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Giobbe Covatta chiude la settima edizione di Anfiteatro Festival. I commenti del direttore artistico Renzo Renzi e del sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini

Data:

Anfiteatro Festival di Albano Laziale (27 luglio / 15 agosto 2018)

LUNEDI’ 13 AGOSTO: “Iliade”da Baricco con Blas Roca Rey e Monica Rogledi

L’Iliade nella versione di Baricco, da tanti anni adattata teatralmente in forma di reading da Blas Roca Rey, approda nell’ennesimo sito archeologico per raccontare le gesta degli innumerevoli personaggi dell’opera omerica. Achille, Ettore, Elena, Ulisse e tanti altri prendono vita nei monologhi alternati tra Blas e Monica Rogledi, accompagnati dal commento musicale a cura di Pino Cangialosi, un’istituzione nel teatro italiano, compositore e polistrumentista, insieme a Fabio Battistelli, clarinettista e Marzouk Mejri, percussionista e cantante.

GIUDIZIO: Vincitori e vinti uniti dalle passioni. Un grande studio dei personaggi, l’azzardo (di Baricco) di tirar fuori dalla narrazione gli Dei, e rendere il tutto una guerra quasi tribale, in cui amori, difetti, calcolo, vigliaccherie, cattiverie, invidie, caratterizzano i personaggi narrati dai due attori. Certo, è un reading. Un reading sull’Iliade e i suoi protagonisti. E come quasi tutti i reading, può risultare indigesto. Bravi gli attori, toccante il finale.

MARTEDI’ 14 AGOSTO: “Il soldato spaccone” (Miles Gloriosus), di T. M. Plauto, con Vincenzo Zingaro

Spettacolo annullato causa maltempo.

MERCOLEDI’ 15 AGOSTO: “La Divina Commediola” di e con Giobbe Covatta

Giobbe Covatta, dopo l’ennesimo pomeriggio temporalesco, chiude con successo l’ottava edizione del Festival con il suo spettacolo. Prendendo spunto da un fantomatico poemetto di un improbabile Ciro Alighieri, il simpatico attore che in questo caso diventa professore con tanto di lavagna per insegnare ai suoi alunni seduti in platea, arringa con piglio sicuro sulle tante problematiche africane e soprattutto sui suoi bambini, vittime relegate in gironi infernali neanche troppo metaforici.

GIUDIZIO: Il guizzo di un “vecchio” leone, tanto per rimanere in tema. Giobbe Covatta, in una serata improvvisamente fredda (tipica di questo magico luogo), sostiene un ritmo vorticoso con cui affronta tematiche serissime con la capacità dei comici di razza: far ridere quando non ci sarebbe nulla di cui ridere. Il suo spettacolo, gradevolissimo, è divertente, suscita riflessioni ed è anche istruttivo su argomenti e luoghi di cui sappiamo ben poco, se non nulla. Bravissimo.

Si conclude qui l’ottava edizione di un Festival che sta diventando qualcosa di veramente importante, con dodici spettacoli (uno annullato per la pioggia) di grande spessore e qualità, pur mantenendo la caratteristica di proporre linguaggi artistici diversi tra loro. Ne parliamo, come ogni anno, con il Direttore Artistico Renzo Renzi e con il sindaco di Albano Laziale, cittadina che eccelle nelle proposte culturali.

Allora, maestro Renzi, innanzi tutto complimenti per questa edizione che si è distinta per l’altissima qualità delle sue proposte.

Grazie Paolo, si, devo dire che quest’anno ci siamo sentiti molto sostenuti dall’amministrazione comunale che ci ha dato coraggio, ci ha incentivato, con il sindaco che ha voluto seguire la realizzazione del programma. Per il Comune portare avanti questo progetto è sempre stata una scelta coraggiosa, è forse un caso unico nel Lazio, ma quest’anno ha sentito la nostra difficoltà dopo quel che è accaduto col Ministero che ha completamente tagliato i fondi per la gloriosa Lirica ordinaria, cosa che mai era accaduta, oltre l’abbandono di Acea che era stata sempre un nostro sponsor negli anni. Ecco, a fronte di tutto questo, il comune ha fatto quadrato e ci ha dato un grande supporto, dandoci il coraggio di allestire un cartellone come quello di questa edizione.

So che la tua spina nel fianco è la serata del concerto dei Saodaj. Un concerto meraviglioso, forse il più bello visto in questi anni al festival, un gruppo giovane che in Francia muove migliaia di ragazzi, ma qui ha visto pochissimo pubblico.

