Il Teatro Verdi di Trieste propone tre eventi all’aperto nel magnifico Castello di San Giusto

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Per gestire al meglio una struttura complessa è necessario avere un obiettivo chiaro, unito alla consapevolezza che per realizzarlo sarà necessario avere pazienza e determinazione, oltre ad essere dotati di buone capacità strategiche e di tanta flessibilità. Nel caso di un Ente Lirico non basta di certo una stagione per riuscire a cogliere, dall’esterno, la direzione intrapresa da una nuova gestione, mentre a conclusione della seconda e di fronte alla presentazione della terza si possono fare delle ipotesi che non vogliono in alcun modo apparire come “bilancio in corso d’opera”, ma desiderano piuttosto essere frammenti d’osservazione, suscettibili o meno di conferma con il passare del tempo.

La sera del 14 luglio la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste proporrà al pubblico una produzione che in qualche modo può fungere da esempio simbolico di quanto si stia facendo a partire dal 2015.

Il Sogno di una notte di mezza estate (Ein Sommernachtstraum) Op. 61 di Felix Mendelssohn-Bartholdy da William Shakespeare per Soli, Coro, Voci recitanti e Orchestra è nata sotto gli auspici dell’Assessore alla Cultura del Comune, Giorgio Rossi, e verrà realizzata in collaborazione con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

La sede dell’evento sarà il Piazzale delle Milizie del Castello di San Giusto, per decenni sede di tantissimi spettacoli estivi del Teatro, cui seguiranno altri due concerti, il primo centrato su brani sinfonici tratti da opere liriche (il 19 luglio), mentre il secondo (il 21 luglio) avrà come filo conduttore il repertorio più leggero del mondo dell’operetta.

Accanto ad essi si stanno svolgendo in questi giorni numerosi concerti all’aperto, eseguiti da “Gli ottoni del Teatro G. Verdi” in giardini e piazze della città e si sono appena concluse le “Lezioni d’opera” che il M° Francesca Tosi, Direttore del Coro del Teatro ha tenuto, conducendo con successo l’Orchestra.

Nel programma dei cartelloni 2017/18 delle stagioni Sinfonica, Lirica e di Balletto, oltre a quella parallela “del Ridotto”, si riconosce una costanza rispetto a quelle passate nella proposta di titoli apprezzati dal grande pubblico, concentrata soprattutto in ambito lirico, di proposte meno abituali nei concerti sinfonici e di novità o riscoperte da realizzarsi nel Ridotto, con qualche sconfinamento in altre sale (per l’intera programmazione si rimanda al sito del teatro: http://www.teatroverdi-trieste.com/it/ )

Le collaborazioni si fanno sempre più numerose, a partire da quella ormai tradizionale con Il Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia per passare, da quelle lontanissime con le giapponesi Sawakami Opera Foundation (da quest’anno anche sponsor internazionale) e con la Kitakyūshū City Opera, a quelle più vicine con il recente accordo di collaborazione e coproduzione con il Teatro Nazionale Sloveno di Maribor.

Proseguiranno le Lezioni Concerto, cui si aggiungerà quella che avrà per tema un’opera breve, occasione per mostrare, descrivere e raccontare il Teatro: pensate per le scuole sono il realtà aperte a tutti.

Sono tanti gli interpreti che il pubblico ha imparato a conoscere e ad amare e che ritornano, dimostrando non soltanto la fiducia riposta in loro, ma anche il loro apprezzamento per l’organizzazione interna e per la professionalità delle maestranze.

Sono tanti anche i giovani cui viene data fiducia e che debuttano a Trieste, facendo del Teatro Verdi un luogo anche affettivamente importante per il futuro di tante carriere.

Riandando indietro con la memoria balza prepotente il ricordo del Don Giovanni project con cui la Sovrintendenza di Stefano Pace si presentò alla città alla fine del 2015, conferma di un’intenzionalità molto forte che ora si sta mostrando in modo ben chiaro ed evidente: avvicinare al mondo della musica “colta” incuriosendo e sollecitando le persone più lontane senza per questo tradire quelle da sempre abituate a frequentarla.

Infine, in ogni pubblico intervento viene sempre messa in evidenza, a ragione, la fattiva collaborazione del personale tutto di questa storica Fondazione Lirica, fattore fondamentale e necessario per riuscire a realizzare al meglio ogni cosa. È un comportamento purtroppo sempre più raro e, anche per questo, tanto prezioso.

Paola Pini

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