A Trieste il “Faust” di Goethe nell’originale regia di Tomaž Pandur, importante esempio della collaborazione fra il Rossetti e il Teatro Stabile Sloveno

Data:

Trieste, Politeama Rossetti Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Assicurazioni Generali, data unica 5 aprile 2017

La scenografia del Faust di Johann Wolfgang von Goethe, realizzata per la regia di Tomaž Pandur è essenziale ma imponente e poggia su di una parete titanica color antracite che si apre e si chiude al centro come un gigantesco portale. Davanti ad essa è posta una vasca piena d’acqua; è bassa ma è disposta in modo da occupare in larghezza, ampliata per l’occasione, l’intero palcoscenico del Politeama Rossetti. I personaggi si muovono camminandovi dentro e producendo, in vario modo e in momenti diversi, schizzi capaci di creare incantevoli effetti scenici, alleviando così, con l’intrinseco senso di purezza, la generale ambientazione cupa e pesante provocata dalle luci, ma anche dai costumi, quasi tutti neri o grigio scuri. Soltanto Margaret sarà, per un po’, vestita di bianco.

In questo adattamento di Livija Pandur, sorella e insostituibile collaboratrice del regista, l’estetica e la simbologia, entrambe intese in senso più che ampio, si rincorrono e s’incontrano, grazie anche ad una dimensione atemporale che esalta in gran misura una delle linee guida presenti nell’opera originaria.faust 2

Nella scena di apertura, vero e proprio prologo di quel che avverrà, si svolge il lungo e tormentatissimo monologo di Faust (Igor Samobor), arricchito da immagini e animazioni evocanti ricerche alchemiche, studi cabalistici, formule scientifiche, che riescono a rappresentare in modo immediato e coinvolgente molta parte del testo di Goethe. Qui Faust espone quello che può apparire come il nodo centrale intorno al quale tutto poi si dipanerà: il grande problema di cosa ci sia stato “in principio”: la parola? La verità? La forza? No, si risponde lui: in principio era l’atto.

La scommessa tra Dio e Mefistofele, “preludio” dell’opera e antefatto della vicenda, non appare mai, ma in qualche modo è presente in modo quasi subliminale già in questa riflessione del protagonista che appartiene, in modo più o meno consapevole, alla generalità dell’uomo contemporaneo: le aspirazioni, le frustrazioni, le sofferenze, la solitudine che un tempo dominavano e consumavano il genio o l’uomo d’indiscusso ingegno ed erano una sua specifica prerogativa, sono infatti ora vissute da tanti non appartenenti a questa ridotta categoria di persone.

La conoscenza delle cose e degli avvenimenti è oggi più facilmente alla portata di tutti, ma la distanza fra il dotto ed il saggio non si è ridotta e sapere tanto, anziché rendere più semplice il percorso, lo rende invece più accidentato e pieno di insidie. Diventa così sempre più arduo riuscire a comprendere la sostanza prima della vita, necessità fondamentale per poter raggiungere una serenità che non sia di facciata.

faust 4Se le cose sono indubbiamente più complesse per tutti, nemmeno Mephistopheles (Branko Šturbej) può farcela da solo, e così si presenta all’uomo assieme alla famiglia: Madame Mephistopheles (Barbara Cerar), la figlia Margaret (Polona Juh) che impersonerà anche la ragazza sedotta da Faust, il figlio Valentine (Branko Jordan); c’è anche il Gabinetto Infernale (Robert Korošec, Filip Samobor, Žan Perko, Matic Lukšič), dotato pure di un capo (Uroš Fürst).

Tragico e grottesco s’intersecano in modo molto poetico senza scadere mai nel banale o nel volgare grazie al cast (gli attori sono tra i massimi protagonisti della scena teatrale slovena) che ne dà un’interpretazione posta su di un piano metaforico molto alto.

Il Faust è stato l’ultimo spettacolo ad essere messo in scena dal visionario regista sloveno, scomparso lo scorso anno all’età di cinquantatré anni. Dopo la Premiere del 2015, il Faust di Pandur, prodotto dal Teatro Nazionale Drama di Ljubljana e dal Ljubljana Festival, ha girato il mondo (è stato messo tra l’altro in scena, ricevendo importanti premi, in Messico, in Colombia, nella Repubblica Ceca, in Macedonia, Corea del Sud, Romania, Spagna e Cina) e grazie alla collaborazione tra i due teatri stabili cittadini, il Rossetti e lo Sloveno, è stato possibile portare in Italia, per un’unica replica, questo importante esempio di teatro di prosa europeo ed internazionale: evento speciale per il Rossetti, in abbonamento per gli spettatori del Teatro Stabile Sloveno. Si tratta di un evento di non poco conto, meno usuale, rispetto alla presenza sui palcoscenici italiani di spettacoli di Musical o di Danza, poiché qui la parola è predominante e l’uso di una lingua non conosciuta sembra essere un ostacolo insormontabile. La presenza dei sovratitoli in italiano lo ha reso invece assolutamente e naturalmente comprensibile a tutti, aprendo così la possibilità ad accedere ad un evento dal vivo di questo tipo senza doversi spostare dalla propria città o provenendo dal resto d’Italia.

Paola Pini

 

Trieste, Politeama Rossetti Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Sala Assicurazioni Generali
Data unica 5 aprile 2017
Faust
Di Johann Wolfgang von Goethe
Traduzione di Božo Vodušek, Erika Vouk
Adattamento: Livija Pandur
Scene: Sven Jonke (Numen)
Costumi: Felype de Lima
Video Dorijan Kolundžija
Musiche Silence (Boris Benko, Primož Hladnik)
Regia: Tomaž Pandur
Produzione: Teatro Nazionale Drama di Ljubljana in collaborazione con Teatro Stabile Sloveno
Spettacolo in sloveno con sopratitoli in italiano
Interpreti: Igor Samobor, Branko Šturbej, Barbara Cerar, Polona Juh, Branko Jordan, Uroš Fürst, Robert Korošec, Filip Samobor, Žan Perko, Matic Lukšič

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