Al Teatro Quirino di Roma, fino all’11 marzo 2018
Un fumo che annebbia le pareti di una garçonnière e la mente umana, la nebbia che solo l’amore autentico può rischiarare.
È possibile cambiare vita, invertire i valori che finora la hanno regolata? Può l’amore salvare un’anima perduta?
Cosa accade se una cortigiana che ha sempre venduto il suo corpo per vivere nel lusso e nel vizio conosce per la prima volta il significato dell’amore, un amore puro, disinteressato?
Questo è quello che Marguerite Gautier, una cocotte della Parigi di fine ‘800, si trova a vivere nella pièce di Alexandre Dumas “La signora delle camelie”, in scena al Teatro Quirino di Roma dal 27 febbraio al 11 marzo per la regia di Matteo Tarasco.
Marguerite, interpretata da Marianella Bargilli, vede in Armando Duval (Ruben Rigillo), rampollo di una famiglia benestante, la sua possibilità di redenzione e di felicità. Per preservare questo tenero sentimento è disposta a tutto, anche a perdere tutti gli agi della sua vita di mantenuta e trasferirsi in campagna. Una campagna senza nebbia e perversioni in cui poter respirare finalmente aria incontaminata e godere del sapore delle piccole cose. D’altronde Oscar Wilde docet “le piccole gioie sono l’ultimo rifugio delle anime complesse”. E sicuramente l’anima della nostra Signora delle camelie è molto complessa. Questo sogno d’amore verrà drasticamente distrutto dalla banalità delle convenzioni e del mondo materiale e dal retaggio imperdonabile di una vita dissoluta e sporca. Una storia d’amore e di dolore, di redenzione e morte.
Interessante l’interpretazione di Silvia Siravo nel ruolo di Prudence, cortigiana cinica e materialista che accompagnerà Marguerite in ogni suo moto d’anima.
Claudia Conte