Il cinismo e la forza dell’amore per vincere la disperazione della menomazione fisica per incidente militare nel romantico e rabbioso lavoro “Profumo di donna” con M. Venturiello e regia di P. Tierno

Data:

Al Teatro Parioli di Roma fino al 12 marzo 2017

Come si sa, l’esistenza umana è spesso condizionata da ciò che la sorte o il fato, come dicevano gli antichi, ti riserva, ma pone dalla nostra capacità di reagire ad essa senza farci travolgere nei casi negativi, avendo scarsa personalità ed il carattere debole. Questo è il senso profondo del romanzo di G. Arpino “Il buio ed il miele”, in cui v’è l’ossimoro dolente tra la cecità fisica ed il dolce sapore del sesso femminile, il gusto dell’amore per la donna bella e procace, sensuale e calda con  le sue fattezze. Protagonista è Fausto, capitano dell’esercito, che parte dalla prima capitale del vecchio regno d’italia per recarsi accompagnato da un servizievole soldato chiamato per convenzione dispotica Ciccio, a Napoli a trovare un suo vecchio amico,graduato anch’egli con cui ha avuto come si capirà dopo, un’amara esperienza militare, che l’ha privati per un esplosione d’un rudimentale ordigno della vista e lui pure della mano sinistra. Fausto, lui Venturiello, conferisce un forte spessore caratteriale ed una grinta dura e scettica che si sprigiona nel trattare con cattiveria, aspro sarcasmo e fiera spietata durezza, il suo attendente e riceve un po’ di comprensione ed appagamento interiore da una prostituta che incontra carnalmente a Bologna pagandola più del dovuto con spreco del denaro, mentre Ciccio è frustrato dalle bugie della sua fidanzata cui è fedele con lirismo spirituale e generosità d’animo. Poi nella capitale,vede un suo cugino prete che s’è dedicato al bene dei suoi parrocchiani, ma lui con indomito veleno verbale l’accusa di non andare a dare aiuto e soccorso in Africa o in Asia dove scoppiano le bombe e ci sono sanguinosi conflitti e carneficine terroristiche. Il sacerdote lo rimprovera di non comprendere che pure l’Europa è bisognosa d’interventi nel sociale e predicazione della buona novella misericordiosa come sostiene Papa Bergoglio per l’ateismo ed anafalbetismo di ritorno, giovani d’assistere negli oratori. Uccio non ne può più dell’atteggiamento ironico, istrionico e velenoso del capitano per cui vorrebbe abbandonarlo, anche per andare a sorvegliare la sua ragazza che sta girando per la pianura padana in apparente ricerca della cugina. Fausto umilia ed offende con sadismo ludico l’occasionale avventore d’un piano bar,ma balla un appassionato tango con una bella giovane.Tuttavia arriverà sul golfo di Napoli l’ora di fare i conti con sé stesso,quando con l’amico tenente si tratterà di attivare un determinato piano stabilito visceralmente da tempo, però non sempre s’ha coraggio intrepido fino in fondo.Talora la paura e l’attaccamento inconscio alla vita, giocano un brutto, decisivo tiro e d’allora la tragedia assume aspetti grotteschi e comici. Poi c’è di mezzo una fresca e devota Sara,intimamente legata a lui da un passato comune ed una foto ricordo d’una stanza di campagna,prima sdegnosamente respinta e poi invocata,dopo che Ciccio e Sara hanno condiviso una passeggiata ai piedi del vesuvio. Chi è costei, che valore funzionale ha nel testo e sul palco? Forse l’apodittico ammonimento che nella globalizzazione non ci si può rinchiudere in sé stessi per la perdita dei propri sogni e lo scadimento nell’odio dell’umanità,ma del bene inestimabile dell’essere. Si  replica fino a domenica 12 c. m.

Susanna Donatelli

Profumo di donna
Da “ Il buio e il miele” di Giovanni Arpino
Adattamento Pino Tierno
Musiche Germano Mazzocchetti
Scene e Costumi Alessandro Chiti – Sabrina Chiocchio
Regia Massimo Venturiello

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