Grande successo al Verdi di Trieste del Terzo concerto sinfonico grazie a due giovani talenti

Data:

Trieste, Teatro Lirico Giuseppe Verdi, Stagione Sinfonica, 29 e 30 settembre 2017

Due giovani di grandissimo talento, prepotentemente emergenti nelle rispettive carriere, sono stati i protagonisti del Terzo Concerto sinfonico al Teatro Giuseppe Verdi di Trieste: Marta Gardolińska sul podio e Daniel Petrica Ciobanu in qualità di pianista. Entrambi hanno alle spalle già moltissime esperienze di rilievo cui si aggiungono prestigiosissimi premi internazionali che anche in quest’occasione hanno dimostrato di aver ampiamente meritato, similmente precisi, energici, decisi e versatili nei rispettivi ambiti.

Marta Gardolińska ha attraversato i secoli che separano Boccherini da Prokof’ev e Lutosławski con un’ottima flessibilità, ben apprezzata dal pubblico che, tra l’altro, ha giustamente gradito l’opera del compositore polacco anche grazie all’evidente pathos con cui la giovane direttrice (vincitrice nel 2016 di un Premio Speciale presso la  Witold Lutosławski Conducting Competition e di un riconoscimento speciale per la divulgazione della musica e della cultura polacca all’estero)  ha condotto l’orchestra rendendo agevole all’ascolto un’opera molto complessa nell’esecuzione.

Quanto a Daniel Petrica Ciobanu (recentemente vincitore del Secondo Premio e Premio del Pubblico al XV Arthur Rubinstein International Piano Master Competition), è stato davvero notevole non soltanto per l’abilità virtuosistica nell’interpretare una tra le massime creazioni del compositore russo, ma anche per il suo evidente dialogo, non solo interiore, con la musica ed il suo strumento.

I bis che ha offerto nel concerto di venerdì 29 settembre ad un pubblico entusiasta (un po’ di jazz e la vertiginosa Mazurka en glissando di Ernesto Lecuona) sono stati godibilissimi, donando levità dopo un ascolto molto impegnativo che aveva visto il pianoforte letteralmente al centro della scena, “accolto” da un’orchestra ben all’altezza del compito affidatole.

22090058_1675969159100650_7635583031223406495_nC’è un dibattito infinito e, probabilmente, senza soluzione intorno alla valenza esclusivamente estetica di un’opera d’arte e di quanto le esperienze di vita del creatore abbiano influito su di essa.

Il programma ha messo alla prova gli interpreti con un programma in cui si sono incontrate opere di autori che, pur in contesti diversi, hanno vissuto una qualche forma di isolamento nel periodo in cui scrissero le pagine proposte, condizionandone in vario modo le possibilità espressive.

Luigi Boccherini, trovandosi all’epoca (dal 1770 al 1785) a Madrid, al servizio di Don Luis, Infante di Spagna, visse gli anni più proficui della sua carriera lontano da Vienna, allora centro della musica europea, senza quindi la possibilità di confrontarsi con quel che lo scambio e l’ascolto di colleghi quali, ad esempio Mozart o Haydn. Scrisse la sua Quarta Sinfonia “La casa del diavolo” a ventotto anni.

Sergej Prokof’ev iniziò invece a comporre il Concerto n.3 per pianoforte e orchestra a 26 anni, poco prima dell’esilio volontario che lo portò a peregrinare tra Parigi, Londra e Chicago, concludendolo quattro anni dopo nella capitale francese, città meglio in grado di accogliere a quel tempo la sua musica.

Infine, Witold Lutosławski, censurato dal regime nazista durante la seconda mondiale, fu in seguito accusato di “formalismo” dai sovietici e costretto quindi a condizionare la propria scrittura anche nel 1954, quando portò a termine, a 41 anni, il suo Concerto per Orchestra. Dovrà attendere ancora qualche anno per svolgere una vita artistica che si possa definire libera.

È necessario considerare tutto ciò per apprezzare un’esecuzione?

Probabilmente no.

Ma proprio Lutosławski disse, in un’occasione, che il suo scrivere musica è come andare “a pesca di anime”, alla ricerca di ascoltatori che come lui si aspettano che la sua opera faccia risuonare qualcosa nelle profondità del proprio intimo e allora, forse, a partire da questa prospettiva, conoscere qualcosa che non sia strettamente connesso alla partitura, ma esplori con circospezione ed entro certi limiti anche quel che è avvenuto intorno ad essa nel momento della sua realizzazione, può far sì che l’ascolto giunga a far risuonare meglio qualche corda nascosta. Un concerto come quello di Trieste se lo merita.

Paola Pini

Trieste, Teatro Lirico Giuseppe Verdi
Stagione Sinfonica – Terzo Concerto
29 – 30 settembre 2017
Direttore: Marta Gardolinska
Pianoforte: Daniel Petrica Ciobanu
Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste 
 
PROGRAMMA
 
Luigi Boccherini
Sinfonia in re min. Op. 12 n. 4 (detta La casa del Diavolo)
Andante sostenuto – Allegro assai
Andantino con moto
Andante sostenuto – Allegro molto
 
Sergej Prokof’ev
Terzo Concerto in do magg. per pianoforte e orchestra Op. 26
Allegro moderato
Tema con variazioni
Allegro, ma non troppo
 
Witold Lutosławski
Concerto per Orchestra 
Intrada: Allegro maestoso
Capriccio notturno ed Arioso: Vivace
Passacaglia, Toccata e Corale: Andante con moto – Allegro giusto

 

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