I verbi difettivi sono così chiamati perché mancano di alcuni modi, tempi e persone verbali. Nell’italiano contemporaneo ce ne sono ormai pochi, vediamo quali sono e “come si comportano “.
Ecco alcuni esempi:
- Aggradarenella forma del presente indicativo aggrada, segnaliamo che aggradare è sinonimo di piacere.
- Addirsinelle forme si addice, si addicono; si addiceva, si addicevano; si addica, si addicano; si addicesse, si addicessero, e nel participio passato sostantivato addetto.
- Fallarenel participio passato fallato, vi segnaliamo che fallato vuol dire difettoso.
- Ostare è rimasto nell’espressione burocratica nulla osta ‘niente si oppone, è contrario.
- Fèrverenelle forme ferve, fervono; ferveva, fervevano; fervente, spesso in espressioni cristallizzate.
- Solérenelle forme suole, soleva, ma soprattutto solito nell’espressione essere solito.
- Secèrnerenelle forme secerne, secernono, ma soprattutto nel participio presente secernente, nel participio passato secreto (anche sostantivato), nel gerundio
I verbi vigere, prudere, urgere e vertere presentano la 3a persona singolare e plurale dei tempi semplici, ma non hanno i tempi composti.
Inoltre, voci verbali come competere, concernere, convergere, dirimere, discernere, esimere, incombere, inerire, soccombere, splendere, transigere non hanno il participio passato, quindi non possono formare i tempi composti.
Infine, delinquere e tangere, che significa toccare, si usano quasi esclusivamente nelle forme del participio presente.
La rubrica Rispettiamo l’Italiano vi dà appuntamento a giovedì prossimo con altre curiosità riguardanti la nostra lingua.
Martina Naccarato