“Le guerre di Angela”. La vera storia non retorica della Grande Guerra incisa nella vita e nella sofferenza di quattro donne

Data:

Dal 9 al 18 giugno 2017 allo Spazio Dilà di Milano

Sono a volte magicamente indecifrabili le ragioni profonde che accendono l’interesse degli artisti. Cosa lega, ad esempio, la vita di una giovane attrice di Savona, Giuseppina Bacco, alle vicende della Grande Guerra? Di mezzo poco più di un secolo e una distanza di molte centinaia di chilometri.

Impossibile dirlo. La bella realtà è tuttavia che questo interesse ha prodotto un potente frammento di verità, alternativo alla retorica della storia ufficiale.

La grande Guerra (anche se poi la seguente fu tragicamente ben più grande) è stata per molti studenti il capitolo finale dello studio della storia a scuola. Intriso di grandi Ideali e di narrazioni epiche (Enrico Toti, le terre “liberate”, Il Piave mormorava ecc) senza contraddittori critici. Il proseguimento ideale del trionfale e romantico risorgimento che aveva creato l’Italia.

La brutale realtà di quella guerra, raccontata nello spettacolo Le Guerre di Angela, ideato da Giuseppina Facco è, al contrario, tragica e raggelante.

Utilizzando le lettere del marito, ufficiale al fronte, della nonna di un medico savonese, Franco Mazzetta, è stato composto, con l’aiuto dello storico e ricercatore fiorentino Andrea  Bavecchi, un drammatico diario di guerra. Una testimonianza in prima persona di sconvolgente realismo, una invocazione di giustizia, un rifiuto compassionevole dell’oblio.

Le Guerre di Angela dà voce a chi ha vissuto esperienze tragiche di vita e molto spesso di morte, a chi non ha potuto parlare né decidere, a chi tutto è stato tolto.
La pièce è nata in occasione del primo centenario dalla Grande Guerra ed è stata recentemente rappresentata dal 9 al 18 giugno allo Spazio Dilà a Milano, nell’ambito di Milanoff, il Festival del Teatro off. Alla rassegna hanno partecipato cinquanta compagnie, italiane e non, che ogni giorno hanno rappresentato un proprio spettacolo in 14 location teatrali differenti.

Guerre-di-Angela 1Quattro sono le donne (tutte di nome Angela) di diversi ceti sociali che Giuseppina Facco impersona, intrecciando i racconti delle vite loro e degli uomini (fidanzati, padri, soldati, ufficiali, alunni) importanti nelle loro vite. Raccolgono racconti e sentimenti maschili, queste donne. E comunicano il loro personale strazio, per le conseguenze che la Guerra ha avuto su di loro.

Alle differenti tonalità di dolore e tragedia delle quattro donne Giuseppina Facco dà voce, corpo e intensità, con rapidi cambi di accento e di costume.

La maestra di Udine dà voce alla retorica ufficiale della Guerra bella e nobile, apparentemente tetragona al dolore e al pianto dei suoi alunni senza padre. La contadina ha al fronte padre, fratello e fidanzato, con cui ha dovuto rimandare le nozze, e promuove una iniziativa tutta femminile di aiuto concreto ai soldati. Una giovane, rimasta senza padre e senza sostentamento, è costretta a vendere il suo corpo a ufficiali e soldati, ed è la testimone compassionevole e straziata dei tormenti dei giovani combattenti. La moglie di un ufficiale, infine, lamenta l’intrusione violenta della guerra nella vita familiare, che toglie la libertà di scegliere e allontana l’uomo amato, da sé e dalle due piccole bimbe.

La propaganda di cui la severa maestra è portavoce tromboneggia di una guerra nobile e breve (così sono sempre descritte le guerre, all’inizio). Prometteva agli sventurati di tutta Italia terre, denari, riconoscimenti e trionfi. In realtà i racconti che Angela, prostituta suo malgrado, raccoglie (decine e decine di “marchette” al giorno !), sono tragicamente diversi. Soldati uccisi dai propri superiori per aver fatto circolare idee non gradite. Schiere di carabinieri al fronte con i fucili puntati alle spalle dei nostri soldati, per costringerli a lanciarsi all’attacco, pena la morte immediata. Crudeli decimazioni per ammutinamento. Azioni inutilmente sanguinose, cui neanche gli ufficiali possono opporsi.
Ovunque è sofferenza e tragedia.

Uno spettacolo che è una risposta a una voce interiore, il compimento di una missione di testimonianza. Frutto di un attento e amorevole lavoro di ricerca. Per questo al termine dello spettacolo gli applausi erano convinti. Ed emozionati.

Guido Buttarelli

Da un’idea di Giuseppina Facco
Testo di Giuseppina Facco
Con Giuseppina Facco
Regia: Annapaola Bardeloni
Supervisione Storica: Andrea Bavecchi
Musiche Originali: Stefan Gandolfo

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