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“La Tarantella del Carnevale”, tra musiche e maschere del meridione

Data:

Parco della Musica di Roma, Sala Santa Cecilia

Gli “aficionados” frequentatori del Parco della Musica e gli amanti dell’antico periodo mitologico romano dei saturnali, periodo laico sospensivo del corso sacrale del tempo, hanno potuto trascorrere una divertente, allegra e colorata, penultima domenica di carnevale con la sfilata di tipici personaggi folkloristici dell’Italia centro meridionale con danze, canti e strumenti musicali tradizionali. L’appuntamento straordinario dopo la sfilata all’aperto nell’auditorium, è sfociato nella sala S. Cecilia in un concerto di arte multimediale di oltre duecento artisti, diretto con la fisarmonica da Ambrogio Sparagna, mentre le maschere con i loro policromi vestiti entravano dalla platea sfilando tra il pubblico pudicamente,senza la quarta parete secondo il canone pirandelliano. Hanno cominciato gli Irpini di Montemarano, che in gran numero hanno testimoniato la variegata ricchezza dei festosi rituali carnascialeschi del sud,che hanno avuto i loro emblemi in Pulcinella e l’amata Zeza, giganteschi pupazzi animati dei monti Aurunci sopra il golfo di Gaeta. la terra  natia di Sparagna. Hanno ballato sul ritmo della tarantella,mentre mancava la farsa campana sul matrimonio di Vincinzella, che Pulcinella come padre geloso, vuole tenere per sé. Le processioni del Carnevale lungo le vie di Montemarano sono guidate dal “caporaballo” dal vestito bianco con mantello rosso,mentre i simboli arcaici apotropaici a Tricarico,il paese di Rocco Scotellaro rivendicatore di un sud emancipato,sono incarnati da animali agresti, tori e vacche con i loro potenti campanacci suonati all’unisono forsennatamente. I primi erano vestiti di nero con nastrini rossi, le seconde di bianco con nastri colorati in un scintillante assemblaggio. Il corteo,percorrendo la grande sala, era diviso in due parti ed il massaro doveva frenare l’istinto alla monta dei tori, mentre la cantante Maria Padramfoglio ha intonato i motivi caratteristici della sua regione.Il coro popolare diretto da Anna Rita Colaianni ha eseguito i canti propiziatori,nel tempo circolare profano con i suoi riti di iniziazione, del passaggio alla primavera risveglio e fioritura della natura per un buon raccolto estivo.I Romani sono rimasti incantati.

Susanna Donatelli 

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