Trieste, Teatro Lirico Giuseppe Verdi. Dal 16 al 24 febbraio 2018
È un vero peccato che gli allestimenti delle opere liriche abbiano una possibilità molto limitata di essere visti più volte e in teatri diversi in una stessa stagione: un meccanismo rodato e funzionante nella prosa purtroppo mal si attaglia alla lirica. Ben vengano quindi le riprese di passati allestimenti di successo quando, a distanza di anni, la stessa opera viene riproposta.
È il caso de La fille du regimént, in questi giorni a Trieste con le belle scene realizzate nel 2009 da Pier Paolo Bisleri, attraverso le quali il pubblico viene trasportato in una dimensione colorata, fiabesca e graziosa, che ben si accompagna ai costumi dai colori accesi e ben definiti, suggerendo una lettura allegra e leggera, ingenua e caricaturale senza essere né grottesca, né stucchevole; sembra di aprire un raffinato libro ricco di immagini tridimensionali che si staccano dallo sfondo per offrire così una prospettiva suggestiva e particolare.
Una tale visione esalta la natura dei diversi personaggi, tutti accomunati da caratteri ingenui tracciati con contorni netti, la cui interpretazione richiede la medesima cura rispetto ad altri ruoli, di fatto più strutturati: l’impressione della semplicità non è facile da rendersi e qui risulta particolarmente importante, essendo presente in larga misura sia nei dialoghi che nella musica stessa, o meglio, così appare all’orecchio di chi ascolta ma non a chi la deve eseguire.
I due cast sono parimenti equilibrati e rendono al meglio tutto ciò, pur declinandolo in modo diverso ma non troppo, forse anche grazie al fatto che soltanto i due protagonisti cambiano, mentre quasi tutto il resto si mantiene fisso.
Molti sono gli interpreti giovani, tanti al debutto nel ruolo o a Trieste per la prima volta, a partire dal Direttore, Simon Krečič, che ha guidato senza risparmiarsi l’orchestra coinvolgendola con energia e sicurezza invidiabili.
Tra tutti spicca indubbiamente Shalva Mukeria (Tonio), dalla voce fluida e piena con la quale ha eseguito con naturalezza rara la cabaletta, Pour mon âme, al cui interno sono presenti ben nove do acuti, in origine eseguiti in falsetto, ma ormai da decenni realizzati “di petto”.
Particolarmente fisica la lettura data dal più giovane Deniz Leone con la seconda compagnia.
Stabile il ruolo di Marie (Gladys Rossi e Giuliana Gianfaldoni), entrambe efficaci sia a livello scenico che vocale, seppur ognuna con una propria personalità, ben definita e caratterizzata da particolare delicatezza soprattutto da parte della Gianfaldoni; e molti applausi sono stati tributati ad Andrea Borghini, brillante nel ruolo di Sulpice. Adatte al contesto le presenze di Rossana Rinaldi (la Marquise de Berkenfield), Dario Giorgelè (Hortensius) e le apparizioni di Giuliano Pelizon (un caporale) e dei paesani Dax Velenich e Andrea Fusari.
L’irrompere in scena della Duchesse de Krakentorp (un prorompente Andrea Binetti en travesti) ha alzato ulteriormente il tono comico e umoristico con la sua presenza altamente sopra le righe, dotata al contempo di garbo e di gusto anche grazie all’inserzione qua e là di licenze poetiche dialettali, simili a quelle che avevano coinvolto poco prima il Maestro di musica (Fumiyuki Kato, che è anche un notaio e un soldato) giocando sulla nazionalità giapponese del cantante.
Il Coro, o meglio il Reggimento, è grande protagonista, in quanto “padre” di Marie e da lei nominato, invocato ed evocato nel corso dell’intera vicenda, suo sostegno e presenza attenta. La collaborazione tra il M° Francesca Tosi e Sarah Schinasi, che ha curato la regia dell’opera ha messo in evidenza le peculiarità non comuni di questo personaggio collettivo, interessante sia dal punto di vista vocale che scenico.
Molti gli applausi del pubblico, finali e a scena aperta in entrambe le rappresentazioni.
Paola Pini
Trieste, Teatro Lirico Giuseppe Verdi
Dal 16 al 24 febbraio 2018
La fille du régiment
Opéra-comique in due atti
Di Gaetano Donizetti
Libretto di Jean-François-Alfred Bayard e Jules-Henry Vernoy de Saint-Georges
Direttore: Simon Krečič
Allestimento della Fondazione Lirica Giuseppe Verdi di Trieste.
Orchestra, Coro e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
In lingua originale con sopratitoli in italiano e inglese
Regia e luci: Sarah Schinasi
Scene: Pier Paolo Bisleri
Maestro del Coro: Francesca Tosi
Marie: Gladys Rossi (16, 18, 20, 24/II), Giuliana Gianfaldoni (17, 22/II)
Tonio: Shalva Mukeria (16, 18, 20, 24/II), Deniz Leone (17, 22/II)
Sulpice: Andrea Borghini