“An Image of eternity” di Raffaele Grimaldi. Viaggi verso l’infinito

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Delicatezza, liricità, tensione verso l’infinito. Sono le prime parole che mi vengono in mente per parlare di An image of eternity, titolo del nuovo album del pianista Raffaele Grimaldi, che attraverso questi quindici brani ci fa emozionare, allietare, lasciandoci cullare dall’immaginazione. An image of eternity, Endless lines, Dans l’horizon, Love signs, An ocean beyond your secrets, Fra i tuoi libri, The world I breath, In me, Traces of sunlight, Nuvola fragile, Come aria, Vertigo, Blue Nightfall, November, The last station: per esteso tutte le tracce della raccolta, delle quali qualcuna porta il nome in inglese, altre in francese, altre in italiano, ma la musica e i contenuti non cambiano, si tratta sempre di brevi frammenti dove l’autore ci trascina dietro di sé, nel suo mondo fatto di poeticità, gradevolezza e sentimento. Delle volte ascoltiamo una melodia lineare, che si muove come l’aria o come le onde e che attraverso il suo tenue andamento e le sue gradevoli ripetizioni ci conduce in una dimensione di contemplazione, in certi casi risvegliata da accordi che cadono all’improvviso e che cadenzano il ritmo in modo marcato. Si tratta di brani intimi, in cui Grimaldi vuole trasferire l’universo che ha dentro di sé all’uditore e in questo riesce in pieno se ascoltandoli non possiamo rimanerne indifferenti, poiché attraverso questa musica semplice – usato nel senso positivo – e diretta le note ci penetrano dentro, scuotendo le nostre emozioni. Il pianista diviene così un esempio di come a volte siano ingiustificati e inutili i sofistichismi e di quanto invece possa rivelarsi suadente e utile l’elementarietà.

Dell’artista si evince la matrice classica e ai più attenti non passeranno inosservate le reminiscenze dei grandi autori della musica colta, dove in particolare Chopin può forse essere eletto il prediletto dall’autore, tanto è vero che delle sue composizioni potrebbero essere paragonabili agli “Studi” dell’ultimo.

An Image of eternity, pubblicato da Blue Spiral Records e registrato e masterizzato da Julien Bassères presso gli Studios de Meudon, alle porte di Parigi, è un’invocazione all’immaginazione e all’infinito. Ascoltatelo in un momento di attenzione e di rilassamento e non abbiate paura di emozionarvi.

È possibile anche vedere dei videoclip di alcuni brani sul canale Youtube della Blue Spiral Records

Stefano Duranti Poccetti

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