“Ensemble Europeo” in un perpetuo fieri astratto nella coreografia” PRELUDE” di Cristina K. Rizzo

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Al Teatro India di Roma

Continuando a seguire la rassegna sperimentale “il teatro che danza”, organizzata dallo stabile di Roma nel periodo estivo nelle due sedi dell’Argentina e dell’India ci stiamo sempre più convincendo che si tratti di punti di partenza, di studi sull’origine del movimento nello spazio e della definizione del rapporto tra i ballerini nel loro articolarsi come gruppo. L’occasione per rafforzare la nostra opinione ce l’ha fornita il nuovo progetto tersicoreo di Cristina Kristal Rizzo, fondatrice in passato della compagnia ”Kinkaleri”, che nel suo ”Prelude” immagina che un insieme, (sette per precisione di danzatori), si muova ed interagisca sul palcoscenico, sotto le luci che sovrastano dall’alto, in un continuo divenire e gesticolare d’impeto, un andare e tornare di mobilità delle articolazioni, flessuosità dei corpi, avvitamenti su sé stessi,atteggiamenti zen nello yoga, che sono solo all’inizio del possibile comporsi d’una danza, che però non decolla mai e sembra sempre in un indefinito orizzonte virtuale come lascia intendere il titolo del balletto. Ognuno dei performer tende alla purezza e classica bellezza formale della sua arte,sulle note onomatopeiche di rumori ossessivi d’elementi naturali, specie l’acqua, o di voci reiterate che vorrebbero rendere sempre più stretta la relazione tra i membri della formazione artistica.Sembra quasi che uno stesso spirito dinamico si sprigioni in quei giovani interpreti,portandoli a slanci di frenetico moto,plasticamente perfetto, ma illogico ed inespressivo nel suo prodursi davanti al silenzio cogitabondo nella sala gremita di ragazzi appassionati del movimento sulle punte.Insomma il mondo degli istinti e dei desideri che non si realizzano,bensì restano utopici per una libera intuizione del”noumeno”heideggeriano in sé.

Susanna Donatelli

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