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Gabriele Lavia porta in scena a Trieste la tragica bellezza de “Il sogno di un uomo ridicolo” di Fëdor Dostoevskij

Data:

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Sala Bartoli. Dal 3 al 20 maggio 2018

Nel complesso e lungo monologo prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia che porta sulla scena a Trieste, per più di due settimane, il racconto “Il sogno di un uomo ridicolo” di Fëdor Dostoevskij, Gabriele Lavia offre al pubblico una magistrale e preziosa prova d’attore, usando in modo sofisticato tutto se stesso a partire dalla voce, modulata con sapienza come si trattasse di interpretare un lungo e complesso spartito musicale; a ciò si accompagna la sapiente gestione dello spazio scenico dell’intima Sala Bartoli, interamente coperto di terriccio e da lui dominato con perfezione bilanciata e coerente. Il costume di scena, una bianca camicia di forza nella quale è strettamente imprigionato dall’inizio alla fine, aumenta ulteriormente la forza evocativa di un testo già di per sé immenso.

Accanto a lui, due presenze mute: Lorenzo Terenzi, il personaggio stesso non più soggetto narrante, ma apparizione evocata e comandata nelle azioni dalle parole del protagonista che si trova impegnato da un’urgenza quasi fisica a ricordare, rendendo così fisicamente reale quel che viene detto; in un angolo, posta di schiena rispetto al pubblico, c’è anche una bambola che riproduce a grandezza naturale la bambina di cinque anni, causa scatenante di quel che avverrà in seguito e al contempo sua salvezza.

Il sogno al centro della vicenda riemerge dalle nebbie di un eloquio che si apre e chiude con le stereotipie tipiche del disagio mentale di cui già allora il genio di Dostoevskij aveva ben intuito l’origine: una combinazione perversa di cause sociali in individui troppo fragili e sensibili per farvi fronte, troppo pervasi dall’aspirazione a un Bene Assoluto quasi impossibile da trovare nel prossimo, la cui mancanza nell’esperienza comune appare qui in tutta la sua potenza.

Grazie a Gabriele Lavia stretto in una crudele contenzione fisica, alla sua capacità di rendere appieno lo sguardo bruciante di un folle a momenti rivolto al proprio interno, vuoto senza però mai spegnersi, le suggestioni inarrivabili tratteggiate dalla penna dell’autore russo, dotate di una bellezza luminosa e sconvolgente, vengono scavate in profondità arricchendole di chiaroscuri indimenticabili.

La tragica condizione umana appare così in tutta la sua misera meschinità, ostaggio inerme della violenza espressa dai simili sui simili ad ogni livello immaginabile, dalla banale derisione subita dal protagonista fin dalla più tenera età fino alla devastazione provocata dalle guerre.

Il tentativo di restare a ciò indifferenti non può che fallire, non essendo tale atteggiamento altro che la declinazione al passivo della stessa modalità di interazione.

E allora, cosa resta da fare al singolo individuo, fuscello in una tempesta distruttiva che mai si placa?

“Ama il prossimo tuo come te stesso”.

Non importa se l’esercizio dell’amore disinteressato verso l’Altro porta ad essere “promossi” ed essere così giudicati dal mondo non più ridicoli ma pazzi.

Alternative, per Fëdor Dostoevskij, non ce ne sono.

Paola Pini

Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Sala Bartoli
Dal 3 al 20 maggio 2018
 
Il sogno di un uomo ridicolo
Di Fëdor Dostoevskij
 
Regia di Gabriele Lavia
Con Gabriele Lavia
E con Lorenzo Terenzi
Luci di Michelangelo Vitullo
Suono di Riccardo Benassi
Produzione: Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

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