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In scena a Trieste “Mozart il sogno di un clown” di e con Giuseppe Cederna

Data:

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Miela. Dal 2 al 4 maggio 2018

Bella, intelligente e poetica l’idea di Giuseppe Cederna, autore e protagonista di “Mozart il sogno di un clown”: partire dal suo primo amore, la clownerie di strada, passare attraverso se stesso e la propria esperienza quarantennale sulle scene (senza trascurare ovviamente la parte ottenuta nel 1987 nella trasposizione teatrale di “Amadeus” di Peter Shaffer accanto a Umberto Orsini) per provare a scalfire almeno un po’ la misteriosa natura di un genio assoluto ed eterno.

Si appoggia all’indiscussa autorità di Wolfgang Hildesheimer, storico emblema nel multiforme universo dei biografi di Mozart, per sostenere meglio la sua arte delicata e lieve (intrisa senza essere fuori luogo, di elementi volgari intesi nel senso più nobile del termine) della quale svela agli spettatori attenti qualche piccolo segreto.

Sulla scena accanto a lui, la presenza essenziale e discreta del pianista Sandro D’Onofrio ha accompagnato l’intero spettacolo con un soave tappeto sonoro intessuto con sapienza e abilità interpretativa dalla musica del genio nato a Salisburgo.

Quello riguardante Mozart è un enigma che non può e forse non deve essere svelato: non si può umanamente comprendere né l’origine, né tantomeno lo sviluppo di un genio assoluto e, suggerisce Cederna, forse pure il soggetto stesso avrebbe potuto ignorarlo, ma quel che sicuramente emerge è la fortissima discrepanza fra la sua immensità nel raccontare in musica quel che si cela nell’animo e nell’anima di ogni individuo e le difficoltà oggettive a farsi comprendere come persona dai propri simili nel suo tempo.

La presenza di troppi “pseudo-geni”, capaci di imitare soltanto il comportamento esteriore e facilmente smascherabili, può trarre in inganno ma non è bene cadere nel tranello e illudersi che questo sia possibile; immaginare di strappare il velo che cela questo arcano porta a cedere al peccato di hybris, mentre sarebbe molto più giusto accostarvisi con affetto sincero, privo di secondi fini, come Cederna mostra di fare con una semplicità mai banale, che nasconde invece un rispetto profondo senza tacere nulla di significativo o cadere in un’inutile agiografia.

Il racconto scorre prendendo spunto dalla musica proposta al pubblico, da episodi biografici o da frammenti di lettere da lui scritte alla cugina Bäsle, al padre – tra cui la famosissima riflessione scrittagli sulla morte, alla moglie Konstanze o ai fraterni amici massoni che molto lo aiutarono finanziariamente; alcuni di loro tentarono allora di promuovere, purtroppo senza successo, l’istituzione del diritto d’autore in modo da permettere anche ad “artisti indipendenti” come Mozart, non impiegati come servi presso mecenati o nobili, di poter vivere del proprio lavoro.

Si sa che Wolfgang Amadè (così amava chiamarsi) era stato un gran burlone.

È possibile immaginare allora che gli avrebbe fatto piacere osservare questo gentile e coinvolgente ritratto privo di affettazione o peggio, di piaggeria come quando, in vita, aveva gioito nel sentire le arie delle sue opere fischiettate dalla gente comune nelle strade di Praga e, evocato con grazia nel programma di sala, accanto a Giuseppe Cederna e Sandro D’Onofrio è stato davvero possibile percepire in qualche breve attimo la presenza del suo spirito.

Con infinito amore, per una volta, non si è raccontato “di lui” ma, in qualche modo, “con lui”.

Paola Pini

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Teatro Miela
Dal 2 al 4 maggio 2018
Mozart – Il sogno di un clown
Di Giuseppe Cederna
Regia di Ruggero Cara e Elisabeth Boeke
Con Giuseppe Cederna
E con Sandro D’Onofrio (pianoforte)
Musiche di Wolfgang Amadeus Mozart
Scene di Francesco Sforza
Costumi di Akexandra Toesca
Luci di Paolo Latini
Coproduzione Art Up Art e Teatro Franco Parenti

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