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“Il misantropo” di Molière, nel bell’adattamento di Monica Conti, in scena al Rossetti di Trieste

Data:

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Bartoli. Dal 3 all’8 aprile 2018

La Commedia è un genere pieno di trabocchetti: dietro la risata nasconde spesso una ferocia e una crudeltà sconosciute alla Tragedia.
“Il misantropo” di Molière, in scena in questi giorni nella raccolta Sala Bartoli del Politeama Rossetti di Trieste, né è un esempio perfetto: due opposti si scontrano in un furibondo duello all’arma bianca dal quale in fondo nessuno uscirà vincitore.
Non Alceste, il personaggio del titolo impersonato da un bravissimo Roberto Trifirò e nemmeno Celimene, la giovane che ha “promesso il cuore” a lui, ma anche “al resto del genere umano” (Flaminia Cuzzoli, perfettamente nella parte fin dalle prime battute).
Intorno a loro ruotano un gruppetto di spasimanti: Oronte (Nicolo Stravalaci) che si crede gran poeta e i due superficiali marchesi Acaste: (Stefano Braschi) e Clitandro (Antonio Giuseppe Peligra), tipici esempi entrambi di cortigiani vuoti e fatui. Alla danza macabra e perversa partecipa Arsinoe (Stefania Medri), un po’ più anziana di Celimene che vorrebbe sostituirsi ad essa nel cuore di Alceste tessendo trame forse più sofisticate degli altri, ma non meno ipocrite.
L’apparente spontaneità della giovane cela la vacuità dei sentimenti di un animo inadatto a distinguere tra chi l’ama davvero e quelli che di lei si servono per nutrire l’aridità del proprio ego, ma pure la nobiltà d’animo di Alceste è di fatto fine a se stessa: il suo desiderio di rapporti sinceri si rivela irrealizzabile nel mondo reale e lo porterà al desiderio di isolarsi dall’umano genere, di cercare “un luogo separato dove avere il diritto di essere un uomo onesto”. Portare tutto ciò alle estreme conseguenze è specchio di un’intransigenza altrettanto sterile.
Soltanto due personaggi riescono a mantenersi fuori dai giochi: il paziente Filinte (Davide Lorino) e la dolce Eliante (Angelica Leo), gli unici in grado di mantenere la lucidità, consapevoli delle debolezze della natura umana e allo stesso tempo in grado di agire per il bene del protagonista. In un mondo in cui l’amicizia è ridotta a parola totalmente priva di significato sono anche i soli a dimostrare con il proprio comportamento di saper dare ad essa il valore che merita.
La frivola Celimene verrà alla fine smascherata, ma lo svelamento lascerà sul terreno una profonda desolazione.
A partire dalla bella traduzione di Cesare Garboli, la sofisticata regia di Monica Conti (presente in scena nel ruolo di pianista/spettatrice silenziosa ora distaccata, ora partecipe/lettrice nella conclusione delle compromettenti missive scritte da Celimene) prende il pubblico in modo sottile ed esalta con perizia quel che avviene fra i personaggi dando al capolavoro di Molière l’atemporalità che gli appartiene.
In una scenografia costruita su due livelli sono presenti pochi ed essenziali elementi: un pianoforte verticale, due panche, qualche sgabello; gli altrettanto sobri costumi di Roberta Vacchetta danno ulteriore evidenza alla progressiva caduta degli insinceri e all’involuzione dei rapporti fra i diversi personaggi.
Il ritmo di recitazione degli interpreti rende incredibilmente evidente lo scarto tra gli ipocriti, l’intransigente e i due saggi: le aspre e beffarde parole con cui vengono descritti “amici” e “conoscenti” assenti sono espresse con una rapidità tale da sembrare raffiche di mitragliatrice che colpiscono il pubblico e magistrale risulta l’incontro-scontro in crescendo parossistico fra Celimene e Arsinoe. Le musiche di Giancarlo Facchinetti danno ulteriore spessore alla messinscena, assieme alle luci e ai suoni di Rossano Siragusano.

Paola Pini

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Sala Bartoli
Dal 3 all’8 aprile 2018
Il misantropo
Di Molière
Traduzione di Cesare Garboli
Regia e adattamento di Monica Conti
Con
Roberto Trifirò (Alceste)
Davide Lorino (Filinte)
Nicola Stravalaci (Oronte)
Flaminia Cuzzoli (Celimene)
Angelica Leo (Eliante)
Stefania Medri (Arsinoe)
Stefano Braschi (Acaste)
Antonio Giuseppe Peligra (Clitandro)
Monica Conti (Pianista)
Scene di Andrea Anselmini
Disegno luci di Cesare Agoni
Costumi di Roberta Vacchetta
Aiuto regia: Carlotta Viscovo, Jacopo Angelini
Produzione Elsinor Centro di Produzione Teatrale
Foto Angelo Redaelli

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