LA LOTTA AL TERRORE. Come proteggersi dagli attentati

Data:

 

Al Teatro India di Roma, fino al 21 gennaio 2018

Siamo in un’epoca in cui non solo è sempre più difficile la convivenza sociale ed il lavoro per la dignità della persona e la realizzazione degli ideali della carta costituzionale, ma di tensioni culturali e migrazioni da un continente all’altro per i profughi ed i rifugiati da problemi di guerra, fame e lotte tribali. Naturalmente a questi non si può dire di no e si debbono creare ponti come sostiene il Pontefice,ma si debbono fronteggiare i terroristi che vogliono distruggere la nostra civiltà e bene dunque è stata la votazione favorevole al senato per le missioni di pace ed anti isis,come quella in Niger. Bisogna tenere alta la guardia ed a tal proposito le autorità devono garantire il bene comune dei cittadini, come ci ricorda in questi giorni il lavoro LA LOTTA AL TERRORE. La produzione CapoTrave/Kilowatt del comune di SANSEPOLCRO (AR) in cui i drammaturghi Luca Ricci e Lucia Franchi immaginano che imbarazzate e trepidanti autorità comunali abbiano poco tempo per sventare l’attacco isolato d’un terrorista Egiziano al supermarket del paese. Il sindaco è a sciare e l’incombenza tocca al fervido vicesindaco che tiene i collegamenti al cellulare con prefetto e forze dell’ordine, correndo da una stanza all’altra e consultandosi con segretario comunale ed un impiegato,che avvertono un peso superiore alle loro forze ed invidiano la spensierata felicità del primo cittadino.Hanno paura dei giornali e cronisti televisivi che stanno arrivando per fare il colpo, insieme all’elicottero dei GIS in una frenetica tensione in cui s’accavallano provvedimenti e strategie operative,contatti telefonici, spasmodici come per la tragedia di Rigopiano di cui è ricorso l’anniversario. Intanto s’apprende che il Kamikaze è figlio del fruttivendolo egiziano della recente immigrazione che l’ha armato per il riconoscimento dei suoi diritti facendo esplodere i timori moderni delle popolazioni occidentali che sono allarmate da tali invasioni di flussi umani itineranti. Proprio questi due punti occupazione e tutela della nostra tranquillità di vita,sono i due punti secondo i sondaggi,sui quali si decideranno le prossime politiche. Le apprensioni dei cittadini sono partecipate emotivamente dagli spettatori con l’allestimento circolare della sala,tutti intorno al tavolo centrale d’emergenza in cui valuteremo razionalmente i rischi edi limiti accettabili della situazione tra tolleranza e garantismo della popolazione. Dinamici, energici ed irrequieti sono i protagonisti di questo stanamento del bombarolo Yad, figlio di AZIZ, che si concluderà con l’inevitabile tragedia umana. Bravi sono gli irrisolti e contradditori: S. Faloppa, G. Paolocà e G. Salvatori, che saranno al centro dell’attenzione fino a domenica. Più disteso, sereno e ludico invece nella sala A è il monologo in cui un appassionato Giuseppe Cederna ci fa sapere come la sua vita si sia trasformata allorchè da clown di piazza Navona è stato chiamato ad interpretare il personaggio di Mozart,rivivendone con viva affabulazione i passaggi più importanti ed esilaranti della sua esistenza, da Vienna alla Corte Imperiale alla Cecoslovacchia in cui si sposò,mentre componeva le opere principali, quali il”Don Giovanni” ed” il flauto magico”di cui il maestro S. D’onofrio ci fa ascoltare alcune intense pagine con l’accompagnamento al pianoforte. Il testo è tratto dalla biografia di W. Hildesheimer ”Mozart il sogno di un clown” da cui sono tolti:amori,successi ed umiliazioni.Pure questo spettacolo si replica fino a domenica 21 gennaio.

Susanna Donatelli

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