“Galois”. Quella notte prima della morte

Data:

Piccolo Teatro Studio Melato, dal 29 novembre al 3 dicembre 2017

Fabrizio Falco nel bel testo di Paolo Giordano s’incarna nell’eroe romantico Évariste Galois che nello spazio di tempo di una notte, prima di affrontare la morte all’alba, quella morte che forse aveva inconsciamente cercato per mettere fine a sofferenze e delusioni, scrive una lettera testamento alla presenza dell’amico Auguste Chevalier. E lo fa con mente lucida e la stessa bruciante passione che nemmeno l’idea di non sopravvivere attutisce o smorza.

Évariste Galois fu un genio della matematica, e come spesso accade ai geni, incompreso in vita e rivalutato dopo la morte, avvenuta per le ferite riportate durante un duello. La sua vita durò appena ventuno anni.

Un grazie di cuore a Paolo Giordano e Fabrizio Falco  per averci fatto conoscere l’ affascinante e tragica figura del giovane Galois le cui “passioni sono impregnate d’impazienza” come tutte quelle della giovinezza, ma non di tutti i giovani. E Falco, con la sua recitazione meditativa, turbolenta, appassionata, melanconica, un viso pallido e febbricitante, fa della figura del matematico un misto di uomo maturo e deluso e di giovane impulsivo, altero, desideroso  di dimostrare al mondo accademico le sue teorie, di cui non ha mai dubbi.  Ma nonostante questo, per  ben tre volte fu bocciato all’École polytechnique.

1658419266654044176_719194371_24127132_1934341546883731_5767679506982633472_nGeniale, ignorato, aggressivo, capace di sfidare illustri colleghi e politici, duellando con formule, equazioni, teoremi, ma anche con la pistola e il coltello, nelle piazze pubbliche o in un luogo solitario e nascosto, alle prime luci dell’alba per difendere l’onore di una donna, il testo e la regia esplorano i tre aspetti della sua personalità: il matematico convinto e sicuro, il personaggio politico che sente la responsabilità di portare avanti gli ideali repubblicani per evitare la restaurazione e il giovane in cerca di amore, forse non corrisposto, illecito o distruttivo.

Tre facce di una medaglia, tre passioni che Galois vive alla stessa maniera, da eroe romantico quale egli è. E se cercò la morte perché deluso dal mondo accademico o per ragioni sentimentali, poco importa, perché ci piace pensare che sia morto sfidando qualcosa o qualcuno e non di malattia o di vecchiaia, curvo sulle pagine dei suoi appunti.

Non sembra forse lui il personaggio del quadro di Caspar David Friedrich “Il viandante sul mare di nebbia” che sfida le vette e il mondo intero ed è pronto a innalzarsi in volo ad ogni momento?

E quando Évariste Galois/Fabrizio Falco parla di numeri è come se parlasse di ragazze, di esperienze di vita, di giochi, di lotta politica, per lui il tre ha il colore delle coccarde, del sangue versato per la Repubblica, gli ricorda i tre nei sulla guancia di Stephanie o le sedie nello studio del padre, morto suicida ma anche i tre tentativi falliti che ancora bruciano.

La scienza di Galois è un’arte pulsante e combattiva, qualcosa che non è lontana dalla vita ma è vita stessa, fatta di fallimenti, lotte, amori, morte. E allora ci sembra veramente il simbolo di qualcosa che si è perso e che non tornerà più, perché questo tempo è il tempo della specializzazione, delle celle virtuali in cui noi uomini ci siamo rinchiusi, sociali ma terribilmente soli, incapaci di vivere una vita che sia passione e arte, fino in fondo leali a noi stessi e a quello in cui crediamo.

Uno spettacolo che ha il pregio di rendere la matematica poesia, sangue, carne, passione, forza vitale. Matematica come arte, e quindi capace di arrivare a tutti, di toccare il cuore di ognuno.

“Chi sono io? Sto per morire e sono un mistero per me stesso” dice Galois “malato di ragionamento”, malato di vita. Che meravigliosa auspicabile malattia!

Daria D.

Galois
di Paolo Giordano
interpretazione e regia Fabrizio Falco
con la partecipazione in scena di Francesco Marino
scene Eleonora Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci Daniele Ciprì
musiche Angelo Vitaliano
aiuto regia Maurizio Spicuzza
produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
in collaborazione con Minimo Comune Teatro e Officina Einaudi

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