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Una splendida Tosca chiude la seconda settimana di Anfiteatro Festival. Le pagelle del Corriere

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GIOVEDI’ 3 AGOSTO: “I 7 Re di Roma”, di Luigi Magni

Non ringrazieremo mai abbastanza Gigi Magni per quanto ci ha lasciato, per la sua immensa cultura unita a quella sferzante ironia tipicamente romana che gli faceva dire, all’amica Simona Marchini, osservando la frenesia senza più punti di riferimento della sua amatissima Roma: “…vedi Simò, questi qua intorno a noi non sono né buoni né cattivi…sò diversi” . I 7 Re di Roma fu uno spettacolo che lasciò il segno nella storia della commedia musicale italiana (anzi, della “leggenda musicale”), per la geniale intuizione di Pietro Garinei, affascinato dai disegni del Maestro Magni con cui egli rappresentava vizi e virtù dei suoi concittadini. Spettacolo affidato alla maestrìa di un Gigi Proietti strepitoso e alle musiche bellissime di Nicola Piovani. Fu un trionfo, era il 1989. Ci sarebbero tutti i presupposti per far tremare i polsi, nel raccogliere un’eredità così fulgida. Gianfranco Lacchi, all’epoca  assistente alla regia al fianco di Garinei, e dopo ben cinque anni di stop dagli ultimi successi ottenuti, riprende le redini di uno spettacolo faticosissimo e complesso nella sua realizzazione scenica. Bravissimo nell’incarnare i 7 Re, bella voce nel canto, coadiuvato dal preciso Gianluigi Pizzetti nel ruolo di Giano Bifronte, Padre degli Dei, le interpretazioni di Lacchi sono pregevoli, nonostante alcuni inconvenienti tecnici che, in una serata unica e dopo un lungo fermo, ci stanno tutti. Ma lo spettacolo si conferma una macchina da guerra. Straordinario il testo (ci mancherebbe…), le musiche magnifiche, le scenografie tra le più belle viste all’Anfiteatro, i costumi dei veri capolavori. Qualche perplessità sull’utilizzo dell’ensemble nei cori. Quasi tre ore di uno spettacolo sì divertente, ma con tanta cultura dentro, che si impreziosisce ancor di più grazie al luogo in cui è stato rappresentato, territorio strettamente legato a miti e leggende di quella città quadrata destinata a dar vita ad un impero. Qualcuno lo spieghi ai maleducati di turno con telefonino, immancabili piaghe.

20525943_1622506844426688_4196727594409641970_nGiudizio: Aver portato I 7 Re di Roma in questo Festival è stata una scelta oculatissima. Non c’è più Re Gigi (Proietti) ma onore a questo cast e a Gianfanco Lacchi, che ha intelligenza e rispetto in quantità giusta per non tradire un pezzo di storia del nostro teatro. Spettacolo molto bello.

VENERDI’ 4 AGOSTO: “Algarabìa”.

Una piacevole sorpresa lo spettacolo messo in scena dalla Compagnia Algeciras. Nel nome la sua mission: Algeciras è una città dell’estremo meridione della Spagna che affaccia sullo Stretto di Gibiltera, nella comunità autonoma dell’Andalusìa, da sempre luogo di crocevia e integrazione tra culture e tradizioni arabe, gitane, musulmane, cristiane, ebree. E’ questa contaminazione culturale che offre lo spunto per lo spettacolo Algarabìa, affascinante viaggio tra le sonorità e le danze di popoli diversi ma inevitabilmente legati tra di loro. Sei musicisti e dieci bellissime danzatrici si fanno portatori di echi lontani, di canti struggenti e di danze sensuali, riempiendo l’Anfiteatro di colori e sentori di grande armonia. Ipnotiche le musiche, le percussioni e la voce della solista. Di gran fascino le fusioni tra il flamenco e le danze mediorientali, tra la musica araba, spagnola e magrebina. Sensualità, costumi bellissimi e grande cura dei dettagli. Il pubblico, intorno alle 300 presenze, apprezza molto.

