“Les pêcheurs de perles” di Georges Bizet a Trieste in un allestimento ricco e suggestivo

Data:

Trieste, Teatro Lirico Giuseppe Verdi, dal 10 al 18 marzo

I patti e i giuramenti; il rispetto e la rottura degli stessi all’interno di un triangolo in cui amore, amicizia e rispetto verso la comunità si intrecciano in modo indissolubile senza lasciar scampo in caso di conflitto interno. Questa, in estrema sintesi la trama de Les pêcheurs de perles (I pescatori di perle) scritta, su libretto di Michel Carré ed Eugène Cormon, da Georges Bizet allora appena ventiquattrenne e da poco vincitore del prestigioso Prix de Rome. L’antica amicizia fra Nadir (Jésus Léon/Merto Sungu) e Zurga (Domenico Balzani/Stefano Meo) viene messa in crisi dall’amore di entrambi per Leila (Michaela Marcu/Hye Myung Kang) e, nonostante i tentativi fatti da tutti loro per andar oltre, l’ingombrante presenza di Nourabad (Gianluca Breda), sacerdote di Brahma, custode dei patti con la divinità, provocherà la tragedia: dopo una serie di ritorni, agnizioni, cedimenti e maledizioni incrociate, sarà l’amore a vincere, ma a prezzo di una vita. Ne Les pêcheurs de perles la tensione si accumula poco a poco e da un’atmosfera idilliaca e gioiosa si passa progressivamente ad un mondo crudele e violento pur senza mai esagerare. È specchio di un mondo arcaico, portatore di un mito comune a tutte le culture: la vergine che garantisce il benessere di un gruppo esposto quotidianamente ai pericoli di una natura ostile rinunciando per un certo tempo alla propria libertà, pena la morte.

Corriere_dello_SpettacoloIn questo bell’allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi si scorge la realizzazione di qualcosa che fa venire alla mente i disegni di un caleidoscopio, in cui la semplicità e, a volte, la banalità dei singoli elementi, unita alle altre componenti, riesce a creare qualcosa di molto ricco, dalle tonalità e dai colori molteplici, dalle forme diverse e cangianti.

La scarsa profondità psicologica dei personaggi viene compensata da una significativa presenza del coro (ben preparato da Francesca Tosi) e dalle coreografie molto espressive, capaci di dar voce, con i numerosi interventi, all’elemento rituale e alle diverse emozioni che di volta in volta si creano a livello individuale e collettivo. La regia realizzata nel 2008 da Fabio Sparvoli, ripresa da Carlo Antonio De Lucia assieme alle scene di Giorgio Ricchelli ed ai costumi di Alessandra Torella, favoriscono in modo convincente l’ambientazione in un mondo lontano (si parla dell’Isola di Ceylon), ma anche l’addensarsi delle nubi pesanti che porteranno alla conclusione della vicenda, con i colori che passano dai toni naturali del bianco, del beige e dell’ecrù agli intensi rossi e blu presenti anche nel fondale.

La direzione di Oleg Caetani rispetta ed esalta la combinazione creata da Bizet tra la semplicità, coerente con la struttura del libretto, e l’evocazione, molto più profonda, dei ricordi passati colpevoli di dar corpo a sentimenti ormai sopiti dal tempo, ma mai scomparsi. Né è esempio il soave motivo della “déesse” che, proposto prima dall’orchestra e ripreso poi nel successivo duetto fra Nadir e Zurga, riappare in seguito molte volte nei momenti più significativi dal punto di vista emotivo o drammaturgico, carico di una bellezza quasi dimentica di sé, ignaro dell’immenso potere sull’animo dei tre personaggi principali. I due cast si integrano con naturalezza in tale contesto e si distinguono per precisione nel canto da una parte e presenza scenica dall’altra.

A volte le opere considerate “minori” sono le più difficili da rappresentare, perché il rischio di banalizzarle è molto alto; qui è accaduto l’esatto opposto, con grande merito per tutti coloro che hanno partecipato alla sua realizzazione.

Paola Pini

Trieste, Teatro Lirico Giuseppe Verdi
Dal 10 al 18 marzo
Les pêcheurs de perles (I pescatori di perle)
Opéra-lyrique in tre atti di Eugène Cormon e Michel Carré
Musica di  Georges Bizet
In lingua originale con sopratitoli in italiano ed inglese
Maestro Cocnertatore e Direttore: Oleg Caetani
Regia di Fabio Sparvoli ripresa da Carlo Antonio De Lucia
Scene di Giorgio Ricchelli
Costumi  di Alessandra Torella
Maestro del Coro: Francesca Tosi
Allestimento della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Orchestra, Coro e Tecnicidella Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
Nadir, un pescatore Jésus Léon (10, 12, 14, 18/III)  Merto Sungu (11, 16/III)
Zurga, il capo dei pescatori Domenico Balzani (10, 12, 14, 18/III) Stefano Meo (11, 16/III)
Léïla, una sacerdotessa Mihaela Marcu (10, 12, 14, 18/III) Hye Myung Kang (11, 16/III)
Nourabad, un gran sacerdote di Brahma Gianluca Breda

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