Guarda, quando parlo di autorevolezza di un festival, è anche una questione economica. Posso fare pubblicità ma per imporsi ci vogliono risorse che al momento ancora non abbiamo. E’ stato un grande dolore non aver visto giovani a quel concerto, ma in Italia il pubblico sotto i 50 anni è sempre più raro. Un concerto strepitoso quello dei Saodaj, voci incredibili, sonorità nuove, atmosfere magiche. Se fossero venuti 1000 ragazzi, per loro sarebbe stato un ricordo che avrebbero custodito per la vita! E’ un problema tutto italiano, una discrepanza scellerata tra aggregazione e qualità. Per aggregare si scende di livello e questo è mortale. Noi abbiamo voluto portare spettacoli che veicolassero un messaggio di cultura, penso a Gino Paoli e Danilo Rea, a Moni Ovadia, a Celestini, anche ai Nomadi, persone o gruppi che avessero qualcosa da dire. Poi si può essere o meno d’accordo con quel che dicono, ma spettacoli e personaggi che non si appiattiscono nella banalità. Ripeto, possiamo migliorare nella pubblicità ma per imporsi il discorso diventa economico.

Comunque, a parte i dispiaceri per occasioni perdute dal pubblico come il concerto dei Saodaj, mi dicono che le statistiche sulla vendita dei biglietti siano in rialzo rispetto alla passata edizione.

Si si, abbiamo avuto e le hai viste, serate con tantissimo pubblico che ha gremito una platea enorme come questa. Credo che questa sia la strada giusta, utilizzare diversi linguaggi artistici, con l’idea come ti ho detto prima di inserire tutti personaggi con dei contenuti, in un contesto attuale di deriva culturale. Anche lo spettacolo che stasera ha chiuso la rassegna, di Giobbe Covatta, è stato comico ma con dei contenuti forti. In questo siamo riusciti e siamo felici.

Poi ci sono state le “tue” due opere.

Si, nonostante la mannaia del Ministero, siamo riusciti a portare due allestimenti come Il Trovatore e in un’altra serata Suor Angelica e Cavalleria Rusticana insieme. Suor Angelica di Puccini, in provincia, credo che sia la prima volta, è un’opera musicalmente complessa e anche in quell’occasione c’è stato un filo narrativo e di contenuti con Cavalleria: due donne oppresse in situazioni differenti, una grande attenzione al sociale  anche nelle opere rappresentate.

Prossima edizione? Immagino e spero che si continui a percorrere questo sentiero.

Io ho la speranza (ride) che qualcuno si accorga di noi. Visto quel che ha offerto Roma questa estate, nessuno può negare che questo è il festival più importante del Lazio, ma insomma, che non venga considerato da nessuno degli Enti e delle Istituzioni e da nessuno sponsor, è grottesco.

Ci sarebbe bisogno di un grande sponsor, quindi.

Soprattutto per la promozione, oltre al ritorno di immagine che avrebbe lo sponsor stesso. Ma non è così semplice, gli sponsor spesso cercano non tanto visibilità quanto un do ut des che noi non possiamo offrire.

Come vi muoverete per il prossimo anno?

Io ho un grande sogno. Proporre un grande progetto con Roberto De Simone, uno dei più grandi intellettuali che abbiamo, ex direttore del San Carlo di Napoli, la cui  produzione letteraria è qualcosa di unico al mondo. Sarei felice di realizzare una sua grandiosa opera musicale, che è il Requiem che lui scrisse per Pasolini. Un’opera gigantesca, prima o poi ce la farò a portarla dentro l’Anfiteatro!

Come da tradizione ormai, cogliamo anche le dichiarazioni del sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini.

Sindaco, ci eravamo lasciati l’anno scorso dicendo che questo Festival era diventato adulto. Oggi possiamo dire che è nel pieno della maturità. Un grande cartellone e tanta qualità.

Si, siamo cresciuti ulteriormente, insieme al maestro Renzi e all’Associazione Europa Musica e pian piano cercheremo di far crescere ancora questo Festival e amplieremo probabilmente la complessiva offerta culturale, sperando di riuscire a fare non solo spettacoli serali ma anche un intrattenimento culturale nel tardo pomeriggio.

Già quest’anno, oltretutto, avete messo in piedi un altro mese di spettacoli con la manifestazione che ha anticipato il Festival, cioè Anfiteatro Estate.

Si, abbiamo allargato la possibilità di utilizzare questo splendido scenario anche per le Associazioni del territorio. E’ stato un esperimento positivo e quindi lo riproporremo anche l’anno prossimo.

Sindaco Marini, sarebbe il caso anche di trovare uno sponsor importante per permettere all’Anfiteatro Festival di confermarsi ad alti livelli.

Le risorse sono sempre necessarie ed essendo la cultura una risorsa indispensabile da portare avanti e da promuovere, è evidente che se riuscissimo a trovare uno sponsor che ci possa sostenere oltre quello che è il contributo comunale alla manifestazione, potremmo rendere sempre più bella e ricca questa iniziativa culturale che ormai rimane unica nello scenario dei castelli romani.

Paolo Leone

Si ringrazia l’ufficio stampa della manifestazione, Comunicazione Integrata, nelle persone di Esa Ugazzi e Fabio Bruno. Si ringrazia Elena Lanfaloni, fotografa che ha fornito tutte le foto di scena pubblicate negli articoli sull’Anfiteatro Festival dal Corriere dello Spettacolo, nonché la Drin Service di Genzano – servizio di biglietteria e accoglienza, per la collaborazione e le puntuali informazioni sul pubblico intervenuto in ogni spettacolo

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