20638852_1623499297660776_1777422195820921554_nGiudizio: il messaggio dello spettacolo è molto chiaro ed è un messaggio di fiducia nell’arricchimento che scaturisce dalle contaminazioni culturali. Argomento quanto mai attuale. Quanto amore e studio ci deve essere dietro uno spettacolo del genere? Il risultato è davvero apprezzabile. Una serata di bellezza e di speranza, vi sembra poco?

SABATO 5 AGOSTO: Katia Ricciarelli in “Ti canto amore”.

Lei è la prima, con la sua autoironia, il suo modo disincantato di porsi al pubblico, a giocare sul tempo che passa. Reduce da un intervento ad un ginocchio, pur se in ritardo e affaticata, arriva sul palco dell’Anfiteatro insieme al tenore Francesco Zingariello e quattro straordinari, raffinati musicisti. La serata è un omaggio all’Amore, cantato in una quindicina di canzoni del repertorio classico italiano, oltre a brani come Memory tratto dal musical Cats e Caruso di Lucio Dalla.

20663831_1624456200898419_4053064405355416792_nGiudizio: che dire di un’artista che ha calcato i palcoscenici internazionali per tanti anni? C’è un’aura malinconica in questa serata, è innegabile. Katia Ricciarelli non si nasconde dietro un dito, lo sa bene che il tempo non fa sconti a nessuno. Resiste, canta, scherza. In alcuni frangenti emoziona il poco pubblico presente con sussulti di antico splendore. Osserva la luna bellissima alla sinistra del palco, mentre intona Memory. Stoica.

DOMENICA 6 AGOSTO: “Tosca”, di Giacomo Puccini.

Questa seconda opera lirica non è solo una grande produzione di Europa Musica, è un piccolo capolavoro. Ci era stato detto delle difficoltà di realizzare all’aperto strutture monumentali come l’interno di Sant’Andrea della Valle e Castel Sant’Angelo, ma le scenografie di Giovanni Di Mascolo hanno sorpreso tutti, per l’ingegnosità e la bellezza. A nulla varrebbe tutto ciò se non ci fossero bravissimi interpreti a dar vita alla tragedia di Tosca e qui entrano in gioco le stelle, che lucevan sì, ma erano anche sul palco. Paola Di Gregorio (Floria Tosca) illuminava la scena con la sua interpretazione come sempre toccante, capace di variazioni di registri espressivi tipici dei grandi attori, e Gianluca Zampieri (Mario Cavaradossi) tenore dalla voce limpida e dalle convincenti mimiche facciali, insieme a Pierluigi Dilingite (un inquietante Barone Scarpia, bravissimo), hanno reso il dramma pucciniano di questa sesta edizione dell’Anfiteatro Festival un evento da ricordare, applaudito più volte a scena aperta dagli oltre 600 spettatori presenti.

DSC_5108Giudizio: quando vince l’armonia, in ogni spettacolo, è sempre un successo. In questa Tosca si raggiungono vette di armonica bellezza tra le scene (straordinaria quella a fine primo atto, con il Te Deum e il Vescovo benedicente), le interpretazioni, la regia dinamica di Gianmaria Romagnoli, il coro, i costumi, l’orchestra capace di tenere alto il discorso musicale pucciniano. Paola Di Gregorio è una splendida Floria Tosca. Lucevan le stelle, si, in questa notte.

L’ultima settimana di Festival inizierà giovedì 10 agosto con lo spettacolo di Max Giusti: “Cattivissimo Max”.

Paolo Leone

Anfiteatro Festival di Albano (via dell’Anfiteatro 40, Albano Laziale) dal 27 luglio al 15 agosto.
Si ringraziano l’ufficio stampa della manifestazione, Comunicazione Integrata, e i fotografi ufficiali Elena Lanfaloni e Patrizio Paganucci

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