Con “Nemici come prima” si ride e si riflette

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Al Teatro San Paolo in Rivoli di Torino

Il teatro San Paolo in Rivoli incomincia a tirare le somme della stagione, lo fa con estrema fierezza, nonostante il suo affezionatissimo pubblico che “diserta gli spettacoli con attori a loro sconosciuti ma apprezzati sul territorio nazionale” poiché refrattari ad aprirsi ai suggerimenti proposti in cartellone dai gestori, forse ci vorrà del tempo perché essi possano assimilare le novità! Non è stato così per la brillante commedia “Nemici Come Prima” di Gianni Clementi, portata in scena dalla compagnia Campotheatro (TO) per l’apprezzata regia di Mauro Stante. La scena si svolge in una sala d’aspetto di un ospedale, coi familiari in attesa che possa esserci una dipartita o un ritorno alla vita terrena. La commedia di per sé è audace, molto polemica se letta come sistema sociale, sebbene sia solo una simulazione… potrebbe rispecchiare l’autenticità. Si potrebbe anche leggere come semplice “commedia all’italiana”, pur sempre pungente, senza fare addentrare lo spettatore in quegli oscuri meandri citati che, anziché farti ridere… ti fa infuriare… Preferiamo leggerla come il secondo suggerimento. Questa brillante “presa in giro”, così come l’hanno interpretata gli attori, senza soffermarsi ai contenuti duplici, è una commedia frizzante, dai tempi tecnici cadenzati e strutturati in maniera sublime. In alcune gag, notiamo lo zampino spiritoso di Tony (Skandal) Liucci, frutto dell’esperienza acquisita, rendendo la scena effervescente. Tutto il lavoro teatrale è esuberante al punto che non fai tempo a smettere la risata che sei “costretto” a ripeterla sin dall’apertura del sipario. Sfavillanti sono le interpretazioni degli attori, iniziando da Niko Ferrucci, che rappresenta il classico infermiere previsto dall’etica… del tuttofare; poi quella, della splendente Patrizia Battaglia, che ha dato al suo personaggio lo stesso peso paragonato alla sua bravura. Il cinismo col quale viene interpretato il ritorno sul palco del San Paolo, l’ha esternato in scena la brava attrice Grazia Audero, giunta da Kathmandu per ricongiungersi nella sala d’aspetto del reparto intensivo con tutti gli altri. Poi c’è l’attrice Andrea Sacco, che interpreta una donna onirica, non attaccata ai beni materiali, statuaria, di una bellezza sorprendente. La vediamo nei panni di una bisognosa badante comunitaria, spiazzando tutti, iniziando dall’accento tipico straniero e sostenendo, da ottima attrice qual è, una parte da sembrare “cucita per lei”, una storia senza tempo, dai lati poliedrici, raccontata con cinismo sprezzante, passando dall’indifferenza al modo divertente e quasi grottesco, per tornare nuovamente tragica. Terminiamo dicendo: Se fosse stata l’ultima rappresentazione teatrale della stagione, questa avrebbe avuto il massimo dei voti! A scapito di chi non ha assistito alla recita, che ha perso un’occasione imperdibile… E’ proprio il caso di usare questa parola.

Daniele Giordano

Se volete contattare l’autore potete farlo a lonevolfilm@gmail.com

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