IL maestro AMBROGIO SPARAGNA celebra il decennale della musica folkloristica popolare con “Si canta maggio”

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Auditorium, Sala Sinopoli di Roma

Per la festa del lavoro non c’è stato un grande concorso di pubblico proveniente da tutta Italia solo al pomeriggio a san giovanni, che ha sopportato pure lunghe file al metal detector per i necessari controlli del difficile periodo che attraversiamo ed anche la pioggia battente della sera, ma anche al mattino, al parco della musica per prendere finalmente il caldo sole primaverile ed assistere al bel concerto dell’etnologo Ambrogio SPARAGNA da Sperlonga da due lustri unisce l’Italia nel nome della ricerca dei più suggestivi repertori canori regionali delle varie parti dell’Italia laica e civile, lasciando quella religiosa alle feste Natalizie con Chiarastella. La platea era gremita ed ha potuto gustarsi un’ottima mattinè musicale caratterizzata non solo dall’orchestra popolare con fisarmoniche, chitarre come quella di Cristiano Califano,mandolini tra cui spiccava la virtuosità eccellente di Mimmo Epifani, bensì soprattutto dal progetto antologico di “Canti d’acqua, di fiume e di mare” che spaziavano dal gruppo di cantori popolari di Comacchio, l’incantevole località lagunare Emiliana, ai versi tipici dell’area fluviale padana, che sono stati accostati alle letture liriche della Marecchia Romagnola decantata dal poeta Guerra, eseguite da un fine dicitore come Davide Rondone. Le canzoni meridionali sono state intonate dalla voce della rappresentante della minoranza Albanese di Calabria e Sicilia Eleonora Bordonaro con i canti “arbresc”, mentre le suggestioni meravigliose del Salento sono state suonate da Mimmo Epifani con le scansioni sonore d San Vito dei Normanni.Il coro diretto da ANNA RITA COLAIANNI ha dato vita come d’abitudine, alla seconda parte del concerto, cominciando dalla nota protesta contro i padroni avari ed oppressori che negano i diritti sanciti dallo Statuto dei lavoratori, di cui si è celebrata la festa con il ricordo della strage di Portella Della Ginestra nel 47(Pa), allargando poi il collage musicale ai canti Veneti in sintonia con la tematica scelta. IL tutto è stato impreziosito dalla presenza di Eugenio Bennato che ha riproposto alcuni dei pezzi più celebri della sua prestigiosa carriera, tra cui quelli unitari del Mediterraneo, mentre si parla di collusione tra scafisti ed ONG nei viaggi della Libia. Infine i cantori di Comacchio sono saliti ai giardini pensili per allietare il rinfresco a base di fave e pecorino, sorseggiando il nettare bianco di Bacco.

Susanna Donatelli

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