”Il coraggio”. Pentimento per un gesto eroico

Data:

 

Al Teatro Prati di Roma, fino al 28 gennaio 2018

Per il secondo appuntamento teatrale della sua stagione, l’attore brillante capocomico e regista, Fabio Gravina ha scelto l’atto unico del commediografo fiorentino Aldo Novelli, autore di numerosi divertimenti borghesi tra l’ottocento e novecento, da cui già nel 1955 il regista del grande schermo Domenico Paolella ricavò un bel film didascalico con Totò e Gino Cervi. Adesso il bravo ed esilarante Gravina ha ridotto,ma reso più organico ed articolato con diversi personaggi, lo spettacolo trasponendolo nella Roma della metà del xx° secolo. L’industriale manifatturiero, Aldo Topponi, che produce stoffe e capi d’abbigliamento per il Vaticano e le classi sociali aristocratiche, non se la passa bene, ma tenta di scordare i suoi guai dedicandosi ad opere di bontà e valor civile salvando loro che in preda alla disperazione si gettano nel Tevere. La sera prima ha appena festeggiato il suo ultimo atto di generosa solidarietà,che gli ha fruttato una serie di medaglie al valor civile che gelosamente conserva nel suo studio con una sontuosa cena che gli ha provocato una notte di sofferenza per indigestione da peperoni accostabile alla commedia” sogno di una notte da mezza sbornia” di E. De Filippo in cui ricordiamo il celebre figlio Luca. Topponi ha oniricamente immaginato d’essere cotto in un pentolone e mangiato,mentre qualcuno cercava di salvarlo ed infatti in realtà sulla scena vi sarà come nel sommo padre della lingua Italiana il contrappasso,in quanto il vedovo ed emarginato, disoccupato, Calogero Spampinato da lui salvato dall’annegamento nel Tevere s’imporrà minacciosamente per installarsi a scrocco,nella sua casa,ma essendo un’astuta volpe sociale lo trae dagli impicci in cui s’è cacciato a causa del suo fedifrago rapporto sentimentale con la modella francese Chantal, fatta passare al telefono per Colonnello, nonché dal fallimento per la gara di fornitura allo stato del Vaticano delle divise per le guardie svizzere create da Leone X alias San Giovanni De Medici. Questa opportunità stava per saltare a causa del fatuo,imbecille,fatuo e vanesio,solo risatine da ebete, del genero Ercole che faceva “il cavalier servente”od illuministico cicisbeo,dell’avvenente figlia,mentre la moglie Eleonora coltivava il suo orgoglio e charme femminile lasciandosi sussiegosamente circuire dall’avvocato dell’impresa:il timido,pudico e scrupoloso,Domenico Belfiore che omaggiava la consorte del cavaliere con una rosa come nei tempi “angelicati” del Medioevo, suscitando l’ira e la gelosia del sospettoso ed ipocondriaco datore di lavoro.La vita in casa Topponi è stravolta da quando l’invadente ed arrogante “travet”, che si fa foggiare abiti su misura dal sarto a spese del suo benefattore. La signora Eleonora non lo sopporta più tra i piedi,ma egli diviene il ”parafulmine” di Topponi e gli salva l’onore e la pace familiare, assicurandosi non solo un reddito sicuro bensì la fiamma del cuore con uno spregiudicato stratagemma. La discrezione e la misura non sono il suo forte,però non gli mancano cervello ed opportunismo,come la battuta allusiva che gli aveva schiuso con geniale fantasia la casa. A rendere più frizzante l’aria domestica provvede pure la cameriera con le sue telefonate galeotte con l’amante Edoardo. Lo spettacolo sarà replicato al TEATRO PRATI fino al 28/01/018.

Susanna Donatelli

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