La sua vita è iniziata a cambiare quando dalla tavola è scomparsa la carne e nella sua quotidianità è entrata con routinarietà la palestra. Insieme alla sostanza, è cambiata anche l’apparenza. Rita Soro è diventata una body-builder, una vegan-influencer e una donna a cui piace mettersi in mostra. Anche davanti all’obbiettivo di una macchina fotografica. A tal punto da aver deciso, a 39 anni, di realizzare un calendario tutto suo in cui mostrare gli effetti – anche estetici – del buddismo, del veganismo e del bodybuilding. Perché il bello che c’è “fuori”, nel suo caso proviene tutto dal di dentro. Da una lunga ricerca interiore che l’ha portata a cambiare lavoro, alimentazione, modo di guardare la realtà, persino città di residenza. Oggi, dopo aver peregrinato in giro per l’Italia e per l’Europa, abita in Piemonte. Un lavoro “semplice” che la porta a svegliarsi all’alba ogni mattina e faticare. Niente più vita da ufficio. In compenso, nel pomeriggio, può coltivare la passione per la palestra e lavorare sul suo benessere. A tal punto da averlo deciso di mostrare ai suoi fans, ai suoi follower, a chi vede in lei un esempio. Ed allora, in collaborazione con GCGraphics, è nato un calendario (http://www.gcgraphics.it/calendari-2018/rita-soro-2018) tutto da downlodare e ammirare. Un concentrato di bellezza, eleganza e sensualità. “Voglio trasmettere un concetto nel quale credo fortemente: allenandosi, anche avendo i muscoli oltre alle curve, non si perde la propria femminilità”. Un messaggio vincente. Come lo è lei, per natura.
Eppure, fino a qualche anno fa, Rita Soro era molto… diversa.
È vero: lavoravo come commerciale per un’azienda di moda, giravo l’Italia e il mondo, vivevo nello stress più totale, sfruttavo le mie cinque lingue parlate. Poi ho capito che era giunto il momento di cambiare.
E quindi…
Ho iniziato un percorso che mi ha portato a studiare alimentazione, in particolare il programma del dottor Franco Berrino. Mi sono avvicinata alla filosofia Buddhista, ho capito che il cibo poteva avere una funzione terapeutica nella riduzione delle malattie e un effetto sulla mente. Così, progressivamente ho eliminato dalla mia dieta tutto ciò che non porta benefici e dal 2013 sono completamente vegana.
Nel frattempo…
Ho studiato alimentazione, ho conosciuto atleti e sportivi che seguivano questo regime alimentare. Mi sono avvicinata alla palestra e dopo il mio primo stacco da terra me ne sono innamorata. Ho iniziato ad allenarmi dopo un incidente, il body-building mi ha insegnato posture e movimenti corretti.
Da qui è nata Rita Soro, atleta vegana.
Sì, un modo per veicolare un messaggio chiaro: anche con una dieta vegana, che preserva la Terra e riduce i consumi, si può salire sul palco ed ottenere risultati migliori. Agonisticamente, mi sono classificata terza ad una gara Bikini Over 35 e seconda in un Power Lifting Provinciale. Mi piace l’idea di condividere il mio pensiero con gli altri, grazie al mio avvicinamento alla natura ho ritrovato la salute fisica e mentale.
E pian piano è nata anche la tua immagine fotografica.
Chi mi segue mi chiedeva un calendario… ed eccoli accontentati! È stata un’esperienza bellissima che mi piacerebbe ripetere, 13 scatti in cui trovare muscoli… e curve. Sono a mio agio col mio corpo, da quando ho cambiato stile di vita mi piace mostrarlo. Basta col vecchio stereotipo del vegano malnutrito: a me tutto questo ha permesso di migliorarmi dentro e fuori.
Un ruolo determinante lo ha avuto il tuo avvicinamento alla filosofia buddhista.
Da 10 anni mi sono avvicinata al Buddhismo, elemento determinante per la mia bellezza interiore ed esteriore. È qualcosa che porto sempre con me e che mi dà senso di responsabilità sulla mia vita. Presuppone amore e rispetto verso me stessa prima di poterlo condividere, si basa anche sul concetto di sforzo entusiastico che racchiudo nel body-building.
A 39 anni, insomma, c’è ancora qualcosa da scoprire.
Mai avrei immaginato di realizzare un calendario. Però il corpo c’è, sono soddisfatta di esserci arrivata con la mia alimentazione. Se miglioriamo noi stessi, migliora anche il tessuto sociale. È un circuito virtuoso, con una vita più naturale possiamo stare meglio.
Luca Fina