Arte contemporanea e Piero della Francesca: il singolare rapporto di Bill Viola con il pittore toscano

Data:

Galleria Ivan Bruschi di Arezzo, fino al 23 luglio 2017

Fino al 23 luglio 2017, grazie al progetto ‘Piccoli Grandi Musei’ ed al main sponsor e promotore  Fondazione CR Firenze, è aperta al pubblico presso la Galleria Ivan Bruschi di Arezzo la mostra temporanea di Bill Viola, artista contemporaneo americano rimasto folgorato ed abbagliato dalla vivacità, eterogeneità e purezza dell’arte antica italiana- da Paolo Uccello a Jacopo Carucci meglio conosciuto come Il Pontormo- ed a quale artista più legato alla terra aretina se non a Piero della Francesca poteva essere dedicata la suddetta exhibition?

La videoinstallazione in questione è Tristan’s Ascension ed è stata volutamente inserita all’interno della cornice della “Leggenda della Vera Croce” di Piero della Francesca, appunto, con l’intento da parte del coraggioso Viola di farle interagire vicendevolmente nonostante una voragine temporale di ben sei secoli.

La conferenza di sabato 27 maggio sempre all’interno della Galleria Bruschi in Piazza San Francesco ad Arezzo, è stata altresì profonda e curata nei minimi dettagli grazie all’intervento di tre autorità di primissimo livello come Stefano Casciu, Direttore del Polo Museale della Toscana, Ludovica Sebregondi, Curatore della Fondazione Palazzo Strozzi, e Carlo Sisi, Consulente Scientifico della Fondazione Ivan Bruschi.

Sedutomi nel bel mezzo della gremita folla, una sessantina di persone circa- un notevole afflusso se pensiamo allo spazio concesso dal corridoio della Galleria- mi sono dapprima soffermato sullo spazio dedicato alle teche in vetro del Bookshop per poi risalire alle volte a crociera del soffitto che mi hanno riportato agli studi universitari di materie concernenti arte ed architettura, emulando in un certo senso l’ascension del protagonista di Bill Viola. Dalla conferenza sono emersi moltissimi spunti interessanti per concepire meglio l’approccio dell’artista statunitense  all’arte italiana, ad esempio il continuo rapporto spazio/tempo commisurato ad entrambe le correnti contemporanea e quella della «tecnica dello spolvero e non propriamente di affresco» come afferma Stefano Casciu; lo spazio ed il tempo sono in continuo movimento in Piero della Francesca se pensiamo che non esiste un filo matematicamente ordinato e lineare nella rappresentazione della “Leggenda della Vera Croce” nella Cappella Maggiore di S.Francesco. Ecco, Bill cerca di trasporre questo magma in movimento verso le sue opere contemporanee rendendole in un certo senso più vive, dinamiche e realistiche.

Bill_Viola_Corriere_dello_SpettacoloTristan’s Ascension si presenta al pubblico in modo diretto ma solenne, paziente ma con un pizzico di irrequietezza per chi la osserva- poiché il tempo si estende per dieci minuti circa, azzardata ma concepibile. Il corpo che si eleva verso uno spazio solamente immaginabile ai nostri occhi viene dapprima ricoperto di questa coltre di caratura notevole come una tempesta di diamanti, altro non è che una vera e propria cascata di acqua, per poi risalire perpendicolarmente anticipando quello stesso moto che sarà del protagonista in video.

Questa ascensione è una vera e propria rinascita, fisionomica e fisiologica, di questo corpo che a sua insaputa sta per essere rimesso al mondo e non a caso, come d’altronde in altre sue opere, Bill opta per la scelta di uno dei quattro elementi per far sì che la metafora sia completa: nascita, morte e resurrezione e la trivalenza è presente in ogni singola goccia che si staglia verso l’indefinito (spazio) e si accumula nel tempo della durata del video.

L’arte dello statunitense diviene dunque un conglobare questa arte antica per farla “rinascere” nel corpo della contemporaneità del suo produrre opere ed installazioni artistiche in un connubio pienamente azzeccato, a mio modesto parere. Quello che ci vuol far trasmettere l’artista è a tutti gli effetti una devozione ed un tributo a tutta l’arte antica italiana poiché viva ed emotiva se non pure che «gli affreschi di Piero divengono lavoro mentale e di concentrazione di livello elevatissimo e prezioso» trascrivendo le parole di Casciu, quindi una videoinstallazione che rende omaggio a tutta una serie di artisti italiani vissuti in quell’epoca. Non dimentichiamoci infatti che Viola dapprima non si documentò in modo totale sul ciclo pittorico italiano in quanto era considerato un mondo desueto e «visto solo in bianco e nero» come cita tra le righe del suo intervento Ludovica Sebregondi.

Tornando all’opera posso dire che il timelapse, ovvero lo scorrere del tempo, risulta godibile sia ai meno pazienti sia ai sofferenti delle calure estive- lo spazio, tornando in tema, ove è collocata l’installazione video permette un ristoro psicofisico notevole- e quindi la visita verrà sicuramente ricordata come una tappa memorabile se ad essa ovviamente si andrà completare quella alla Chiesa di San Francesco adiacente alla Galleria.

Bill Viola e Piero della Francesca, coraggio e tradizione al servizio del cittadino comune.

Gabriele Nencioli

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