Trieste, Politeama Rossetti – Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Dal 25 al 28 ottobre 2018
La stagione Musical del Rossetti di Trieste si apre nel segno del successo con “We Will Rock You”, spettacolo liberatorio e intergenerazionale che diverte, coinvolge e fa pensare, accolto con entusiasmo da un foltissimo pubblico di tutte le età; ambientato in un futuro distopico in cui la globalizzazione attraverso la rete è portata alle estreme conseguenze, è carico di sagaci e puntuali riferimenti al mondo nostro contemporaneo.
Inserita nel grande filone della letteratura di un futuribile apocalittico, proiettato in un domani mediamente prossimo (fra trecento anni), la nuova edizione del musical creato da Ben Elton con Bryan May e Roger Taylor (i Queen), che ha debuttato la settimana scorsa a Civitanova Marche ed è ora a Trieste quasi in concomitanza con l’uscita al cinema di Bohemian Rapsody, ha tutte le caratteristiche per essere una vera e propria opera rock dotata di alcuni elementi più tipici dell’operetta.
Il cast di questa produzione italiana e internazionale (di Carlo Trotta per Bartley Arts per la regia di Tim Luscomb, con le coreografie di Gail Richardson) è coeso e organico, ed è costituito da interpreti convincenti sia scenicamente che vocalmente; a ognuno di loro (il nome dei personaggi è per lo più tratto da titoli o da testi delle canzoni della band britannica) è dato ampio spazio per esprimersi in modo efficace, e tutti si mostrano a proprio agio nei rispettivi ruoli, ben evidenziati anche grazie alle numerose controscene: Salvo Vinci (Galileo Figaro) che condivide il ruolo di protagonista con Alessandra Ferrari (Scaramouche), Valentina Ferrari (Killer Queen), capo supremo della Global Soft che controlla tutto, Paolo Barillari (Khashoggi), suo braccio armato, da lei tenuto in considerazione finché le è utile, Claudio Zanelli (Britt), il generoso tramite fra Galileo e i ribelli Bohemians che sfidano il sistema partendo da qualcosa di apparentemente marginale come può sembrare il voler realizzare la rinascita del proibito “living rock”, la musica dal vivo considerata pericolosa per il mantenimento dello status quo in quanto “strumento di aggregazione di massa”, Loredana Fadda (Oz), la sua compagna e Massimiliano Colonna (Pop), il bibliotecario custode della memoria, assieme ai coristi/ballerini Flavio Tallini, Paolo Ciferri, Giammarco Capogna, Francesco Venezia, Beatrice Berdini, Jessica Falceri, Greta Disabato e Gloria Miele.
La musica, ventiquattro canzoni tratte dall’estesa discografia dei Queen eseguita dal vivo dalla band diretta da Riccardo di Paola, accompagna i brani cantati in lingua originale da solisti e coristi, mentre i dialoghi, tutti in italiano in questa produzione italo-internazionale, risultano essere in perfetta assonanza con una trama ricca di riferimenti alla storia del rock e ai suoi maggiori protagonisti, accogliendo essa stessa in sé la lezione di molti generi diversi.
In una vicenda che ben si collega a molti dei video ufficiali realizzati a suo tempo per le diverse canzoni, elementi storici si mescolano naturalmente alla fantasia (una per tutti la bella citazione vivente della statua raffigurante Freddie Mercury posta sulla riva del Lago Lemano a Montreaux in Svizzera, luogo in cui è ambientata una scena clou).
“We Will Rock You” rappresenta in modo chiaro ed esplicito l’eterna lotta fra paura e desiderio di libertà presente in ognuno di noi.
È proprio su questo che i manipolatori sociali, presenti in ogni epoca, fanno leva cercando di far sì che le persone dimentichino il piacere nato dall’incontro con gli altri nel nome di una passione da condividere, pratica capace di integrare in modo sano ciò che ci differenzia con quel che abbiamo in comune e favorire così la generazione di bellezza da mettere a disposizione di ognuno.
I ribelli, partendo da pochi frammenti di memoria di cui non riescono a comprendere il significato, tentano goffamente di ricreare uno strumento musicale reale del tutto diverso dalla sintesi virtuale dominante nel loro tempo, alla ricerca di una chitarra dalla valenza mitica simile alla spada Excalibur, a dimostrazione quanto ogni speranza per un futuro degno abbia sempre solide radici nel nostro passato migliore.
Paola Pini