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L’ironica intelligenza di Rino Gaetano nel ricordo biografico e musicale di M. Morandi e L. Campagnola

Data:

Al Teatro Golden di Roma, fino al 10 dicembre 2017

Esistono dei musicisti che restano impressi nella storia non solo per il loro genio creativo sulle note e gli spartiti musicali, ma pure per la grinta del loro carattere e la “vis polemica”delle composizioni d’emigrati in cerca di fortuna. Uno di questi, dopo Nicola di Bari, Mino Reitano e Pino Aprile, era il rimpianto calabrese Rino Gaetano, nato a Crotone nel 1950, alla cui memoria l’attrice Claudia Campagnola,come sua fan,nonché il cantante ed artista Marco Morandi hanno dedicato una serata rie vocativa, mentre per gli eventi del giorno nei maggiori cinema mondiali veniva valorizzata la figura di prima con il documentario sulla sua fantastica carriera con un restaurato film:dalla sua breve,ma fulgida attività. La Campagnola ha esplicato le notizie principali della sua vita intensa ma veloce e da quando partì a dieci anni con i suoi genitori per la capitale dove fecero i portieri sulla Nomentana, che poi a 31 anni gli sarebbe stata fatale in un drammatico incidente stradale.Dimentica presto la formazione di geometra ed esordisce sul palcoscenico come attore con C. Bene,per dedicarsi al “teatro canzone” con la sua chitarra ed assurge a menestrello degli umili, dei poveri e dei disoccupati,diseredati;così da essere di “cult” al “folk studio” con A. Venditti e F. De Gregori, per poi lasciare il cantautorato del “folk” e divenire celebre nel ’75 con”il cielo è sempre più blu” e con “mio fratello è figlio unico”. Il suo sarcasmo contro i politici, gli imprenditori, i businessmen, si fa sempre più aspro e duro con invettive feroci che paragonano l’inferno al convento e seminario dei monaci in cui lui era entrato ad undici anni. La Campagnola ha letto con dolcezza lirica questa sottile metafora,mentre con”escluso il cane” e “la festa di Maria” suonati con maestria singolare e virtuosa da Morandi.Abbiamo gustato le vivaci e percussive ritmiche iberiche. La vena scanzonata e divertita viene consacrata dal terzo posto conquistato con ”Gianna” al festival di Sanremo del 1978 dietro la Oxa ed i Mattia Bazar. Ciò si conferma in “Anima mia” mentre l’amore per il suo sud marittimo ed i pescatori ed “in anche questo”, il suo sberleffo e salace anti aristocratico e consacrato da ”Il letto di Lucia” e “Nuntereggae e più” con cui passò nel 1979 alla R C A.Nei primi mesi dell’81’ va in concerto con Riccardo Cocciante e sforna gli ultimi  motivi graffianti e sportivi, sensuali con ”Al bar dello sport” e “Gran confusione” ovvero ”Il processo”; perché il crudele destino è ormai alle porte e lo ghermisce con la complicità di 5 ospedali romani (che lo respingono il 2 giugno dello stesso anno con varie motivazioni,espressione di malasanità.Resta il rammarico d’aver perso precocemente un valente poeta, cantastorie eccentrico, anarchico ed irriverente come Rino Gaetano. La sua voce era ossimorica tra passioni sentimentali, cieli stellati e contrasti speciali. IL pubblico che gremiva il TEATRO GOLDEN,ha gradito lo spettacolo ed il complesso con G. Amendolara, M. Minervini, e G. Vitiello. La regia raffinata è di Toni Fornari. Prosegue fino al 10 dicembre.

Susanna Donatelli

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