“Doppio giallo sotto il cielo azzurro”, il primo romanzo poliziesco di Renato Salvetti

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Lunedì 7 agosto, alle ore 21:00, a Omignano nel giardino di Palazzo Gorga nel “Festival Segreti d’autore, Festival dell’Ambiente, delle Scienze e delle Arti”, ideato da Ruggero Cappuccio e diretto da Nadia Baldi, si è tenuto un reading-concerto dell’autore Renato Salvetti, che ha presentato il suo nuovo romanzo intitolato Doppio giallo sotto un cielo azzurro (Rogiosi Editore), con la partecipazione della regista Nadia Baldi e della cantante e attrice Antonella Ippolito. “Segreti d’autore” è un Festival itinerante per i borghi antichi dell’area del Monte Stella, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, una terra meta dei viaggi di Ulisse, in cui nacque il pensiero di Parmenide e Zenone e della “Scienza Nuova” di Vico. Il Festival che si svolge nella cornice di palazzi e piazze antiche, in spazi architettonici immutati nel tempo, è una manifestazione che si orienta verso “minoranze sensibili” – come afferma il regista e scrittore Ruggero Cappuccio – un’iniziativa nata anche “sul fronte della legalità delle arti e delle scienze per difendere uno dei territori naturali più belli del mondo”. In questa settima edizione diretta da Nadia Baldi, insieme agli incontri con attori e registi di fama nazionale come Alessandro Preziosi e Silvio Orlando, a spettacoli teatrali e concerti, largo spazio è stato dato anche ai libri e alla lettura: nella suggestiva cornice di palazzo Gorga ad Omignano, è stato presentato il romanzo dello scrittore e musicista Renato Salvetti, “Doppio giallo sotto un cielo azzurro”, che ha preceduto la proiezione del film di Ruggero Cappuccio girato a Serramezzana e intitolato “Il sorriso dell’ultima notte”, una storia sospesa tra amore e morte, malinconia e leggerezza, dove il sogno della poesia e l’incanto della memoria diventano l’unico rimedio al dolore della decadenza e all’oblìo dei ricordi. Il romanzo “Doppio giallo sotto un cielo azzurro” (Rogiosi Editore) è un avvincente giallo ambientato a Napoli, nel quartiere del Vomero, in cui protagonista delle indagini è il commissario Antonio Amabile, un musicista mancato che deve risolvere un caso difficile, sciogliendo enigmi e coincidenze a partire dal ritrovamento dei cadaveri di due donne, due cugine, uccise nello stesso giorno e nello stesso quartiere. Lo aiuterà sua madre Maria: guidata dall’istinto, lo porterà a risolvere un caso “che è uno sfarzo di miserie umane” (p. 293). Il tema dominante è quello dell’inchiesta, del rovello costante intorno ai fatti, dell’ambiguità e del doppio, richiamato peraltro dall’omonimia delle due vittime ed evocato dallo stesso titolo del romanzo. Lo strumento più efficace del racconto è la vivacità della rappresentazione del dialogo: brillante, intricato, sottile il congegno dello scambio di battute s’impone per una forza connotativa tale da fare del romanzo quasi una “pièce” dissimulata, una commedia teatrale che aspetta solo di essere recitata. Le battute che s’incrociano anche senza i verbi traspositori di dire, in uno scambio continuo, sembrano costruire per questo quasi un copione teatrale, anche per l’adesione ai moduli del parlato e ai suoi ritmi sincopati, talora franti, ellittici. La scacchiera, abilmente disposta, dei sospetti, delle eventualità incombenti, delle ambiguità fa sì che la narrazione, come nella tradizione del genere poliziesco, disegni attimi di pieni e vuoti, di attese e di suspense, di ellissi e di smascheramenti. 

Connotata da una singolare tecnica scenica, la narrazione scatta dal resocontismo lenticolare alla confessione in prima persona dei personaggi, sempre incalzati dalla ricerca del commissario: e se la cronaca del caso da risolvere in ragione di ciò può apparire una gigantesca didascalia, i dialoghi verticalizzano gli avvenimenti in una sorta di aggrovigliata “ riscoperta emozionale del mondo”. Molto suggestive sono poi le descrizioni del quartiere della città: “Quella sera le strade di Napoli erano deserte, la pioggia venuta giù incessantemente per tutto il giorno aveva demotivato molti a uscire di casa. Il cielo era una spugna scura e, anche se ora aveva dato una tregua, a guardarlo sembrava pronto a piovere nero di seppia” (p.207). Queste rappresentazioni appaiono lontane dalle immagini stereotipate della città assolata e vicine piuttosto alle fosche descrizioni della Napoli del romanzo “Malacqua” di Nicola Pugliese, pubblicato da Einaudi nel 1977, un libro che rappresentò sin dall’inizio una rottura rispetto agli ideologemi di tutto ciò che è stato spesso legato all’immagine di Napoli.

Nota biografica dell’autore Renato Salvetti:
nasce come autore di canzoni: da quelle ironiche cantate in prima persona (Festival di Sanremo, Maurizio Costanzo Show), a quelle composte per la sua band Vox Populi, a quelle concepite per altri artisti, inserite nelle compilation del Festival Bar e di Sorrisi e Canzoni TV. Ha composto anche musiche per spettacoli teatrali e colonne sonore per il cinema (Rai Cinema). Vincitore di un concorso letterario della Rogiosi, ha curato per la casa editrice il libro Siamo tutti colpevoli e ha pubblicato i suoi primi racconti nelle raccolte Dieci monete d’oro e Sette delitti a suon di tango (in quest’ultima ha anche inserito alcune sue canzoni in un CD allegato). Sua la divertente trilogia, edita sempre da Rogiosi, A tavola con il porco, Aggiungi un porco a tavola e Porco e i suoi fratelli, che raccoglie originali ricette tutte a base di carne di maiale. Doppio giallo sotto il cielo azzurro è il suo primo romanzo poliziesco.

Carmela Lucia

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