sforzo dell’uomo di dare un senso alla vita.

    • Pino_Caruso_Corriere_del_Teatro
    • Giorgio_Albertazzi_Corriere_del_Teatro
    • Louis_Jouvet_Corriere_del_Teatro
    • Arthur_Miller_Corriere_del_Teatro
    • Federico_Garcia_Lorca_Corriere_del_Teatro
    • Terrence_Mann_Corriere_del_Teatro
    • Corriere_del_Teatro

    Menù Secondario

    • Home page
    • Redazione
    • La Nostra Storia
    • Manifesto
    • Contatti

    Magazine

    Copyright © 2015 Corriere dello Spettacolo di Stefano Duranti Poccetti. Testata registrata al Tribunale di Arezzo n. 9/12 RS © Corriere dello Spettacolo - P. IVA 02242470512 | Powered by SWS |

    I cookie aiutano a fornire i propri servizi. Navigando sul sito accetti il loro utilizzo.Accetto Leggi
    Privacy & Cookies Policy

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
    Non-necessary
    Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
    ACCETTA E SALVA