La rivendicazione del trono SALICO e di Francia nelle aspirazioni espansionistiche di ENRICO V con Daniele Pecci

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Al Globe Theatre di Roma

Ancora uno spettacolo di successo al ”Globe” nella programmazione della corrente stagione estiva con la messa in scena di Enrico V curata e diretta da Daniele Pecci, che ha giustamente legato la realizzazione dell’opera alle dimensioni del teatro che ben si presta a scontri di battaglia,come pensò anche Sir Lawrence Olivier che girò l’inizio e la conclusione del suo imponente film proprio nel Globe Londinese. Il lavoro naturalmente presuppone una certa formazione culturale ed è stato apprezzato per la sua accurata ricostruzione filologica non solo dagli esperti del settore, ma pure dagli appassionati storici del Medioevo, che l’hanno collocato nel contesto della lotta epica e civile tra Francia ed Inghilterra per il predominio in Europa, iniziato con la conquista dei territori oltre La Manica da parte di Guglielmo il Conquistatore nella battaglia di Hastings del 1066. Il problema, già trattato dal “Bardo di AVON” il RE LEAR, trova qui il suo pretesto nella legge Salica che impediva alle donne la successione al trono ed il potere sui territori della Germania compresi tra i fiumi Reno e Saura,occupati dalla Francia. Re Enrico V avrebbe voluto una pacifica intesa con  il sovrano francese Carlo VI, ma questi interpretato con sofferta passione da Sergio Basile, tergiversava, mentre la congiura ed infedeltà di alcuni conti e duchi albionici, come quelli di Salisbury, York e Westmoreland erano represse con la condanna a morte. Da rimarcare la sfrontatezza del Delfino di Francia, reso da Mauro Racanati, simbolo della spregiudicata arroganza giovanile, emblematicamente simboleggiata da dono delle palle da tennis da parte dell’araldo e diplomatico Montjoy, scevro da pene, con l’intrepido Vito Favata,che lo spinse alla guerra con la saggia ed accorta assistenza senile dello zio Duca di Exter, di cui vestiva i panni il bravo veterano delle scene Martino Duane. Se quello del trionfo del potere Inglese e dell’orgoglio premiato è l’argomento centrale,ve ne sono pure altri di minor rilievo, come in una matriosca russa o nel capolavoro Manzoniano della Provvidenza,che mettono in rilievo il popolino della combriccola di Falstaff con il linguaggio volgare e triviale,sboccato,dell’alfiere Pistola,impersonato da uno spassoso e farsesco Gianluca Gobbi con il suo amore lussurioso per l’ostessa Nelly,data goliardicamente da Francesca R. Succi, al soldo del capitano Fluellen, il simpatico e dinamico Pietro DA Silva.Filo rosso come narratore delle singole gesta e cantuccio del poeta, anticipando il manzoni,rispetto al coro greco ed eliminando pure l’unità di tempo e luogo, è il coro sostenuto con signorile maestria da Carlo Valli, con scansione lirica invocativa ed un ruolo divulgativo,didascalico, della funzione essenziale del teatro,precisando come la battaglia decisiva  in cui morirono diecimila Francesi, avvenne vicino il castello di Azincourt,che da allora la connota toponomasticamente. Alla fine come già aveva fatto con il dramma: ”Molto rumore per nulla”, l’autore raddolcisce i toni e mette tutto sotto i segni della pace e della tolleranza,mediante l’unità religiosa cattolica,sollecitata dall’autorità ecclesiastica con l’arcivescovo di Canterbury, nonché il matrimonio tra il devoto e pudico Enrico V e Caterina principessa di Francia onorata e timorosa, interpretata da Mariachiara Di Mitri.Belle,ridondanti e sfarzose,le scene di Susanna Proietti, quali: l’ardore delle fiaccole con cui irrompono i soldati albionici,la baldanza con cui partono per la guerra, per L’Inghilterra ed il suo protettore S. Giorgio,l’ombre cinesi mediante il sipario dello scintillante e crudo combattimento, con pochi caduti inglesi per il valore della ridotta armata,della stessa figlia d’arte erano pure gli sfavillanti costumi d’epoca. La compagnia è formata da un numeroso stuolo d’attori ben preparati, molti dei quali sostengono con eccellenti doti  trasformistiche doppio ruolo. LO SPETTACOLO sarà in scena fino al 6/8.

Susanna Donatelli            

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