“Mio padre votava Berlinguer” di Pino Roveredo in prima nazionale al Teatro Miela di Trieste

Data:

Dal 24 al 28 2017 ottobre al Teatro Miela

Mio padre votava Berlinguer è il titolo dello spettacolo a due voci fra Pino Roveredo (autore dell’omonimo racconto pubblicato nel 2014) e Alessandro Mizzi, accompagnati dalle melodie puntuali e suggestive dell’organetto di Tania Arcieri.

“Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.” Il verso tratto dalla nota canzone di Giorgio Gaber è centrale in un sofferto, affettuoso e commovente dialogo fra un figlio, ora sufficientemente in pace e sereno dopo aver affrontato e superato numerosi inferni terreni, e un padre che forse dai propri non è mai riuscito a riemergere.

Pino Roveredo ci ha abituato con efficacia a un narrare poetico privo di autoassoluzioni: coraggiosamente affonda il coltello nelle piaghe per meglio curarle e offrire possibilità di risalita ad altri che come lui erano affondati: “Occuparmi degli altri per occuparmi di me stesso. Sono anni che mi salvo salvando.”

Il Santo Graal di questa sua ricerca sono “le brave persone”, e come nel mito medievale, sembra che se ne sia persa ogni traccia mantenendosene una memoria evanescente. Ecco allora il protagonista chiedere al padre: “Come sono fatte queste brave persone?” in una conversazione in cui si accumulano in modo rapsodico e coinvolgente domande realistiche, possibili ma immaginarie perché il padre, reso sordomuto da una patologia contratta nella prima infanzia è mancato da molti anni, portato via da un tumore ai polmoni a distanza di pochi giorni dalla propria moglie morta allo stesso modo, allargando in modo smisurato la voragine creata dalla recentissima perdita della madre. Il figlio, per “mantenerlo in vita”, da allora gli scrive costantemente, creando così un diario confessione che lo aiuti a dar forma alla vita passata per aver requie nel presente.

La sofferenza è percepita come punto di partenza per raggiungere punti di osservazione privilegiati su se stessi e il mondo, per cercare di comprendere con lucidità e senza falsi alibi l’esistenza trascorsa per riuscire a costruire un ponte stabile tra passato e futuro, con un’urgenza che è data dalla necessità di dar senso al proprio dolore in modo da essere utile ad altri.

La scrittura è vissuta come un farmaco che curi riempiendo un vuoto, una zattera attraverso la quale trovare un punto fermo in un mondo in cui l’aspirazione a diventare “delle brave persone” è scomparsa, vinta da altri “valori”: fare poco, guadagnare tanto e divertirsi il più possibile; non importa se a scapito o sulla pelle degli altri.

Con questo strumento Pino Roveredo parla al cuore delle persone, ma anche alla loro pancia e così sollecita una riflessione ruvida ma onesta in cui, esponendo i propri fallimenti accanto ai successi, si cercano appigli che permettano di sopravvivere cercando di vivere, alla ricerca di valori, un tempo ovvi e comuni, da offrire a chi verrà dopo di noi.

Le parole di questa conversazione tardiva ma non inutile sono necessarie a dar voce ad un silenzio urlante fra padre e figlio, che il linguaggio dei segni usato per comunicare fra loro, simboleggia in modo potentissimo.

“Le brave persone non si misurano su quello che riescono a guadagnare, ma su quello che sanno fare e offrire.” Ma brave persone si diventa; nulla è automaticamente predeterminato o stabilito e per riuscire a esserlo è necessaria una lunga “fatica di vivere”, presentata come benedizione salvifica.

Ai drammatici episodi vissuti fra le mura di casa ci si può ribellare anche in modo autolesionistico, ma se si è dotati di fortuna, coraggio e forza si può riuscire a dar conto positivo delle aspirazioni sognate da genitori sconfitti dalla vita, incapaci di realizzarli per se stessi.

La serenità raggiunta attraverso un percorso difficile: la salvezza si trova qui.

Paola Pini

Trieste, Teatro Miela
Dal 24 al 28 ottobre al Teatro Miela
MIO PADRE VOTAVA BERLINGUER
Prima nazionale
di Pino Roveredo dall’omonimo romanzo
regia di Massimo Navone
con Pino Roveredo, Alessandro Mizzi e Tania Arcieri  (organetto)
produzione Bonawentura

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